FIAT LUX!


Con questo articolo, i Grilli di Trani sperano di offrire alla cittadinanza una corretta informazione e sperano di stimolare il tempestivo intervento dell’Amministrazione comunale e dell’AMET affinché tutti i buoni propositi paventati ormai da qualche anno su una prospettiva di sviluppo degli impianti fotovoltaici sugli edifici comunali della città, a partire dalle scuole, diventi finalmente realtà.
Partiamo dall’ABC, ovvero dall’analisi delle voci della bolletta elettrica di famiglie e piccoli consumatori serviti in maggior tutela (fonte Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas – AEEG)
Nel IV trimestre 2012, la spesa totale per l'energia elettrica di un utente domestico con consumi pari a 2700 kWh/anno e potenza pari a 3 kW risulta di 524 euro/anno. I costi sono così ripartiti:
* servizi di vendita il 56,7% della bolletta pari a 297 euro
* servizi di rete il 13.2% pari a 69 euro
imposte nazionali il 13,3% pari a 70 euro
* oneri di sistema il16.8% pari a 88 euro

  • Nello specifico il servizio di vendita è la principale voce di costo e comprende tutti i servizi e le attività svolte dal fornitore per acquistare e rivendere l'energia elettrica ai clienti. Esso si divide in tre voci:
    • il prezzo dell'energia
    • il prezzo di commercializzazione e vendita
    • il prezzo del dispacciamento.
  • I servizi di rete comprendono le attività di trasporto dell'energia elettrica sulle reti di trasmissione nazionali, di distribuzione locale e comprendono la gestione del contatore. Per i servizi di rete non si paga un prezzo (come per l'energia) ma una tariffa fissata dall'Autorità.
  • Le imposte nazionali sono:
    • l'imposta nazionale erariale di consumo (accisa) che si applica alla quantità di energia consumata indipendentemente dal contratto o dal venditore scelto. I clienti domestici con consumi fino a 1800 kWh godono di un'agevolazione per la fornitura nell'abitazione di residenza a riduzione di questa imposta
    • l'imposta sul valore aggiunto (IVA) che si applica sul costo totale della bolletta comprese, cosa vergognosa, le accise stesse (una tassa sulla tassa!).
  • Gli oneri di sistema sono divisi per le seguenti voci:
    • incentivi alle fonti rinnovabili e assimilate (componente A3)
    • oneri per la messa in sicurezza del nucleare e compensazioni territoriali che paghiamo da più di 20 anni (referendum del 1987)
    • promozione dell'efficienza energetica (componente UC7)
    • regimi tariffari speciali per la società Ferrovie dello Stato (componente A4) (paghiamo il treno anche se non ne usufruiamo?)
    • compensazioni per le imprese elettriche minori (componente UC4)
    • sostegno alla ricerca di sistema (componente A5)
    • copertura del bonus elettrico (componente As).

Alcune veloci considerazioni su queste ultime voci, partendo dalla necessità di far usufruire a tutti gli aventi diritto del bonus elettrico (esiste anche il bonus gas). Tale bonus è uno strumento introdotto dal Governo con la collaborazione dei Comuni , per garantire alle famiglie in condizione di disagio economico e alle famiglie numerose un risparmio sulla spesa per l'energia elettrica (e il gas). Possono accedere al bonus tutti i clienti intestatari di un contratto di fornitura elettrica, per la sola abitazione di residenza, con potenza impegnata fino a 3 kW per un numero di familiari con la stessa residenza fino a 4, o fino a 4,5 kW, per un numero di familiari con la stessa residenza superiore a 4, e:

  • appartenenti ad un nucleo familiare con indicatore ISEE non superiore a 7.500 euro;
  • appartenenti ad un nucleo familiare con più di 3 figli a carico e ISEE non superiore a 20.000 euro;
  • presso i quali viva un malato grave che debba usare macchine elettromedicali per il mantenimento in vita. in questo caso senza limitazioni di residenza o potenza impegnata.

Per richiedere il bonus occorre compilare apposita modulistica e consegnarla al proprio Comune di residenza o presso altro istituto eventualmente designato dallo stesso Comune (ad esempio i centri di assistenza fiscale - CAF).
Purtroppo la legge definisce fonti rinnovabili non solo le fonti di energia diverse dai combustibili di origine fossile (gas naturale, carbone, petrolio etc.), quali l'energia eolica, idrica, solare (compresi gli impianti fotovoltaici), geotermica, e quella prodotta dalle biomasse (i gas sprigionati dalla decomposizione di sostanze organiche) ma anche quella energia prodotta bruciando i rifiuti.
Sono considerati impianti alimentati da fonti assimilate quelli di cogenerazione (cioè la produzione combinata di energia elettrica e calore), quelli che utilizzano forme di energia recuperabile in processi e impianti produttivi; quelli che usano gli scarti di lavorazione e/o di processi e quelli che utilizzano fonti fossili prodotte solo da piccoli giacimenti isolati. Questi impianti sono inclusi tra quelli che beneficiano degli incentivi dal provvedimento del Comitato interministeriale dei prezzi (Cip) n. 6/92. Nella pratica sono incentivati gli inceneritori.

Dopo questa necessaria introduzione ci soffermeremo sulla scarsa considerazione che i legislatori ed i media asserviti a lobby di potere hanno dell’intelligenza del consumatore. Quanto pesa in bolletta l’incentivo al fotovoltaico? Molto meno della somma di tutte quelle inutili e dannose voci prima evidenziate. Gli italiani offrono in bolletta due caffè al mese a chi installa un impianto fotovoltaico. Gli oneri di sistema pesano in bolletta per il 16,8%, di questi la componente A3 incide per il 70%, di cui il 30% è fotovoltaico. Ovvero il fotovoltaico in bolletta pesa per il 3,5%, quindi 1,6 euro al mese. In contrapposizione a questo piccolo contributo, occorre notare che si tratta dell'unico costo che effettivamente genera una ricchezza distribuita in termini di posti di lavoro e di indotto sulle PMI italiane. Il resto degli oneri di sistema (CIP 6, oneri nucleari ecc.) genera, invece, un guadagno nelle tasche di pochi, oltre che costi sociali aggiuntivi. Circa il 70% degli impianti sono asserviti a utenze residenziali e PMI garantendo una vera democrazia energetica. Si stima che il solo fotovoltaico possa nei prossimi anni dar lavoro ad oltre 200.000 operatori.
Per quanto il Governo Monti abbia avuto il merito di varare finalmente una Strategia Energetica Nazionale (SEN), quest’ultima è stata criticata da associazioni quali ANIE, RENAEL e LEGAMBIENTE, perché già vecchia in partenza, (vecchia fatta da vecchi), mettendo ancora non in buona luce il fotovoltaico, tentennando ancora sulle rinnovabili e concedendo favori all’industria petrolifera, ponendosi obiettivi al 2020, tanto per tener buona la Comunità Europea, quando la Germania ha obiettivi al 2050 e potrebbe sopperire entro questa data al suo totale fabbisogno energetico elettrico solo con l’ausilio di fonti rinnovabili.
Quali sono le potenzialità per il Comune di Trani e per l’AMET?
Siamo certi che l’AMET da tempo ha elaborato piani di sviluppo del settore fotovoltaico (il primo conto energia risale al 2005) e che conosce bene le potenzialità di una ESCO (Energy Service Company) società specializzate nell’effettuare interventi di efficienza energetica, sollevando in genere il cliente dalla necessità di reperire risorse finanziarie per la realizzazione dei progetti, che generalmente viene remunerata in base al risparmio conseguito. Ma a titolo esemplificativo per i cittadini faremo un calcolo approssimativo dei vantaggi di questa tecnologia.
Supponiamo che i consumi del solo Palazzo di Città siano compensati da un impianto fotovoltaico da 100kWp che produce circa 140.000 kWh/anno e che costa “chiavi in mano” circa 200.000,00 euro; se si dovesse rientrare nella tariffa incentivante del DM 5 luglio 2012 (quinto conto energia 2° semestre in scadenza a luglio 2013), il tempo di ritorno dell’investimento sarebbe di circa 7 anni ed il ricavo totale lordo in 20 anni sarebbe di circa 590.000,00 euro; se invece vi sarà da parte del Comune la possibilità di sfruttare la proroga di altri tre mesi (scadenza marzo 2013) del DM 5 maggio 2011 (quarto Conto Energia) che continuerebbe ad applicarsi agli impianti realizzati sugli edifici pubblici e su aree delle Amministrazioni pubbliche, di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo n. 165 del 2001 (si precisa che gli edifici e le aree dove sono ubicati gli impianti devono essere di proprietà delle Amministrazioni pubbliche, e che il Soggetto Responsabile dell’impianto può essere un soggetto terzo a cui è conferito un diritto reale o personale di godimento) allora gli anni per recuperare la spesa diventano 5 e il ricavo totale lordo in 20 anni sarebbe di circa 730.000,00 euro, 24.511 kg equivalenti di petrolio risparmiati all’anno, 54.252 kg di anidride carbonica evitate all’anno.
Infine dal sito messo a disposizione dal GSE (Gestore dei Servizi Energetici) riportiamo il numero di impianti fotovoltaici al 30/11/2012:

  • impianti totali in Italia: circa 460.000 , per circa 16.000 MW di potenza elettrica
  • impianti totali in Puglia 32.418 per 2.421 MW
  • impianti totali in Trani 224 per circa 20 MW (di cui 15 da circa 1MW)
  • nessuno dell’AMET
Ing. Michele Farnelli, attivista M5S - Grilli di Trani

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