Cognetti, il consigliere comunale, va via da un gruppo, di cui non si è mai capito per la verità il senso, se ha un progetto, se è destinato a campare o a perire in un qualche battaglia elettorale.
La cosa, a quanto pare, interessa parecchio gli utenti da casa, divisi in legittimi commentatori-no perditempo, e attivisti da tastiera, statisti da poltrona a e gruppi d’assalto in pigiama e pantofole. Fin qui, nulla di nuovo sotto il sole. Ma la vera, curiosa novità è che hanno quasi tutti ragione.
Ha ragione chi gli suggerisce di dimettersi, se non crede più nel progetto del suo gruppo; dopotutto è stato eletto sulla base del programma proposto dal suo partito. Magari ce lo spiegassero pure, qual è il programma, ma la sostanza non cambia. Giusto.
Ha ragione chi dice che il consigliere Cognetti ha fatto bene, perché, dopotutto, il suo leader lo ha deluso profondamente, con la sua continua ricerca di un posto al sole, senza concretizzare il programma. Giusto.
Ha ragione chi dice che il consigliere è roba preziosa in piena campagna acquisti: con 'sti chiari di luna, meglio non farsi trovare impreparati ad una sfiducia dell’amministrazione. Giusto.
Ha ragione chi dice che il consigliere sta là perché ci deve stare, perché lo hanno votato e basta. Giusto.
Ha ragione chi sostiene che ora finalmente potrà pensare per il bene della comunità: giusto, per il male non c’è bisogno di pensare.
Ha ragione chi dice che, alla fine, non abbiamo ancora capito niente. Giustissimo, promosso.
Egregio consigliere, ci aiuti a capire. Considerando che qui, gli unici a non aver ragione, siamo rimasti io e lei.
Ormai ci siamo abituati.
Da ché questa nuova forza ha fatto capolino in un sistema completamente prono alla volontà dei poteri forti, completamente sottomesso al potere del “dio denaro”, immediatamente si sono attivati gli anticorpi della razionalità, della logica e del buon senso. Ma è una cura che i poteri forti cercano di eliminare, per far sopravvivere le la malattia, ossia loro stessi.
Nel nostro paese si è costituita “la corte” politica, ossia una compagine di gente che in virtù del suo enorme potere, sovrasta costantemente un popolo e che ne decide le sorti annientando la “democrazia rappresentativa” . Lo scopo principale è di annichilire letteralmente la volontà del popolo spostando conseguentemente la sovranità assoluta nelle loro mani, riducendolo (il popolo, s’intende) ad una massa di emeriti “cortigiani”, servi convinti della propria autonomia e libertà.
Forse ancora in pochi si sono accorti che, in un paese libero e democratico, lo scenario delle competenze e dei ruoli non deve essere questo, a meno che, come ho sempre sostenuto, non ammettiamo che l’italiano, per sua natura, è più portato a camminare con la testa in giù e le gambe per aria.
Di fronte a “questi pochi” (8 milioni circa) che finalmente hanno deciso di rimettere le cose nel giusto senso, si è scatenato lo spargimento di sterco, da parte della corte, che attraverso i suoi potenti canali di comunicazione, vorrebbe far credere ai propri cortigiani-servi che loro sono “il bene” mentre il M5S è il male assoluto.
Ed in parte, guarda caso, ci riescono, perché sono entrati profondamente nel tessuto culturale della gente (televisioni, radio e giornali faziosi sono i loro strumenti), convincendola che tutto ciò che è nuovo e pulito, deve essere rigettato.
Perché potrebbe minare il loro caro sistema corrotto e truffaldino.
In questa incessabile lava di cacca, ultimamente ne hanno inventata una superando cosi qualsiasi record di stupidate- in questa speciale classifica primeggiano da lungo tempo ormai -, definendo i parlamentari M5S semplicissimi “yes-man”, robot autocomandati a distanza attraverso un tablet (chissà perché risaltano solo i nostri), pilotati (e qui avrebbero potuto fare di più) semplicemente con un “clic”. Dall’esterno magari.
Praticamente, “u vouv cà deic c’rnut o’ciucc”.
Traduzione: il bue che dice cornuto al ciuccio.
Translation: the cow which says horned to donkey.
E quale sarebbe questo “mondo esterno” che pilota “on-line” i nostri parlamentari negli interventi ? Ho visto quasi sempre leggere promemoria cartacea, ma mai leggere direttamente dal tablet durante l’intervento, e sfiderei chiunque a fare un discorso non preparato e meditato prima, ma letto al momento attraverso un tablet - se ne accorgerebbe anche un bambino di prima elementare.
E quindi quale sarebbe questa entità esterna ? Grillo, Casaleggio o chi altri ?
Forse esiste… ed è il reale il “mondo esterno” a cui vi riferite; costituito, guarda caso, dal popolo “sovrano” che decide e porta le istanze nelle sedi istituzionali attraverso i propri “portavoce”, come è normale che sia in un paese “democratico”, prassi che proprio non conoscete. Perdonatemi se ogni tanto uso termini come “costituito”, non voglio alludere alle vostre beghe giudiziarie. È la gente che i nostri rappresentanti incontra periodicamente nelle piazze, senza barriere, senza scorta.
Ma volendo per assurdo credervi, come pensate si possano giustificare costoro, quando incontrano i cittadini “in pubblico” e non nelle sedi di partito dove si parla la stessa lingua ? State veramente rubando l’attività di comico a Beppe Grillo al quale consiglierei di stare molto attento a non diventare “troppo serio”.
Mi viene in mente un cartello letto in un WC che diceva: “Non dico di fare centro, ma almeno falla dentro”.
Ecco appunto: cercate almeno di farla dentro.
I VERI
GRANDI PROTAGONISTI DELLA POLITICA – Siam mica qui a …
L’episodio più divertente è stato vedere una vecchia
conoscenza della discutibile amministrazione di qualche anno fa rifiutare una
limonata (perché si sa, il MoVimento 5 stelle nasce dalle ceneri dei Borgia,
non si sa mai…) e invitare la sua signora ad allontanarsi, col suo stile
inconfondibile. Dialetto stretto. Lo usava anche quando occupava la poltrona
consiliare. Poi, per fortuna, si sono evoluti, o almeno si sono messi d’accordo
su che lingua usare nel palazzo. Dicono che si usi l’italiano, meglio così. Ma
la novità è che stavolta il protagonista, in piazza, non è stato lui. A dirla
tutta, non c’era nessuno come lui, evvivaddio.
Buon segno, questo, che la
politica di qualità allontana i parassiti, che (come tutti i parassiti che si rispettino) amano gli
ambienti sporchi e vivono succhiando le risorse di chi li ospita. Buon segno,
questo che la politica, ora, comincia a farla la gente comune. Come? – vi
chiederete. È stato sufficiente venire
in piazza e informarsi su cosa fosse e come funzionasse l’articolo 138, è stato
sufficiente sottoscrivere la petizione per non farlo modificare, è stato
sufficiente ascoltare il cittadino Giuseppe d’Ambrosio che spiegava ciò che non
ci era chiaro o ci raccontasse ciò che non sapevamo (troppe cose ancora, che ci
vengono nascoste). È stato sufficiente essere presenti: il MoVimento, il
deputato, la petizione sono formidabili strumenti. I veri grandi protagonisti della
politica - i 150 firmatari insieme ad un altro centinaio venuti ad assistere - hanno
ascoltato, chiesto, sollevato dubbi e perplessità, ottenuto risposte e avanzato
proposte. Perché ci hanno anche rotto un bel po’ quelli con sederino attaccato
alla poltrona, quelli che dicono che il modello del “vero politico” è d’alema o
bersani. La gente in piazza domenica 8 settembre 2013, ha fatto una politica
migliore. Siam mica qui a smacchiar…
Il Grillo di Trani
E preferiamo dare un lume, una torcia, una candela, un po’
di luce insomma, per far un po’ di chiarezza su quello che sta succedendo a
Roma. Su quel brutto affare dell’articolo 138. Scendiamo in piazza, domenica 8
settembre, per chiarire cos’è la Costituzione, qual è il suo significato –
quello che i Padri Costituenti hanno voluto darle, più che altro -, e come
invece stiano cercando di violentarla.
Scendiamo in piazza perché i fattacci dei politicanti, i
loro interessi personali, i loro giochi, non prevalgano sui nostri
diritti di cittadini. Saremo, guarda caso, in piazza della Repubblica: una
forma di governo democratica, partecipativa, del popolo. Una forma di governo
costituzionalmente sancita e garantita. Una forma di governo che loro, i
politicanti da strapazzo, quelli convinti di saper fare politica, cercano di
distruggere.
Scendiamo in piazza, domenica 8 settembre, per dire NO
GRAZIE, TORNATEVENE A CASA: LA COSTITUZIONE NON SI TOCCA!
I punti informativi saranno allestiti in tutte le piazza d’Italia.
A Trani il punto informativo sarà operativo in piazza delle
Repubblica, dalle 10 alle 13 e dalle 18 alle 21, con la presenza del deputato
Giuseppe d’Ambrosio.
Il Grillo di Trani