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MoVimento 5 Stelle Trani

Negli ultimi 3 anni sono venute alla luce ben due cave fumanti, situazioni di gravissimo inquinamento ambientale, delle quali i cittadini si sono accorti prima sentendone l’odore e poi dalla cronaca di siti web e giornali.
Se pensiamo che gli allarmi siano stati lanciati solo dove e quando si siano verificati incendi che hanno reso evidente la condizione dei luoghi, si comprende che ci si trova di fronte ad una emergenza di proporzioni gigantesche.
A questo si aggiungono elementi processuali e inchieste in Commissione Parlamentare Antimafia che riportano alla mente le nefandezze compiute dalla mafia locale, capeggiata da Annacondia, a danno dei tranesi negli anni '80.
Questo quadro avrebbe meritato una risposta molto più forte da parte delle istituzioni comunali e regionali, comprendendo la responsabilità dei funzionari pubblici e di quei partiti che hanno governato con i loro eletti questo territorio da allora.
Quella nelle due immagini qui allegate è un'Ordinanza Sindacale: la n° 233 del novembre 2002 (NOVEMBRE DUEMILADUE!), che rilevava una situazione di potenziale pericolo per lo stato in cui versavano le cave nell'agro di Trani, ritenendo possibile che vi venissero esercitate attività illecite e pericolose, come ad esempio lo smaltimento abusivo di rifiuti, fanghi e rifiuti pericolosi vari di qualsiasi origine, e per questo istituiva presso l'Ufficio Tecnico Comunale l'Anagrafe Comunale delle Cave.
In teoria questa Anagrafe avrebbe dovuto essere costruita con le autodenunce dei proprietari dei suoli e con l'attività di controllo da parte della Polizia Municipale, il tutto coordinato dal responsabile del procedimento, l'Ingegner Affatato.
A firmare l’ordinanza fu il Sindaco Avantario, che di lì a pochi mesi sarebbe stato sostituito (per 8 anni) dal Sindaco Tarantini.
L’Anagrafe Comunale delle Cave deve costituire il punto di partenza per un'azione di attenta verifica e successivamente di azione coordinata da parte di tutti gli enti preposti, Regione Puglia in testa.
Abbiamo chiesto quindi di visionare tutta la documentazione relativa all'Anagrafe Comunale delle Cave presenti sul territorio comunale: la documentazione relativa al suo avvio, alle attività svolte per la stessa e ai funzionari che le hanno poste in essere, compreso l'elenco dettagliato con indicazione dei proprietari e dello stato dei luoghi.
Considerata la situazione emergenziale che impone a noi tutti tempi rapidi e risposte efficaci, chiediamo e ci auguriamo che la nostra richiesta, a vantaggio dei cittadini tranesi, sia evasa il più presto possibile, possibilmente molto prima che scadano i termini di legge.
E’ per questo che abbiamo inviato copia della richiesta alla Procura della Repubblica.
Sono trascorsi 15 anni, cosa si è fatto?
Portavoce M5S Trani
Antonella Papagni e Luisa Di Lernia
Ordinanza Sindacale 233 del 2002 - pagina 1
Ordinanza Sindacale 233 del 2002 - pagina 2

Ricordate il gioco della sedia? C'era sempre una sedia in meno rispetto ai partecipanti al gioco e chi non era lesto nel prenderne una, beh, andava a finire in terra e pagava pegno. Crediamo sia la giusta metafora per spiegare quanto sta avvenendo nelle ultime ore a riguardo del piano di caratterizzazione della discarica di Trani.
Stiamo chiedendo da mesi lumi su questa faccenda, come pure di entrare in discarica ma, ed ora è più che evidente, sia i vertici di Amiu che l'amministrazione vogliono soltanto nascondere i disastri che stanno combinando.
Qualcuno però ora si è spaventato ed è iniziato lo scarica barile tra Santorsola (ex assessore regionale all'ambiente) e Di Gregorio (attuale assessore all'ambiente al comune di Trani).
Il piano di caratterizzazione non c'è e si rischia di perdere il finanziamento, dice l'ex inutile assessore regionale piazzandosi sulla prima seggiola disponibile e lanciando la bomba addosso a Di Gregorio che, con un gran graffiar d'unghie sui vetri, rimane con la bomba in mano e senza sedia, costretto a dire che sono in ritardo.
Vi chiedo: quale credibilità possono avere tali personaggi che, senza pensarci due volte, ci hanno insultato dicendoci che mentivamo e che in discarica le cose andavano bene? E loro sarebbero i competenti a risolvere un disastro ambientale in corso?
Evidentemente no!
Ed allora facciamo appello a tutti i consiglieri di buona volontà a chiedere le dimissioni del sindaco Bottaro perché qui la responsabilità è anche, principalmente, la sua. Intanto la discarica continua ad inquinare e la gente ad ammalarsi.
Invece di pensare a spartire gli sgabelli a tre gambe per 4 denari pensate ai cittadini.
Andate a casa e riconoscete la vostra incapacità.


Portavoce M5S
Trani - Antonella Papagni e Luisa Di Lernia
Puglia - Grazia Di Bari
Parlamento - Giuseppe D'ambrosio




Esprimiamo vicinanza al Segretario del Sindacato di Polizia CONSAP che oggi è stato attaccato dal Sindaco di Trani per aver espresso, civilmente e nel pieno esercizio delle proprie funzioni, alcune dure considerazioni sulla inefficienza di questa Amministrazione sul tema Sicurezza a fronte di quanto sta accadendo da anni nella nostra Città.

Il Sindaco di Trani nella sua nota si scrolla di dosso ogni responsabilità riguardo alla specifica competenza “perchè – dice – non è ancora stato investito della carica di sceriffo”.

Purtroppo, come al solito, il Sindaco dà il cattivo esempio, e proprio sul tema “Legalità”, adotta un atteggiamento da bullo della politica: “Farò pervenire le dichiarazioni rilasciate dal sindacalista al Prefetto ed al Ministero dell'Interno perché ora abbiamo davvero superato ogni limite”.

Il Sindaco ci faccia capire: quale limite è stato superato?
Quello di chiedere le sue dimissioni?
È già diventato così grave in questo Paese esprimere le proprie opinioni e additare le responsabilità di chi è pagato dai cittadini per garantire a quegli stessi cittadini le condizioni minime di vivibilità?

La richiesta di dimissioni è un affronto che un Sindaco del PD non può subire?
E invece no, gli toccano le critiche quando giustifica il suo operato in tema di sicurezza e legalità dicendo (utilizziamo le sue parole): “come Sindaco della città ho interdetto il porto al traffico veicolare”.
C'è stato un esimio rappresentante di questa maggioranza che ha affermato in consiglio comunale la necessità di pattugliare le nostre coste perchè il pericolo del terrorismo sarebbe venuto dal mare.
Secondo il Sindaco invece il pericolo criminalità arriva dalle auto.
E a tutti noi queste dichiarazioni dovrebbero andar bene.
Dovremmo star zitti, o magari applaudire.

Piuttosto, la reazione scomposta alle dichiarazioni del Rappresentante del Sindacato di Polizia rende evidente una più grave responsabilità politica.
Il Sindaco ricorre al Ministero dell'Interno solo quando un uomo delle forze dell'ordine gli rappresenta l'inattività e la mancanza di risposte, ma non lo fa quando c'è la necessità di difendere i suoi cittadini, quando bisogna far comprendere le difficoltà del territorio di cui è responsabile in prima persona, quando deve far valere i diritti delle persone per bene.

Ad esempio, non ricordiamo corse disperate verso Roma quando c'è da reclamare a giusta ragione la Questura per la Sesta Provincia, primo indispensabile passo per una più incisiva presenza delle forze dell'ordine sul nostro territorio.
I ministri non vanno scomodati solo per questioni personali.

Gli attivisti e le portavoce del M5S Trani

Per conto di chi governa il Sindaco Bottaro?
Quali interessi difende la maggioranza di centroqualcosa?
A chi rispondono?

Gli interrogativi sono più che leciti considerando il basso livello di questa amministrazione e la penuria di risultati.

Numerose sono le aree in cui si è mancato di intervenire in questi ultimi decenni, ma l'evidenza della gravità della situazione ci viene tristemente offerta dalle due società partecipate.

Partiamo da AMIU, un colabrodo non solo in termini di percolato.
I livelli di inquinamento della discarica vengono rimbalzati tra numeri di poco sotto la soglia di pericolo e di molto sopra la soglia di incazzatura: non è bastato violentare per oltre un decennio il territorio di Trani a favore di Fitto e Vendola, ci siam dovuti sorbire l'Assessore Regionale all'Ambiente tranese che si è arreso ancor prima di cominciare, e ora ci prepariamo alle piraterie di Caracciolo, noto per le sue battaglie ambientaliste.
A tre anni dalla chiusura per disastro ambientale la discarica è ancora qui con i suoi problemi attuali che avranno conseguenze sul futuro.
Ad una persona qualunque basterebbe questo dato per vergognarsi del proprio operato e sparire per un po', e invece eccoli lì, pronti a raccogliere i premi dei propri fallimenti, persino in prospettiva Politiche 2018.
La differenziata che tocca il 17% nel totale menefreghismo di questa maggioranza è una offesa alla buona volontà di differenziare dei tranesi ed alla loro forza di sopportazione di tariffe non adeguate ai servizi.
Vi sembra normale che il Movimento stia attendendo da oltre 6 mesi un incontro con il consiglio di amministrazione ed una visita in discarica?
Perchè non volerci incontrare? Perchè non farci entrare?
L'Amministratore Unico Guadagnuolo deve andare via, sta producendo danni che ci porteremo dietro per anni e non ha la minima attenzione per quei cittadini che mensilmente gli procurano un lauto stipendio.

Su AMET la situazione è ancora più snervante perchè trattasi della partecipata che potrebbe rendere servizi più efficienti e produrre utili di tutto rispetto.
E invece siamo ancora a parlare di problemi con la fatturazione, e ora a lamentarsene sono gli stessi dipendenti, incapaci di offrire risposte sensate ai cittadini esasperati.
L'avevamo detto in occasione della gara per il nuovo software, affidata all'azienda Zecca per 624.000 euro: una commissione di gara priva di un esperto informatico avrebbe fatto fatica ad individuare pregi e criticità delle offerte, e infatti si è stati “costretti” a conferire ulteriori incarichi di consulenza informatica all'azienda aggiudicataria, ma extra bando.
A fine dicembre infatti, nel corso di un consiglio di amministrazione, il Dott. Danisi approfitta del classico punto “varie e sopravvenute” per comunicare che la migrazione dati da un database all'altro non era stata prevista e che quindi andava commissionata ed avendo già chiesto un preventivo all'azienda Zecca aggiudicataria del bando, disponeva in maniera monocratica di affidare il servizio per 15.000 euro.
E così i ribassi di gara diventano barzellette poco divertenti.
A proposito, membro di quella commissione di gara per la scelta del software era l'Avvocato Pepe, scelto dall'Amministratore Delegato Danisi poco dopo il suo insediamento come professionista di fiducia, rendendo a tutti evidente che il prescelto da Bottaro aveva bisogno di un avvocato costantemente al suo fianco per gestire un'azienda.
L'indispensabile esperto legale proveniente da quel di Bari (considerata la morìa di giuristi in questa Città), che ha un costo per la collettività di 1.150 euro al mese, doveva restare solo fino a giugno 2016, ma poi si è deciso di assicurarci le sue prestazioni fino a dicembre 2016, salvo spostare nuovamente la scadenza di un anno, al 31 dicembre 2017.
Li esortiamo a concedergli la cittadinanza onoraria.

Ma il bel Danisi, invocato dal Sindaco come esperto in rianimazione delle società a partecipazione pubblica, quali stracci di risultati ha portato?
Qualcuno è in grado di elencarceli?
In azienda si può solo certificare la sua scarsa presenza, dati anche i numerosi altri ruoli che ricopre: commissario liquidatore di Ferrovie Sud Est, presidente del collegio sindacale di Sorgenia (azienda concorrente di AMET) ed amministratore straordinario per i comuni di Andria e Canosa della Sangalli, la società che ha vinto il discusso appalto di raccolta e trasporto rifiuti.
Una mente tanto raffinata da non essere riuscita a portare linee guida per il rilancio di AMET, tant'è che le stesse sono state dettate dal Sindaco alla società che ha redatto quel documento venduto alla Città come piano industriale per ben 32.000 euro e che contiene solo gli elementi di attendismo tipici dell'era bottariana: prima gli accordi con la maggioranza, anzi con le maggioranze, e poi le priorità della Città, tanto i tranesi non si lamentano.

E così ci ritroviamo la mancata adozione dei parcometri (danno economico enorme per mancati introiti), un software di fatturazione monco ed in ritardo (altro danno economico ed ingenti disservizi), una darsena che continua a perdere 130.000 euro l'anno per manifesta incapacità di trovare equilibri tra spese e incassi e per evidente mancanza di volontà a migliorare il servizio (danno economico per AMET al quale va aggiunto un incalcolabile danno d'immagine per Trani).

Se Bottaro ha intenzione di resistere solo per reggere i soliti equilibri politici che hanno a che fare con spartizione di poltrone, incastri di seggi parlamentari ed appoggi incrociati alle varie maggioranze, la Città non può attendere.
Almeno i ruoli chiave delle nostre partecipate devono essere ricoperti da persone esperte e volenterose, scelte alla luce del sole e con un mandato a tempo che risponda esclusivamente agli interessi dei cittadini.

Se il Sindaco Bottaro avesse le mani libere manderebbe a casa Guadagnuolo e Danisi ed avvierebbe una procedura pubblica e trasparente per scegliere gli amministratori di AMET e AMIU.
E se questa maggioranza avesse le mani libere costringerebbe il Sindaco ad agire in questo modo.
E invece niente, avanti così, tristi e ciambottisti.


Le portavoce Antonella Papagni e Luisa Di Lernia
e gli attivisti del Movimento 5 Stelle Trani
Sin dalle prime notizie della realizzazione del Parco di Via Polonia, nel 2015, il MoVimento 5 Stelle ha insistito per la realizzazione di giochi adatti anche a bambini diversamente abili.
A realizzazione del Parco ultimata, nonostante le rassicurazioni del Sindaco in proposito, nessuna installazione specifica per l’uso era stata realizzata.
Inutili le nostre rimostranze al Sindaco di persona e in Consiglio Comunale.
Per nostra fortuna il MoVimento 5 Stelle ha una filiera che funziona e, grazie all’emendamento da parte del Consigliere Regionale M5S Cristian Casili, a dicembre 2016 in Regione Puglia sono stati stanziati alcuni fondi utili ai comuni che avrebbero presentato un progetto per l’adeguamento di parchi gioco comunali alle esigenze dei bambini diversamente abili mediante l’inserimento di giochini ad essi fruibili.
Parchi giochi inclusivi, ovvero luoghi dove tutti i bambini e le bambine, ognuno con le proprie diverse abilità, trovano concrete opportunità di gioco e di relazione e dove gli adulti possono prendersi cura di loro.
Per fortuna l’amministrazione si è accorta dell’opportunità e, in tempo utile, ha inviato la PEC per la richiesta del finanziamento.
Grazie a M5S, presto, il Parco in Via Polonia potrà finalmente essere uno spazio aperto a tutti i bambini.
Cristian Casili - M5S Puglia
Antonella Papagni e Luisa Di Lernia - M5S Trani

L'immobilismo dell'Amministrazione tranese è disarmante.
Hanno esaurito tutte le idee nella stesura del programma elettorale, come nelle più becere tradizioni berlusconiane, realizzando quasi nulla di quanto promesso e in alcuni casi tradendo addirittura il mandato consegnato loro dai cittadini tranesi.
Emblematiche in tal senso le questioni parcheggi e piano delle coste.
Su strisce blu e sosta autobus Trani sta inanellando figuracce una dietro l'altra.
E nello specifico caso dei parcometri va chiaramente detto ai cittadini che si tratta di una espressa volontà politica, non ci sono giustificazioni legate alle lungaggini della burocrazia o alle necessità di trovare una soluzione tecnica adeguata.
Il mandante di questo scempio ha un nome e un cognome: Amedeo Bottaro.
Appena insediatosi a Palazzo di Città ha deliberatamente bloccato un bando di gara AMET per l'acquisto dei parcometri che sarebbero stati installati di lì a breve nelle zone strategiche del centro cittadino.
Una soluzione che vediamo con favore perché evita ciò che vediamo fare in alcuni comuni, ovvero concessione del servizio a privati che trattengono la stragrande maggioranza degli utili e versano una minima parte nelle casse del Comune.
Detenendo invece tramite AMET il pieno controllo tecnico e finanziario della gestione, avremmo assicurato un servizio decente per cittadini e turisti ed avremmo ottenuto risorse economiche per rilanciare, ad esempio, un altro settore strategico strettamente connesso ai parcheggi, quello del trasporto pubblico.
Una visione organica della mobilità cittadina è una priorità per un'amministrazione pubblica che vuole assicurare ai propri cittadini la vivibilità degli spazi pubblici e che vuole attrarre investimenti e turismo.
E invece tutto fermo.
I parcometri non vanno acquistati ed il Piano Generale del Traffico Urbano non va commissionato (e di conseguenza il Piano della Sosta non può essere redatto): questo è quanto deciso da chi ha incassato la fiducia di migliaia di tranesi due anni fa.
Proprio a loro ci rivolgiamo: non cedete al pensiero per cui ora la soluzione sia affidare quel servizio ad un privato, perché è esattamente ciò che vogliono portarvi a credere; possiamo gestirlo tramite l'azienda di vostra proprietà, l'AMET, ma non c'è la volontà di farlo.
Perché?
Cominciate a chiederlo voi stessi a quelle persone a cui avete affidato le chiavi della Vostra Città.
Così come dovreste chiedere loro perché anche quest'anno non sia stato approvato il Piano delle Coste che dovrebbe adottare le linee guida di quello Generale Regionale.
Eppure anche lì i manifesti 6x3 della scorsa campagna elettorale ritraevano il nostro mare e promettevano che saremmo ripartiti proprio dalla costa.
E di lì a poco si sarebbe festeggiato l'arrivo in giunta di una esperta del settore, l'Assessora Bologna, che avrebbe donato la propria esperienza professionale ai Tranesi.
È stato così?
La risposta potete darvela da soli con una bella passeggiata sul nostro invidiatissimo Lungomare...
L'estate è arrivata e con essa i soliti discorsi sconfortanti di cittadini e turisti.
E se la Nostra Trani ricomincia ad essere piena ad ogni weekend il merito è solo del patrimonio architettonico ereditato dai nostri avi e del coraggio degli imprenditori che continuano ostinatamente a credere di poter creare utili ed occupazione nel luogo in cui sono nati.

Le Portavoce M5S Trani
Antonella Papagni e Luisa Di Lernia




Immagine tratta dalla campagna elettorale di Bottaro

A Trani abbiamo bisogno di certezze e questo l’Amministrazione l’ha capito benissimo.
Ed infatti, per non destabilizzarci, per non gettarci nel panico, ha deciso di non mutare nulla dello stato attuale del lungomare, invitando tacitamente i Tranesi a migrare verso altri lidi (balneari).

Cosa è successo? O meglio, cosa non è successo? In campagna elettorale, da quei mostri scarsi della politica del centrodestra (che farebbero meglio ad andare a scuola, piuttosto che insegnare), fino ad arrivare all’attuale sindaco, tanti hanno parlato e straparlato del recupero della costa. Non è certo facile ipotizzare un recupero della costa nord, quella che va dal castello fino a Boccadoro per intenderci, dove gli interventi devono essere molto più pesanti, ma almeno il lungomare…

Andiamo in ordine di procedimento, per amore della verità: per ristabilire, risanare, recuperare, riqualificare la costa è necessaria l’approvazione del Piano Coste, quello tranese, che dovrebbe adottare le linee guida di quello Generale Regionale.
Ad oggi, se si prova a chiedere all’Amministrazione che fine ha fatto o a che punto è la stesura e l’approvazione di ‘sto benedetto Piano Coste, si possono ottenere molteplici (e poco convincenti) riposte.
Fatto sta che a marzo 2017 il lungomare è nello stesso stato dell’anno scorso, di due anni fa, di tre anni fa e così via, a ritroso nel tempo. Non è cambiato nulla, perché nulla può cambiare. I Tranesi possono continuare serenamente a godere della visione degli scheletri arrugginiti del lido Marechiaro e dei ruderi postbellici dell’ex ristorante “La vela” mentre fanno jogging o walking sul nostro prezioso lungomare, o immergersi nei miasmi fetidi della sciala (chissà se esistono ancora nel resto del mondo brutali strutture del genere direttamente sul mare) mentre ammirano romanticamente le alghe marcite lì sotto.

Ma facciamolo un ultimo disperato tentativo, proviamo a chiedere al sindaco dov’è, se c’è, il Piano Coste, chi è il responsabile della redazione, quali sono i tempi di consegna, se è vero che ad oggi dovremmo addirittura essere commissariati per la tardiva o mancata o inadeguata presentazione dello stesso.

Proviamo anche a chiedere al Sindaco dov’è, se c’è, l’Assessore Bologna, sbandierata come figura di spicco della “giunta delle competenze” che a luglio di due anni fa dichiarava: «il mio obiettivo sarà il ripristino e la riattivazione della pianificazione comunale costiera».

Sindaco, vorrebbe dire cortesemente ai suoi concittadini se possono sperare in un’estate balneare nella loro città o se devono munirsi di pazienza e mezzi di locomozione per rimpinguare le economie di Barletta e Bisceglie, attualmente con una proposta costiera di livello parecchio superiore alla splendida Perla dell’Adriatico?
Grazie anticipatamente per la risposta, sperando che arrivi prima di rindossare maglioni invernali.

Le promesse elettorali di Bottaro nella primavera 2015


Per monitorare l’andamento dei lavori all’impianto di depurazione di Trani, il Movimento 5 Stelle ha incontrato i referenti di Acquedotto Pugliese, il Dott. Vitucci, responsabile macro area di Bari e l’Ing. Notarnicola, responsabile gestione depurazione.

In fase preliminare abbiamo voluto richiedere informazioni di carattere generale, ricevendo notizie in merito al miglioramento, dal punto di vista gestionale, dei servizi di depurazione delle acque, fino al 2008 affidato a società terze.
Con delibere CIPE si stanno finanziando numerosi interventi nell’impiantistica, anche con notevoli risparmi proprio per il fatto che AQP sta operando spesso con proprio personale, ricorrendo sempre meno a consulenze ed affidamenti esterni.

In particolare l’impianto di Trani (definito da Legge Regionale con una portata di 83.000 abitanti) è risultato beneficiario di finanziamento nel 2003, con il Comune di Trani come stazione appaltante (7 milioni e 800 mila euro).
Tali lavori dovevano riguardare l’adeguamento al D. Lgs. 152 del 1999, poi D. Lgs. 152/2006.
Quell’appalto non andò a buon fine, l’intero impianto subì il sequestro giudiziario e si arrivò alla rescissione del contratto con l’impresa aggiudicataria.
Le motivazioni del sequestro furono riconducibili a scarichi fuori tabella, ovvero valori di agenti nocivi e potenzialmente inquinanti superiori ai limiti consentiti.
Già nel 2014 vennero pertanto svolti lavori straordinari sull’impianto per migliorare la qualità del refluo e riportarlo ai limiti di legge, salvo casi eccezionali determinati da maggiore afflusso di acque meteoriche.
Allo stato attuale l’impianto è ancora sotto sequestro e pertanto la Procura viene periodicamente aggiornata sull’andamento dei lavori.
Due volte al mese vengono svolti controlli a sorpresa da ARPA Puglia, e al contempo lo stesso Acquedotto Pugliese svolge analisi di autocontrollo mediante laboratorio accreditato e certificato.
Secondo i dati in possesso dei referenti di AQP ad oggi sono stati realizzati il 68% dei lavori previsti, in linea con il cronoprogramma che impone come data limite fine maggio 2017. Il nuovo impianto beneficerà di interventi migliorativi in tutte le fasi di lavorazione del refluo, dalle prime griglie alle sezioni di trattamento aerobico ed anaeorobico, agli impianti di sollevamento con pompe più efficienti, sino alla copertura delle vasche, per avere alla fine un'opera adeguata alle esigenze del territorio.

Sempre nel 2003 il Comune di Trani aveva proceduto a gara per la condotta sottomarina, ma anche lì numerose problematiche culminate con il sequestro stanno portando alla rescissione contrattuale.
In questo caso però, a differenza del depuratore, il Comune di Trani non ha ancora completato l’iter per giungere alla rescissione; al momento infatti manca lo stato di consistenza delle opere che deve essere redatto da un tecnico collaudatore, e dopo tale verifica tecnica certificata si potrà procedere con la rescissione contrattuale.
Solo alla fine di tale percorso l’Autorità Idrica Pugliese potrà affidare ad AQP l’incarico per una perizia finalizzata a valutare il completamento dell’opera.
Poiché al momento le stime parlano di una condotta completa al 95%, intendiamo verificare immediatamente la questione con gli uffici comunali.
La sua messa in funzione infatti, permetterebbe di portare il refluo a 2 Km e mezzo dalla costa invece che a riva come avviene adesso, ed a fronte di una ormai prossima consegna dei lavori di adeguamento dell’impianto di depurazione, il Comune di Trani pare possa attivarsi per quanto di sua competenza in modo da portare a compimento anche la condotta.
Ma lo scarico a mare dei reflui, pur nei limiti di legge, continuiamo a vederla come una sconfitta, per cui ben vengano i recenti stanziamenti di fondi regionali a favore di Trani per il trattamento e il riutilizzo a fini irrigui, sul cui percorso di progettazione intendiamo però vedere chiaro sin da subito.

In proposito i referenti AQP si sono soffermati a considerare attentamente una nostra proposta per il futuro: quella di avvalersi della fitodepurazione per l’ultima fase di trattamento, anche al fine del riutilizzo delle acque ad uso irriguo in agricoltura.
A livello logistico l’idea troverebbe una sua naturale collocazione, non essendoci sufficiente spazio per poter allargare l'impianto nelle immediate vicinanze: la fitodepurazione potrebbe infatti avere un duplice beneficio se pensata per il ripopolamento di specie autoctone di flora (e di conseguenza anche fauna) in prossimità della zona Boccadoro, un’area dell’agro tranese dall’alto valore naturalistico e storico che deve diventare un’autentica attrattiva turistica; allo stesso tempo gli agricoltori tranesi usufruirebbero di quelle acque.

Inoltre, nell'ottica di una economia circolare, come ci hanno spiegato i tecnici dell'impianto, anche il residuo secco post trattamento è un ottimo fertilizzante privo di pericoli ed a norma di legge che potrebbe essere utilizzato nei campi, ma per questo bisognerà superare la comprensibile diffidenza nei confronti di uno “scarto” del processo di depurazione, ostacolo culturale arduo ma non impossibile se affrontato con il consapevole coinvolgimento di tutte le parti interessate.



Movimento 5 Stelle Trani
Antonella Papagni – Luisa Di Lernia

Nei giorni scorsi abbiamo incontrato l’Assessore ai Lavori Pubblici di Trani Arch. Capone per un confronto ed una verifica su alcuni degli aspetti che attengono alle opere pubbliche nella nostra città.

Prima questione: il sottopasso ferroviario di Via De Robertis.
Rispetto agli incontri precedenti ci era intanto stata anticipata una novità in consiglio comunale (in risposta ad una nostra interrogazione) e non era stata positiva: il milione e mezzo di mutuo contratto (e sul quale stiamo pagando interessi) non risulta più sufficiente e sarebbe necessario il doppio della cifra.
Abbiamo approfondito la questione ed in particolare servirebbero altri 500.000 euro per lo spostamento dei sottoservizi a causa di opere che non sono state previste dai progettisti incaricati, ed un ulteriore milione di euro quale contributo a favore di RFI per la realizzazione di un sottopasso diverso da quello originariamente previsto (in virtù della seconda convenzione sottoscritta con RFI dal Comune di Trani nel 2008, durante il secondo mandato Tarantini).
Dunque, a quanto ci riferisce l’Assessore, l’Amministrazione è alla ricerca di una soluzione alternativa che sia realizzabile all’interno di quella capacità finanziaria (il milione e mezzo del mutuo).
Per di più, a causa dei troppi mutamenti intervenuti in tutti questi anni, RFI sta imponendo anche una nuova condizione: procederà ad elaborare la progettazione del sottopasso (da definirsi dunque se solo pedonale o anche veicolare) solo quando il Comune avrà completato lo spostamento dei sottoservizi, ed inoltre non potrà garantire una tempistica certa per la conclusione dei lavori.
A tal proposito ricordiamo che i progettisti che da più di 10 anni stanno lavorando alla soluzione del sottopasso e che hanno ottenuto qualche mese fa 80 mila euro di onorario integrativo alla somma già percepita, ora si stanno occupando di valutare una soluzione alternativa, con conseguente estensione dell'incarico: abbiamo posto all’attenzione dell’assessore Capone questi extra costi da loro in precedenza non calcolati, e la perdurante mancanza di una adeguata indagine geologica.
Nei prossimi giorni ci sarà un nuovo incontro tra il Comune ed RFI: proponiamo che l’Amministrazione si confronti almeno con il Comitato di Quartiere in un incontro pubblico per aggiornare i residenti sugli sviluppi, in modo che possano essere valutate tutte le eventuali alternative al progetto originario.
Una su tutte: l’apertura di due passaggi pedonali, uno su via De Robertis e l’altro in corrispondenza del sottopasso pedonale della Stazione, magari verificando se le somme del mutuo ormai contratto possano essere utilizzati per l’acquisizione da RFI dell’area deposito di via Togliatti per destinarlo a verde pubblico attrezzato.

Quanto alla strettoia di Pozzopiano: abbiamo chiesto per l’ennesima volta (abbiamo perso il conto) se esiste o meno un progetto o se va commissionato.
Finalmente è giunta la notizia che attendevamo: un progetto esiste ma è un po’ datato (l’Assessore non ci ha saputo dire quanto datato) e quindi va rivisto per aggiornarlo sia alla normativa vigente che ai mutati costi di prezzario.
Per certo prevede l’esproprio della porzione di terreno del privato e dunque l’abbattimento del muro perimetrale che si trova di fronte al quello del giardino di Villa Telesio.
L’Assessore ha lasciato intendere che il Sindaco sta cercando personalmente una soluzione con il privato, pertanto chiederemo lumi direttamente al primo cittadino: non vorremmo si arrivi ad un accordo sbilanciato a sfavore della Città.
Abbiamo chiesto di velocizzare i tempi di ricognizione tecnica su tale progetto in modo che possa essere portato in Consiglio Comunale per l’approvazione e l’avvio dell’iter di espropriazione per pubblica utilità.
Sul punto avremo presto un nuovo confronto sia con l’Assessore che con il Sindaco al fine di ottenere una definizione della tempistica.

Capitolo manutenzione strade: da un’approssimativa stima pare che serva un costante investimento di circa 3 milioni di euro annui, e per il momento, date le risorse a disposizione e con un Governo che preferisce darsi altre priorità, si è scelto di intervenire solo su alcune strade con il bando pubblico appena assegnato e già portato in evidenza dalla stampa locale. Considerando che l'assessore ha le idee chiare sui costi della manutenzione di tutte le strade abbiamo chiesto un piano di manutenzione che già individui le successive fasi ed equilibri gli interventi tra centro e periferia.
Restando sull’appalto di 300.000 euro appena affidato con il criterio del massimo ribasso, abbiamo anche appreso dagli uffici comunali che i controlli sulla regolarità e qualità degli interventi non saranno eseguiti da nostro personale ma affidati all’esterno; ciò a causa della carenza di personale.

Dissesto idrogeologico Trani Sud: ad agosto era stato affidato il progetto preliminare per le opere di mitigazione con un mandato ad 8 mesi, pertanto ormai in scadenza; anche qui la risposta non è chiara, faremo un accesso agli atti per verificare l'esistenza e la consistenza del progetto.
L’assessore ci è parso eccessivamente preoccupato per gli eccessivi costi dell’eventuale progettazione esecutiva dell’opera, quando invece progetto esecutivo ed opere stesse potrebbero essere realizzate con un canale di finanziamento preferenziale della Regione risolvendo così una grave situazione di un'ampia zona di Trani.
Ci auguriamo che l’attentissima amministrazione del PD non proceda ad approvare PUE (Piani Urbanistici Esecutivi) e non rilasci PdC (Permessi di Costruire) fino a quando le indispensabili opere di mitigazione non abbiano consentito la ridefinizione delle aree di rischio idrogeologico. In tal caso gli oneri di urbanizzazione potrebbero generare utili superiori al costo del progetto esecutivo delle opere di mitigazione.
A nostro parere serve una strategia razionale, lungimirante e prioritaria rispetto agli interessi privati di nuove costruzioni.

Parco di Via Polonia: gli abitanti del Quartiere Sant’Angelo ne attendevano da mesi l’apertura e l’Assessore conferma che i tempi sono stati dettati dall’attesa per l’attivazione dell’impianto di videosorveglianza da parte di AMET. La Partecipata, stando a quanto dichiara l’Assessore, stava a sua volta provvedendo a definire gli affidamenti con i propri fornitori di opere e servizi.
Buon per i tranesi che l’azienda appaltatrice del Parco abbia pazientemente atteso questo ingarbugliato iter per la consegna dei lavori (che non includevano l’impianto di sorveglianza) e la conseguente richiesta di saldo.
Si sarebbe potuto procedere con molta più celerità se gli uffici competenti si fossero mossi contestualmente sia sulla realizzazione del parco che sull’impianto di videosorveglianza.

Un piccolo inciso, a corredo di quanto avevamo segnalato in AMET riguardo alla sosta a pagamento: l’Assessore ha confermato che il Piano Generale del Traffico Urbano è molto vecchio (quindi non adeguato alla normativa che impone l’aggiornamento ogni due anni) ed inoltre non è stato commissionato alcun Piano della Sosta.
Cade dunque il furbo diversivo utilizzato da Danisi e Bottaro per prendere tempo e “rimandare a data da procrastinarsi” l’installazione dei parcometri.

Edilizia Scolastica: a quanto ci riferisce l’Ass. Capone sono necessari 30 milioni di euro per la messa in sicurezza di tutte le scuole (antisismico, antincendio, efficentamento energetico e in alcuni casi anche consolidamento strutturale).
Perché si possano programmare interventi ed ancor prima progettazioni, è bene che si abbia un chiaro prospetto degli interventi da portare all’attenzione della cittadinanza, anche in chiave di definizione dei bilanci, in modo da esporre, nero su bianco, il perché in certi casi è necessaria qualche sagra e qualche concerto in meno.
Per le scuole, così come per tutti gli edifici di proprietà comunale, abbiamo proposto (in linea con il nostro programma) che si valuti con attenzione l’individuazione di un Energy Manager, un Esperto in Gestione dell'Energia, certificato, qualificato e con esperienza, o in alternativa l’adesione a progetti di consulenza ENEA per mettere a punto una programmazione pluriennale di interventi di efficentamento energetico delle proprietà comunali che permetta di avvalersi o di specifici finanziamenti o di cofinanziamento tramite terzi, le ESCo (Energy Service Company).

Abbiamo rappresentato come priorità anche la questione di Piazza Kolbe in prospettiva di prossimi bandi di rigenerazione urbana.
In quel luogo dimenticato da tutte le Amministrazioni concorrono numerosi elementi che spingono alla massima urgenza: il degrado, la pericolosità del marciapiedi per i pedoni, l’insidia del manto stradale per i veicoli, gli alti costi di manutenzione della vegetazione arborea e soprattutto il rischio che i danni, in un futuro ormai prossimo, si riversino sulle abitazioni circostanti.
Tutto determinato da alberi di pino che, con decisione scellerata, sono stati impiantati in una zona densamente popolata e su un’area destinata ai servizi.
L’unica via percorribile è quella della sostituzione con specie arboree idonee all’ambiente urbano, inserita in un contesto di radicale riqualificazione della piazza.
Ma bisogna partire da un concetto di base: se domattina dovesse essere pubblicato un bando per il finanziamento statale o regionale di tale opera, noi non potremmo candidarci poiché non esiste alcun progetto, né è stato inserito a bilancio tra le previsioni di spesa.
Abbiamo pertanto invitato l’Assessore a tenere vivo questo tema e al contempo provvederemo a portarlo nuovamente all’attenzione del Sindaco.


Le portavoce Antonella Papagni e Luisa Di Lernia e gli attivisti del M5S Trani
Piazza Kolbe



Il Movimento 5 Stelle Trani ha incontrato i vertici di AMET (il Presidente Mazzilli, l’Amministratore Delegato Danisi e la consigliera Ventura) e l’Assessore Lignola per conoscere lo stato di salute della nostra partecipata e fare il punto su alcune questioni specifiche.
Ringraziamo per la preziosa occasione di confronto che ci è stata concessa; a loro dire siamo stati gli unici a mostrare tanto interesse verso l’Azienda dei Tranesi.
Nota di biasimo da parte nostra per l’assoluto silenzio dell’Amministratore Delegato in questi mesi: comunicare ai cittadini quanto sta accadendo nell’azienda di loro proprietà riteniamo sia doveroso e per di più utile ai fini di una costante verifica del lavoro svolto.
Ci ha pensato il nuovo presidente di AMET, dr. Mazzilli, a darci conforto: sono solo tre mesi che è in atto il nuovo corso di AMET, anche se la nuova Amministrazione Comunale è lì in carica da oltre un anno e mezzo.
La velocità non è il loro forte a quanto pare…

Parliamo di Piano Industriale e arriva la prima notizia: per fine gennaio sarà pronto il documento sul futuro di AMET che era stato commissionato a RECONTA ERNST & YOUNG SPA (sulla cui procedura di affidamento abbiamo già richiesto informazioni).
Un piccolo ma significativo dettaglio però ci ha lasciati perplessi: né AMET, né Comune di Trani hanno dato un indirizzo strategico alla società di consulenza; in buona sostanza, non è stata indicata né la volontà di salvaguardare a tutti i costi AMET, né altra direzione. Ci aspettiamo che sia il committente (AMET) a determinare il futuro dell’azienda, non la società terza incaricata di redigere il piano industriale; dopotutto, è proprio questo ciò che un organo politico dovrebbe fare, dare un indirizzo, non lasciare che lo facciano altri. Bussiamo idealmente alla porta della maggioranza per chiedere cosa vorrebbero fare quindi della partecipata.
Il Dott. Danisi ci ha dunque spiegato che arriverà in consiglio comunale un Piano Industriale che parte dalla fotografia attuale di AMET e proporrà due o tre scenari possibili in base alle prossime attuazioni di legge per ognuno dei settori (Energia, Trasporti, Darsena, Parcheggi). Insomma, buona volontà del nuovo C.d.A., ma linea poco decisa. In questo, più che del C.d.A., avremmo preferito un posizione forte del Socio Unico (il Comune di Trani appunto); Sindaco, gentilmente batta un colpo, le responsabilità vanno assunte.
Poi una buona notizia con l’imminente arrivo di un “Regolamento dei crediti”: niente più discrezionalità dei dipendenti nella scelta di dare credito agli utenti. Salvo casi eccezionali e ponderati, tutti dovranno pagare con regolarità.
Analizzando invece alcuni aspetti del Bilancio, abbiamo concordato sul fatto che ha inciso in maniera decisa sulla passività il mancato pagamento del 5° e del 6° bimestre 2012 e del 1° bimestre 2013 a Cassa Conguaglio, determinando una sanzione con interessi di mora pari a 1.200.000 euro (non proprio bruscolini), in parte inseriti proprio nel bilancio 2015.
Sarebbe cosa buona e giusta capire a chi attribuire la responsabilità di tali sgorbi amministrativi che poi incidono sulle tasche dei tranesi: su questo i vertici di AMET fanno spallucce.
Sul tema Energia ci siamo confrontati in maniera serrata, partendo comunque da una prima positiva informazione: il software di gestione dei dati di lettura dei contatori, di elaborazione e di trasmissione degli stessi agli enti preposti, entrerà in funzione agli inizi di marzo.
Tradotto in parole povere: l’intero sistema di lettura dei consumi, fatturazione, trasmissione dei dati di produzione, cessione in rete e consumo di energia da fonti energetiche rinnovabili, sarà automatizzato e i disagi definitivamente eliminati.
Vogliamo sperare che tali dichiarazioni siano supportate dai fatti e che finalmente vi sia, almeno in tale ambito, una primavera AMET.

Quanto ai possibili scenari, vi potrebbe essere l'eventualità della vendita della rete elettrica cittadina, replica della politica nazionale del PD che mesi fa ha permesso l'ingresso di un colosso cinese in Terna (la dorsale elettrica nazionale sino ad allora di proprietà esclusiva dello Stato).
Per noi del Movimento 5 Stelle la rete elettrica dei tranesi non si tocca, e non per partito preso, ma per una ponderata visione di sviluppo e protezione del territorio, che non deve essere legato obbligatoriamente alle leggi di mercato in un sistema economico corrotto e fallimentare, vedi Sorgenia e MPS.

La distribuzione di energia elettrica e la manutenzione della rete dovrà rimanere di AMET e dei cittadini tranesi; la rete, e siamo in ritardo rispetto alle sue potenzialità, è l’autostrada dell’energia, di dati ed informazioni (vedi smart grid, reti intelligenti). Non solo, la gestione pubblica di un settore strategico come quello della distribuzione, nell’ottica dell’autoproduzione di energia distribuita, pone le basi per sviluppare un altro modello economico resiliente ai cambiamenti, a vantaggio di tutti i cittadini e non di pochi privati.
In uno scenario ove le norme cambiano continuamente, il modello Città offre opportunità di autonomia ed autosufficienza energetica ed indirizza le azioni dei politici affinché non subiscano le leggi ma le condizionino in base alle esigenze di sviluppo del territorio.

Tra le opzioni che il Piano Industriale potrebbe presentarci c’è la compravendita di energia nel mercato libero e, volendo mantenere la proprietà della rete elettrica cittadina, andrebbe creata apposita società con strutturazione diversa dal settore della distribuzione, cosa che già si cercò di fare con AMET ENERGIA Srl: tentativo fallito e società già da tempo in liquidazione (l’assessore Lignola ha anticipato che si giungerà ad una soluzione entro un mese).
Ma piuttosto che entrare nel mercato della borsa elettrica composto da colossi, sarebbe invece opportuno proporsi nella produzione e vendita di energia al 100% da fonti energetiche rinnovabili, offrendo così un modello di sviluppo sostenibile e sicuro, nell’ottica di un’autosufficienza energetica cittadina al 100% da fonte energetica rinnovabile, chiaramente interconnessa ad una rete più vasta (l’internet dell’energia) e collegata ad altri decentramenti energetici cittadini.
In sostanza, potremmo paragonarci al coltivatore e produttore di alimenti biologici di prossimità per il consumo alimentare cittadino, piuttosto che rischiare nella compravendita di alimenti per la grande distribuzione.

Inoltre, abbiamo fatto notare al CdA AMET, bisogna porre rimedio alla carenza di personale altamente qualificato nel settore energia, evitando così anche di esternalizzare alcuni dei servizi con costi maggiori per la collettività (tra l’altro il comparto energia è quello che rileva l’età media più alta: 53 anni).

Quanto a Darsena, croce e delizia di AMET: ad oggi l’Azienda elettrica, stando alla Convenzione con il Comune, rende a quest’ultimo 1/3 delle entrate, ma paga la totalità dei costi d’esercizio. Accordo a nostro avviso un po’ sproporzionato, considerando i rischi d’impresa.
A.D. e Presidente ipotizzano la ricollocazione di alcune risorse umane, il cui costo incide maggiormente nel bilancio, nel settore elettrico previo accordo con i sindacati.
Ma è difficile da ipotizzare, poiché il comparto elettrico necessita di risorse altamente specializzate, che peraltro, una volta inserite, devono accumulare il necessario know-how per produrre un utile ricambio generazionale.
Piuttosto, anche a vantaggio della tutela occupazionale, si ridefinisca quella Convenzione e si permetta ad AMET di trattenere un maggior utile per investirlo in mezzi, strumenti e servizi che rendano il Porto di Trani attrattivo per i diportisti.
Imporre l’abbassamento delle tariffe, così come è stato fatto recentemente, porterà ad un effimero tornaconto nell’immediato, alla “scenografica” impressione che la darsena sia molto popolata, ma si eviterà ancora una volta di produrre quel vantaggio competitivo rispetto ad altre realtà diportistiche pugliesi.
Su tali prospettive i vertici di AMET ci sono parsi abbastanza remissivi dinanzi alle direttive del Socio Unico. E qui bussiamo per la seconda volta al Sindaco.

Sui parcometri nulla di nuovo, anzi qualche conferma dell’atteggiamento ostativo dell’Amministrazione, in considerazione della volontà espressa dall’Assessore Lignola di valutare proposte di terzi che potrebbero portare migliorie alla città in cambio della concessione del servizio di sosta a pagamento.
Abbiamo ribadito la nostra assoluta contrarietà a ricorrere a soggetti privati, anche in considerazione della possibilità di utilizzare i proventi degli incassi con il sistema automatizzato (che sarebbero molto più alti degli attuali, come ha confermato il Dott. Danisi) per migliorare i mezzi e gli strumenti a supporto del trasporto pubblico.
I vertici AMET hanno comunque ammesso che questo immobilismo è riconducibile esclusivamente alla volontà del Sindaco di attendere sia le risultanze del Piano Industriale (e sarà curioso capire come possa essere giustificata da Ernst & Young l’eventualità di una cessione a favore di privati), sia il Piano della Sosta che, lo spieghiamo a beneficio di maggiore comprensione dei cittadini, è un piano particolareggiato derivante dal Piano Generale del Traffico Urbano (che non ci risulta sia stato neanche commissionato).
Aspettiamo quest’ultimo per sperare nel primo o ci diamo da fare?
Ci è stato anticipato che sarà pubblicata una manifestazione di interesse per la fornitura di un applicazione smart phone per il pagamento della sosta, che rimarrebbe monco se non integrato ad una rete di parcometri.
Insomma, si prende tempo e a nostro avviso si vuole prendere i tranesi per sfinimento, fino a convincerli che disfarcene sarà un vantaggio.
Ma non lo è, sia chiaro.

Sul tema trasporti abbiamo sollecitato a partecipare al bando regionale di prossima pubblicazione che assegnerà risorse economiche per il riammodernamento del parco mezzi; il Dott. Danisi ha azzardato una previsione di finanziamento pari a circa 200.000 euro che sarà sufficiente all’acquisto di due mezzi tradizionali.
In tal senso abbiamo incoraggiato ad intraprendere un percorso, certamente più lento ma di sicuro effetto positivo, che favorisca mezzi più piccoli ed elettrici che permettano una distribuzione più capillare e ad impatto zero.
Abbiamo sollecitato lo studio di una procedura aperta per la concessione di spazi pubblicitari sui mezzi pubblici, una fonte di guadagno per la Città che ad oggi inspiegabilmente non è stata sfruttata e per la quale, riconoscendone l’utilità, si è assunto l’impegno l’Assessore Lignola.
Ma tutte queste intenzioni, che abbiamo constatato essere condivise a parole, sono state inspiegabilmente poste ad oggetto di valutazione esclusivamente da un soggetto terzo nel Piano Industriale.

Febbraio dunque potrà essere il mese cruciale per le sorti future della nostra partecipata, e pertanto invitiamo l’Amministrazione a fornire dati e documenti con adeguato anticipo al fine di mettere i consiglieri nella migliore condizione per esprimere il proprio voto.
Al contrario insomma di quanto avvenne con il Piano di Razionalizzazione delle Partecipate che la Giunta decise di approvare nel pomeriggio del 31 dicembre 2015 e che mai portò in Consiglio Comunale per un confronto, dato il peso delle arbitrarie valutazioni negative che faceva calare su darsena, parcheggi e trasporti.

In ultimo abbiamo suggerito ai vertici AMET di provvedere in autonomia e con cadenza trimestrale alla convocazione di una conferenza stampa aperta ai cittadini per comunicare l’andamento aziendale, i risultati raggiunti e le eventuali difficoltà.
A beneficio di tutti, anche di chi è responsabile di scelte che coinvolgono la collettività.

Luisa di Lernia, Antonella Papagni e gli attivisti del Movimento 5 Stelle Trani



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