AMET: IMMOBILISMO DI BOTTARO, LE PROVE


Nell'intervento preliminare dell'ultimo consiglio comunale abbiamo nuovamente chiesto conto della situazione di AMET, vittima dell'incuria e della delega in bianco a favore di un Amministratore Delegato fantasma.
Ai cittadini vogliamo proporre l'analisi di quanto sta accadendo in AMET, anzi, di quanto non sta accadendo in AMET, attraverso la lettura dei verbali delle ultime assemblee dei soci, cioè quei momenti in cui, insieme, Consiglio di Amministrazione e Socio Unico, ovvero il Sindaco in rappresentanza dei tranesi, dovrebbero fare sintesi e tracciare fattivamente le strade che portano al consolidamento o al rilancio della Nostra Azienda.
Dalle letture degli ultimi verbali rileviamo che non si sono mai prese decisioni fattive e concrete relativamente al pagamento delle bollette insolute, ai trasporti, ai parcometri, alla darsena.
Nulla.

Cominciamo dall'Assemblea dei soci di agosto 2015.
Quella in cui il Sindaco dichiara che “il rapporto con AMET deve essere rivisto dalle radici” e di voler “porre un punto fermo, tracciare una linea e ripartire”.
Salvo poi, un attimo dopo, affermare che “in merito ai servizi gestiti da AMET, vanno rivisti sia la Darsena che i parcheggi e su quest'ultimo punto vi chiedo di attendere”.
Qui si comincia con l'attendismo.

Nel verbale di ottobre 2015 l'Assessore De Biase, si pone il problema della prospettiva, di quali siano le strategie.
Ma davvero non avevano strategie per il rilancio di AMET quando si sono candidati a governare la Città?
Viene proposto l'utilizzo di una “due diligence”, ma la due diligence è utile ad offrire delle indicazioni tecniche; ciò che invece deve essere proprio di chi governa sono le strategie, le direzioni politiche.
Qui invece leggiamo addirittura che “la determinazione di quale destino debba essere assicurato alla Società, certamente non può essere individuato dal Consiglio Comunale”.
Sappiano i colleghi, soprattutto di maggioranza, che non possono determinare il destino di AMET, stando alle parole del Sindaco.
Quindi che facciamo?
Lasciamo ad una considerazione meramente finanziaria e contabile la valutazione su servizi pubblici, alcuni essenziali, come i trasporti?
Innegabile che ci si debba rimboccare le maniche per individuare le modalità di miglioramento nei costi e nell'efficienza di quei servizi ma, come potete giudicare voi stessi, qui ci si scarica di responsabilità.
E se il servizio non viene reso efficiente, perché addossare la colpa sui cittadini come ha fatto il Sindaco in chiusura di intervento sui parcheggi quando dice “attesa la mentalità del cittadino tranese non ancora abituato a pagare con regolarità il tagliando della sosta”?
Decisioni prese: nessuna.

Nell'assemblea di dicembre 2015 è presente solo l'Assessore De Biase, delegato dal Sindaco, data l'enorme fiducia riposta nell'Assessore (che infatti si è dimesso un mese dopo...).
Quando parla l'Assessore De Biase, il consiglio comunale torna ad essere nuovamente “degno” di determinare il futuro di Amet, ma si invita il CDA a fare valutazioni economico-finanziarie sul servizio di gestione delle aree di parcheggio a pagamento: in sostanza ci si chiede se deve rimanere in AMET o deve essere revocata la concessione per poi affidarla a un privato.
Decisioni: ancora zero.

Il 22 gennaio 2016 torna il Sindaco in Assemblea dei Soci e finalmente una decisione viene presa: quella di individuare nel Dott. Danisi la figura capace di risolvere le questioni di Amet.
Dalle 11.50 alle 12:30 si producono solo la nomina di Danisi e l'annuncio della “designazione di una componente femminile” per il CDA. Stop. Null'altro.
Vengono infatti rinviati i punti all'ordine del giorno “gara parcometri” e “problematica della Darsena”.
Nessun accenno a soluzioni, all'informatizzazione dell'ufficio commerciale, al servizio di postalizzazione, e neanche vengono chieste notizie sulla “due diligence” che il Sindaco stesso aveva proposto.
Era importante capire quale direzione la società poteva prendere oppure assegnare le poltrone?
Come potete dedurre voi stessi, non si sta più parlando di contenuti ma di poltrone.
È evidente che non c'è l'interesse di Trani, è evidente che il Sindaco non sta giocando per Trani.
Ci chiediamo per chi.

Andiamo avanti con l'Assemblea dei Soci di marzo 2016.
Finalmente si parla della gara dei parcometri, ma solo per fare il gioco delle tre carte.
Il Sindaco, che aveva detto in precedenza di attendere perché l'Amministrazione doveva farsi un'idea, ora improvvisamente chiede ad AMET “quale sia l'indirizzo della Società sull'argomento, dal momento che ritiene che sia proprio l'azienda a dover suggerire all'Amministrazione quale soluzione scegliere”.
A questo punto dovrebbe essere il Mago Danisi a risolvere la questione, ma il Mago Danisi che fa?
Afferma che bisogna “attendere eventualmente le nuove decisioni che la Giunta Comunale andrà ad assumere su un eventuale nuovo piano della sosta”.
Il Dott. Danisi fa finta di non sapere dove sia capitato e di non sapere che il piano della sosta è compreso nel Piano Urbano della Mobilità, previsto per Legge per i capoluoghi di provincia, che a Trani non abbiamo ancora approvato.
Il gioco delle tre carte è riuscito.
Sul punto successivo “Darsena Comunale: problematica”, il Nostro Danisi si lancia su una sua analisi (“sembrerebbe che la gestione della Darsena sia antieconomica così come proposta dal Comune”), il Presidente Pappolla rincara la dose (“nella nuova ipotesi di contratto tra Comune ed Amet, si ripresenta il problema della forma mista, ovvero l'assistenza ai diportisti viene affidata all'AMET mentre tutto il resto è in capo al Comune”) ma tutto finisce lì, senza una decisione, senza una determinazione del Sindaco, e via con l'altro punto.
“Determinazione compenso organo amministrativo”: ci si lamenta che la Iaculli abbia provveduto “con atto unilaterale” ad eliminare il compenso variabile, ovvero il gettone di presenza, e qui si decide qualcosa.
Si decide di chiedere al Socio, cioè al Sindaco, di revocare la delibera del 2015 del Commissario Prefettizio.
Infine, tra le “varie ed eventuali”, la due diligence che appariva di primaria importanza, ora viene subordinata alla realizzazione del piano industriale, che avrà il compito di dire definitivamente quale sarà il futuro dell'azienda.
E chi se ne frega dell'opinione del consiglio comunale sul futuro da delineare per AMET.
Quando invece il Sindaco, nel consiglio comunale del 27 luglio, dopo aver bloccato per un anno la gara sui parcometri, aveva dichiarato: “ritengo che il problema non si ponga visto che a settembre saremo in quest'aula a decidere tutti insieme il futuro di quest'azienda”.
A settembre non si è mai portato il futuro di Amet in consiglio. E neanche ad ottobre.
Sui compensi e sulle poltrone c'è velocità ed efficienza, sui contenuti c'è solo fuffa.
Decisioni per la Città: ancora zero.

Nell'ultimo verbale a nostra disposizione, quello dell'Assemblea di giugno 2016, oltre che all'approvazione del bilancio, ci si sofferma sulla gara per il nuovo software: Danisi annuncia che è stata avviata la gara, a ben un anno di distanza dalla individuazione della consulente.
Sui parcometri si gioca a nascondino: Bottaro ritiene che debba essere rinviato ad una prossima seduta assembleare, in attesa del Piano Industriale.
Il pugno duro sta però nella decisione che viene presa nel punto successivo: stabilire il ripristino del compenso variabile ai Sindaci che il Commissario Straordinario aveva tolto.
L'Assemblea, a fronte di un bilancio in negativo, ripristina il compenso variabile ai Sindaci nella misura determinata dal Sindaco nella successiva Assemblea.
Notate bene: in un anno di verbali non c'è il minimo accenno ai trasporti, nulla.
Nessun accenno ai mezzi che sono vetusti, nessun riferimento a misure di finanziamento per rinnovare il parco mezzi, nessuna idea su come rendere più efficaci e più capillari le linee urbane.

Altre importanti domande scaturiscono dall'analisi della Relazione al Bilancio d'Esercizio 2015 redatta da KPMG.
Viene riportato per iscritto che l'acquisto nel 2003 del ramo d'azienda da Enel Distribuzione per 30 anni, con pagamento per 20 anni, per la cifra di 1.150.000 euro, potrebbe non essere un investimento recuperabile: perché?
E ancora: la sottostazione di smistamento di Monachelle, costata 1.700.000 euro, al momento è ancora ferma perché sono stati solo conferiti incarichi di progettazione per metterla in funzione, ma non essendo ancora entrata in esercizio, la KPMG si chiede quando rientreranno gli investimenti; e lo chiediamo anche noi: quando?
Infine: la REA Trani, società consortile tra Amet e Noyvallesina di Dalmine, era risultata aggiudicataria di una gara per la costruzione e gestione del termovalorizzatore di Trani, poi però, dato che la Regione Puglia si era ravveduta ed aveva annullato in autotutela l'aggiudicazione, la REA era stata messa in liquidazione, ed ovviamente il socio di minoranza privato aveva chiesto il risarcimento dei danni: 3 milioni di euro riconosciuti dal TAR Lazio nel 2012. Invece AMET ha visto riconosciuta solo una parte del risarcimento, e infatti recentemente ha avviato una causa nei confronti della Regione per il riconoscimento del proprio. Perché il Sindaco Bottaro non fa valere i suoi rapporti con Emiliano e fa in modo che AMET ottenga il giusto senza attendere l'esito di tale contenzioso?
Sappiate dunque che il termovalorizzatore, se pur non costruito, ha un costo.

In ultimo, proprio a proposito di bilancio.
Abbiamo una chiusura d'esercizio passiva per circa 280 mila euro (segno meno) ed una dichiarazione dei redditi che presenta un reddito di oltre 1 milione e 300 mila euro (segno più), da cui infatti scaturisce una tassazione di circa 360.000 euro.
Ricapitolando, abbiamo un Bilancio in negativo ed un Modello Unico in positivo.
Per cui la domanda secca è: l'AMET è in utile o in perdita?
C'è una differenza di 1 milione e 600 mila euro tra un'ipotesi e l'altra!

Troppi, davvero troppi aspetti sulle questioni di Amet che presentano incongruenze, e pertanto stiamo inviando un esposto alla Corte dei Conti ed alla Procura della Repubblica.

Antonella Papagni e Luisa Di Lernia
Portavoce M5S nel Consiglio Comunale di Trani

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