I VERI
GRANDI PROTAGONISTI DELLA POLITICA – Siam mica qui a …
L’episodio più divertente è stato vedere una vecchia
conoscenza della discutibile amministrazione di qualche anno fa rifiutare una
limonata (perché si sa, il MoVimento 5 stelle nasce dalle ceneri dei Borgia,
non si sa mai…) e invitare la sua signora ad allontanarsi, col suo stile
inconfondibile. Dialetto stretto. Lo usava anche quando occupava la poltrona
consiliare. Poi, per fortuna, si sono evoluti, o almeno si sono messi d’accordo
su che lingua usare nel palazzo. Dicono che si usi l’italiano, meglio così. Ma
la novità è che stavolta il protagonista, in piazza, non è stato lui. A dirla
tutta, non c’era nessuno come lui, evvivaddio.
Buon segno, questo, che la
politica di qualità allontana i parassiti, che (come tutti i parassiti che si rispettino) amano gli
ambienti sporchi e vivono succhiando le risorse di chi li ospita. Buon segno,
questo che la politica, ora, comincia a farla la gente comune. Come? – vi
chiederete. È stato sufficiente venire
in piazza e informarsi su cosa fosse e come funzionasse l’articolo 138, è stato
sufficiente sottoscrivere la petizione per non farlo modificare, è stato
sufficiente ascoltare il cittadino Giuseppe d’Ambrosio che spiegava ciò che non
ci era chiaro o ci raccontasse ciò che non sapevamo (troppe cose ancora, che ci
vengono nascoste). È stato sufficiente essere presenti: il MoVimento, il
deputato, la petizione sono formidabili strumenti. I veri grandi protagonisti della
politica - i 150 firmatari insieme ad un altro centinaio venuti ad assistere - hanno
ascoltato, chiesto, sollevato dubbi e perplessità, ottenuto risposte e avanzato
proposte. Perché ci hanno anche rotto un bel po’ quelli con sederino attaccato
alla poltrona, quelli che dicono che il modello del “vero politico” è d’alema o
bersani. La gente in piazza domenica 8 settembre 2013, ha fatto una politica
migliore. Siam mica qui a smacchiar…
Il Grillo di Trani
E preferiamo dare un lume, una torcia, una candela, un po’
di luce insomma, per far un po’ di chiarezza su quello che sta succedendo a
Roma. Su quel brutto affare dell’articolo 138. Scendiamo in piazza, domenica 8
settembre, per chiarire cos’è la Costituzione, qual è il suo significato –
quello che i Padri Costituenti hanno voluto darle, più che altro -, e come
invece stiano cercando di violentarla.
Scendiamo in piazza perché i fattacci dei politicanti, i
loro interessi personali, i loro giochi, non prevalgano sui nostri
diritti di cittadini. Saremo, guarda caso, in piazza della Repubblica: una
forma di governo democratica, partecipativa, del popolo. Una forma di governo
costituzionalmente sancita e garantita. Una forma di governo che loro, i
politicanti da strapazzo, quelli convinti di saper fare politica, cercano di
distruggere.
Scendiamo in piazza, domenica 8 settembre, per dire NO
GRAZIE, TORNATEVENE A CASA: LA COSTITUZIONE NON SI TOCCA!
I punti informativi saranno allestiti in tutte le piazza d’Italia.
A Trani il punto informativo sarà operativo in piazza delle
Repubblica, dalle 10 alle 13 e dalle 18 alle 21, con la presenza del deputato
Giuseppe d’Ambrosio.
Il Grillo di Trani
In tempi di crisi succede che qualcuno pensa a come venirne
fuori. Quel qualcuno non fa parte dei centri di potere, che invece hanno tutto
l’interesse a mantenere la crisi, per poter dare le briciole e farle sembrare
pranzi pantagruelici. In tempi di crisi, gente normale, che poi si rivela
speciale, ha ideato un piccolo mondo fatto di solidarietà, perché è con la
solidarietà, con l’aiuto reciproco, che si affrontano più agevolmente le
difficoltà. Diceva Einstein
"Non possiamo pretendere
che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose.
La crisi è la più grande benedizione per
le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce
dall'angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura.
E' nella crisi che sorge l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi
supera la crisi supera sé stesso senza essere 'superato'”.
Ebbene, quelli di ARCIPELAGO SCEC hanno seguito il suo
consiglio: hanno contato sulle proprie forze, sulle proprie idee, che sono idee
di esperti economisti, per dare un po’ di ricchezza in più alle famiglie; hanno
ideato un modo semplice per aumentare il potere d’acquisto dei cittadini e
lasciare che la ricchezza rimanga all’interno della città e non si disperda nei
centri commerciali, il vero buco nero dell’economia locale. I centri
commerciali fagocitano i nostri soldi e non li reimmettono nella nostra città;
questo impoverisce la nostra economia locale. E allora interviene ARCIPELAGO
SCEC : lo SCEC (Solidarietà ChE Cammina) è un buono gratuito che colma il
divario dei prezzi tra la grande distruzione organizzata (i centri commerciali,
per intenderci) e il commerciante di città.
A Trani, come a Santeramo, sono già diverse le attività che
accettano lo SCEC (l’adesione per il cliente e per l’esercente, ricordiamo, è
gratuita); esercenti che hanno fatto loro un’idea semplice, figlia di un
concetto semplice: la solidarietà.
Il presidentissimo Napolitano, re Giorgio per gli amici, ha nominato quattro nuovi senatori a vita. E' nelle sue attribuzioni, dirà qualcuno che di 'ste cose ne mastica. Nulla di più vero: il presidente della Repubblica ha facoltà di nominare cinque senatori cinque. Senatori a vita, sia chiaro. Non bau bau micio micio. Cittadini che, come recita l'articolo 59, comma 2, della Costituzione, hanno illustrato la patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario. Cittadini di cui il nostro Paese è fiero. Vero. Ciò che non è chiaro (usando un eufemismo) è perché re Giorgio li abbia nominati proprio ora. Ciò che non è chiaro è perché ne abbia nominati ben quattro.Con la nomina dei senatori a vita, un tempo, quando la politica non era ancora devastata, quando il presidente della Repubblica faceva il presidente della Repubblica, quando i partiti avevano un ragionevole motivo di esistere, e lo scontro era ancora ideologico (lacrimuccia), si cercava di elevare lo spessore della camera c.d. alta, quella prestigiosa, quella dei rappresentanti maturi del Paese. Fungevano un po' da guida, era, come si direbbe ora, il plusvalore. Ma soprattutto, non erano nominati con fini di indirizzo politico.Cerchiamo di essere chiari: i senatori a vita, come tutti i senatori, hanno diritto di voto. Essi possono, come è spesso successo con le ultime nomine, spostare gli equilibri: coi loro voti in Senato, possono mantenere o far cadere un governo; possono, se lo desiderano, essere determinanti nell'approvazione di una legge o nella sua respinta. In poche parole, hanno un bel potere, 'sti senatori qua. E manco sono stati eletti dal popolo! Ma dico io, Napolitano, con tutti i problemi che ha questa simpatica accolita di politicanti (non fatemela definire "governo", non mi riesce proprio), proprio ai senatori a vita stava a pensare?Sì : perché, il presidente della Repubblica, il garante super partes della vita istituzionale, l'uomo che deve vigilare sul buon e corretto andamento della vita politica a Roma, l'uomo che deve assicurare il rispetto delle regole, ha deciso ancora una volta di essere, come dire, un po' meno garante e un po' più attivo, più partecipe delle sorti del Paese. Come? presto detto. Il governo (scusate se l'ho chiamato così) figlio dell'inciucio rischia di cadere dopo la condanna di silvio (lettera minuscola) e lui, re Giorgio, non vuole. Allora, gira che ti rigira, camminando qua e là nervosamente nel suo studiolo di 300 mq (calpestabili), accarezzandosi il mento, gli si accende la lampadina. Questo governo non può cadere! -esclama. Ho fatto tanto per comporre questo inciu.. ehm, questa compagine e non sarà certo per un capriccio di qualcuno che cadrà! Nominerò dei senatori a vita! Ecco cosa farò! Così mi saranno fedeli e sosterranno letta (con la lettera minuscola)! Sì sì, posso farlo - dice sfogliando la Costituzione, edizione 1948- ricordavo bene!Così potranno fare qualche altra service tax, fare ancora un po' gli affaracci loro e , già che ci siamo, anche quelli miei - pensa ad alta voce, con l'indice vittorioso alzato, nel suo studiolo di 300 metri quadri calpestabili, dando un'occhiata in tralice al registro delle intercettazioni con mancino (lettera minuscola).Morale della favola: non c'è una morale.Purtroppo.