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MoVimento 5 Stelle Trani

Per conto di chi governa il Sindaco Bottaro?
Quali interessi difende la maggioranza di centroqualcosa?
A chi rispondono?

Gli interrogativi sono più che leciti considerando il basso livello di questa amministrazione e la penuria di risultati.

Numerose sono le aree in cui si è mancato di intervenire in questi ultimi decenni, ma l'evidenza della gravità della situazione ci viene tristemente offerta dalle due società partecipate.

Partiamo da AMIU, un colabrodo non solo in termini di percolato.
I livelli di inquinamento della discarica vengono rimbalzati tra numeri di poco sotto la soglia di pericolo e di molto sopra la soglia di incazzatura: non è bastato violentare per oltre un decennio il territorio di Trani a favore di Fitto e Vendola, ci siam dovuti sorbire l'Assessore Regionale all'Ambiente tranese che si è arreso ancor prima di cominciare, e ora ci prepariamo alle piraterie di Caracciolo, noto per le sue battaglie ambientaliste.
A tre anni dalla chiusura per disastro ambientale la discarica è ancora qui con i suoi problemi attuali che avranno conseguenze sul futuro.
Ad una persona qualunque basterebbe questo dato per vergognarsi del proprio operato e sparire per un po', e invece eccoli lì, pronti a raccogliere i premi dei propri fallimenti, persino in prospettiva Politiche 2018.
La differenziata che tocca il 17% nel totale menefreghismo di questa maggioranza è una offesa alla buona volontà di differenziare dei tranesi ed alla loro forza di sopportazione di tariffe non adeguate ai servizi.
Vi sembra normale che il Movimento stia attendendo da oltre 6 mesi un incontro con il consiglio di amministrazione ed una visita in discarica?
Perchè non volerci incontrare? Perchè non farci entrare?
L'Amministratore Unico Guadagnuolo deve andare via, sta producendo danni che ci porteremo dietro per anni e non ha la minima attenzione per quei cittadini che mensilmente gli procurano un lauto stipendio.

Su AMET la situazione è ancora più snervante perchè trattasi della partecipata che potrebbe rendere servizi più efficienti e produrre utili di tutto rispetto.
E invece siamo ancora a parlare di problemi con la fatturazione, e ora a lamentarsene sono gli stessi dipendenti, incapaci di offrire risposte sensate ai cittadini esasperati.
L'avevamo detto in occasione della gara per il nuovo software, affidata all'azienda Zecca per 624.000 euro: una commissione di gara priva di un esperto informatico avrebbe fatto fatica ad individuare pregi e criticità delle offerte, e infatti si è stati “costretti” a conferire ulteriori incarichi di consulenza informatica all'azienda aggiudicataria, ma extra bando.
A fine dicembre infatti, nel corso di un consiglio di amministrazione, il Dott. Danisi approfitta del classico punto “varie e sopravvenute” per comunicare che la migrazione dati da un database all'altro non era stata prevista e che quindi andava commissionata ed avendo già chiesto un preventivo all'azienda Zecca aggiudicataria del bando, disponeva in maniera monocratica di affidare il servizio per 15.000 euro.
E così i ribassi di gara diventano barzellette poco divertenti.
A proposito, membro di quella commissione di gara per la scelta del software era l'Avvocato Pepe, scelto dall'Amministratore Delegato Danisi poco dopo il suo insediamento come professionista di fiducia, rendendo a tutti evidente che il prescelto da Bottaro aveva bisogno di un avvocato costantemente al suo fianco per gestire un'azienda.
L'indispensabile esperto legale proveniente da quel di Bari (considerata la morìa di giuristi in questa Città), che ha un costo per la collettività di 1.150 euro al mese, doveva restare solo fino a giugno 2016, ma poi si è deciso di assicurarci le sue prestazioni fino a dicembre 2016, salvo spostare nuovamente la scadenza di un anno, al 31 dicembre 2017.
Li esortiamo a concedergli la cittadinanza onoraria.

Ma il bel Danisi, invocato dal Sindaco come esperto in rianimazione delle società a partecipazione pubblica, quali stracci di risultati ha portato?
Qualcuno è in grado di elencarceli?
In azienda si può solo certificare la sua scarsa presenza, dati anche i numerosi altri ruoli che ricopre: commissario liquidatore di Ferrovie Sud Est, presidente del collegio sindacale di Sorgenia (azienda concorrente di AMET) ed amministratore straordinario per i comuni di Andria e Canosa della Sangalli, la società che ha vinto il discusso appalto di raccolta e trasporto rifiuti.
Una mente tanto raffinata da non essere riuscita a portare linee guida per il rilancio di AMET, tant'è che le stesse sono state dettate dal Sindaco alla società che ha redatto quel documento venduto alla Città come piano industriale per ben 32.000 euro e che contiene solo gli elementi di attendismo tipici dell'era bottariana: prima gli accordi con la maggioranza, anzi con le maggioranze, e poi le priorità della Città, tanto i tranesi non si lamentano.

E così ci ritroviamo la mancata adozione dei parcometri (danno economico enorme per mancati introiti), un software di fatturazione monco ed in ritardo (altro danno economico ed ingenti disservizi), una darsena che continua a perdere 130.000 euro l'anno per manifesta incapacità di trovare equilibri tra spese e incassi e per evidente mancanza di volontà a migliorare il servizio (danno economico per AMET al quale va aggiunto un incalcolabile danno d'immagine per Trani).

Se Bottaro ha intenzione di resistere solo per reggere i soliti equilibri politici che hanno a che fare con spartizione di poltrone, incastri di seggi parlamentari ed appoggi incrociati alle varie maggioranze, la Città non può attendere.
Almeno i ruoli chiave delle nostre partecipate devono essere ricoperti da persone esperte e volenterose, scelte alla luce del sole e con un mandato a tempo che risponda esclusivamente agli interessi dei cittadini.

Se il Sindaco Bottaro avesse le mani libere manderebbe a casa Guadagnuolo e Danisi ed avvierebbe una procedura pubblica e trasparente per scegliere gli amministratori di AMET e AMIU.
E se questa maggioranza avesse le mani libere costringerebbe il Sindaco ad agire in questo modo.
E invece niente, avanti così, tristi e ciambottisti.


Le portavoce Antonella Papagni e Luisa Di Lernia
e gli attivisti del Movimento 5 Stelle Trani

L'immobilismo dell'Amministrazione tranese è disarmante.
Hanno esaurito tutte le idee nella stesura del programma elettorale, come nelle più becere tradizioni berlusconiane, realizzando quasi nulla di quanto promesso e in alcuni casi tradendo addirittura il mandato consegnato loro dai cittadini tranesi.
Emblematiche in tal senso le questioni parcheggi e piano delle coste.
Su strisce blu e sosta autobus Trani sta inanellando figuracce una dietro l'altra.
E nello specifico caso dei parcometri va chiaramente detto ai cittadini che si tratta di una espressa volontà politica, non ci sono giustificazioni legate alle lungaggini della burocrazia o alle necessità di trovare una soluzione tecnica adeguata.
Il mandante di questo scempio ha un nome e un cognome: Amedeo Bottaro.
Appena insediatosi a Palazzo di Città ha deliberatamente bloccato un bando di gara AMET per l'acquisto dei parcometri che sarebbero stati installati di lì a breve nelle zone strategiche del centro cittadino.
Una soluzione che vediamo con favore perché evita ciò che vediamo fare in alcuni comuni, ovvero concessione del servizio a privati che trattengono la stragrande maggioranza degli utili e versano una minima parte nelle casse del Comune.
Detenendo invece tramite AMET il pieno controllo tecnico e finanziario della gestione, avremmo assicurato un servizio decente per cittadini e turisti ed avremmo ottenuto risorse economiche per rilanciare, ad esempio, un altro settore strategico strettamente connesso ai parcheggi, quello del trasporto pubblico.
Una visione organica della mobilità cittadina è una priorità per un'amministrazione pubblica che vuole assicurare ai propri cittadini la vivibilità degli spazi pubblici e che vuole attrarre investimenti e turismo.
E invece tutto fermo.
I parcometri non vanno acquistati ed il Piano Generale del Traffico Urbano non va commissionato (e di conseguenza il Piano della Sosta non può essere redatto): questo è quanto deciso da chi ha incassato la fiducia di migliaia di tranesi due anni fa.
Proprio a loro ci rivolgiamo: non cedete al pensiero per cui ora la soluzione sia affidare quel servizio ad un privato, perché è esattamente ciò che vogliono portarvi a credere; possiamo gestirlo tramite l'azienda di vostra proprietà, l'AMET, ma non c'è la volontà di farlo.
Perché?
Cominciate a chiederlo voi stessi a quelle persone a cui avete affidato le chiavi della Vostra Città.
Così come dovreste chiedere loro perché anche quest'anno non sia stato approvato il Piano delle Coste che dovrebbe adottare le linee guida di quello Generale Regionale.
Eppure anche lì i manifesti 6x3 della scorsa campagna elettorale ritraevano il nostro mare e promettevano che saremmo ripartiti proprio dalla costa.
E di lì a poco si sarebbe festeggiato l'arrivo in giunta di una esperta del settore, l'Assessora Bologna, che avrebbe donato la propria esperienza professionale ai Tranesi.
È stato così?
La risposta potete darvela da soli con una bella passeggiata sul nostro invidiatissimo Lungomare...
L'estate è arrivata e con essa i soliti discorsi sconfortanti di cittadini e turisti.
E se la Nostra Trani ricomincia ad essere piena ad ogni weekend il merito è solo del patrimonio architettonico ereditato dai nostri avi e del coraggio degli imprenditori che continuano ostinatamente a credere di poter creare utili ed occupazione nel luogo in cui sono nati.

Le Portavoce M5S Trani
Antonella Papagni e Luisa Di Lernia



Il Movimento 5 Stelle Trani ha incontrato i vertici di AMET (il Presidente Mazzilli, l’Amministratore Delegato Danisi e la consigliera Ventura) e l’Assessore Lignola per conoscere lo stato di salute della nostra partecipata e fare il punto su alcune questioni specifiche.
Ringraziamo per la preziosa occasione di confronto che ci è stata concessa; a loro dire siamo stati gli unici a mostrare tanto interesse verso l’Azienda dei Tranesi.
Nota di biasimo da parte nostra per l’assoluto silenzio dell’Amministratore Delegato in questi mesi: comunicare ai cittadini quanto sta accadendo nell’azienda di loro proprietà riteniamo sia doveroso e per di più utile ai fini di una costante verifica del lavoro svolto.
Ci ha pensato il nuovo presidente di AMET, dr. Mazzilli, a darci conforto: sono solo tre mesi che è in atto il nuovo corso di AMET, anche se la nuova Amministrazione Comunale è lì in carica da oltre un anno e mezzo.
La velocità non è il loro forte a quanto pare…

Parliamo di Piano Industriale e arriva la prima notizia: per fine gennaio sarà pronto il documento sul futuro di AMET che era stato commissionato a RECONTA ERNST & YOUNG SPA (sulla cui procedura di affidamento abbiamo già richiesto informazioni).
Un piccolo ma significativo dettaglio però ci ha lasciati perplessi: né AMET, né Comune di Trani hanno dato un indirizzo strategico alla società di consulenza; in buona sostanza, non è stata indicata né la volontà di salvaguardare a tutti i costi AMET, né altra direzione. Ci aspettiamo che sia il committente (AMET) a determinare il futuro dell’azienda, non la società terza incaricata di redigere il piano industriale; dopotutto, è proprio questo ciò che un organo politico dovrebbe fare, dare un indirizzo, non lasciare che lo facciano altri. Bussiamo idealmente alla porta della maggioranza per chiedere cosa vorrebbero fare quindi della partecipata.
Il Dott. Danisi ci ha dunque spiegato che arriverà in consiglio comunale un Piano Industriale che parte dalla fotografia attuale di AMET e proporrà due o tre scenari possibili in base alle prossime attuazioni di legge per ognuno dei settori (Energia, Trasporti, Darsena, Parcheggi). Insomma, buona volontà del nuovo C.d.A., ma linea poco decisa. In questo, più che del C.d.A., avremmo preferito un posizione forte del Socio Unico (il Comune di Trani appunto); Sindaco, gentilmente batta un colpo, le responsabilità vanno assunte.
Poi una buona notizia con l’imminente arrivo di un “Regolamento dei crediti”: niente più discrezionalità dei dipendenti nella scelta di dare credito agli utenti. Salvo casi eccezionali e ponderati, tutti dovranno pagare con regolarità.
Analizzando invece alcuni aspetti del Bilancio, abbiamo concordato sul fatto che ha inciso in maniera decisa sulla passività il mancato pagamento del 5° e del 6° bimestre 2012 e del 1° bimestre 2013 a Cassa Conguaglio, determinando una sanzione con interessi di mora pari a 1.200.000 euro (non proprio bruscolini), in parte inseriti proprio nel bilancio 2015.
Sarebbe cosa buona e giusta capire a chi attribuire la responsabilità di tali sgorbi amministrativi che poi incidono sulle tasche dei tranesi: su questo i vertici di AMET fanno spallucce.
Sul tema Energia ci siamo confrontati in maniera serrata, partendo comunque da una prima positiva informazione: il software di gestione dei dati di lettura dei contatori, di elaborazione e di trasmissione degli stessi agli enti preposti, entrerà in funzione agli inizi di marzo.
Tradotto in parole povere: l’intero sistema di lettura dei consumi, fatturazione, trasmissione dei dati di produzione, cessione in rete e consumo di energia da fonti energetiche rinnovabili, sarà automatizzato e i disagi definitivamente eliminati.
Vogliamo sperare che tali dichiarazioni siano supportate dai fatti e che finalmente vi sia, almeno in tale ambito, una primavera AMET.

Quanto ai possibili scenari, vi potrebbe essere l'eventualità della vendita della rete elettrica cittadina, replica della politica nazionale del PD che mesi fa ha permesso l'ingresso di un colosso cinese in Terna (la dorsale elettrica nazionale sino ad allora di proprietà esclusiva dello Stato).
Per noi del Movimento 5 Stelle la rete elettrica dei tranesi non si tocca, e non per partito preso, ma per una ponderata visione di sviluppo e protezione del territorio, che non deve essere legato obbligatoriamente alle leggi di mercato in un sistema economico corrotto e fallimentare, vedi Sorgenia e MPS.

La distribuzione di energia elettrica e la manutenzione della rete dovrà rimanere di AMET e dei cittadini tranesi; la rete, e siamo in ritardo rispetto alle sue potenzialità, è l’autostrada dell’energia, di dati ed informazioni (vedi smart grid, reti intelligenti). Non solo, la gestione pubblica di un settore strategico come quello della distribuzione, nell’ottica dell’autoproduzione di energia distribuita, pone le basi per sviluppare un altro modello economico resiliente ai cambiamenti, a vantaggio di tutti i cittadini e non di pochi privati.
In uno scenario ove le norme cambiano continuamente, il modello Città offre opportunità di autonomia ed autosufficienza energetica ed indirizza le azioni dei politici affinché non subiscano le leggi ma le condizionino in base alle esigenze di sviluppo del territorio.

Tra le opzioni che il Piano Industriale potrebbe presentarci c’è la compravendita di energia nel mercato libero e, volendo mantenere la proprietà della rete elettrica cittadina, andrebbe creata apposita società con strutturazione diversa dal settore della distribuzione, cosa che già si cercò di fare con AMET ENERGIA Srl: tentativo fallito e società già da tempo in liquidazione (l’assessore Lignola ha anticipato che si giungerà ad una soluzione entro un mese).
Ma piuttosto che entrare nel mercato della borsa elettrica composto da colossi, sarebbe invece opportuno proporsi nella produzione e vendita di energia al 100% da fonti energetiche rinnovabili, offrendo così un modello di sviluppo sostenibile e sicuro, nell’ottica di un’autosufficienza energetica cittadina al 100% da fonte energetica rinnovabile, chiaramente interconnessa ad una rete più vasta (l’internet dell’energia) e collegata ad altri decentramenti energetici cittadini.
In sostanza, potremmo paragonarci al coltivatore e produttore di alimenti biologici di prossimità per il consumo alimentare cittadino, piuttosto che rischiare nella compravendita di alimenti per la grande distribuzione.

Inoltre, abbiamo fatto notare al CdA AMET, bisogna porre rimedio alla carenza di personale altamente qualificato nel settore energia, evitando così anche di esternalizzare alcuni dei servizi con costi maggiori per la collettività (tra l’altro il comparto energia è quello che rileva l’età media più alta: 53 anni).

Quanto a Darsena, croce e delizia di AMET: ad oggi l’Azienda elettrica, stando alla Convenzione con il Comune, rende a quest’ultimo 1/3 delle entrate, ma paga la totalità dei costi d’esercizio. Accordo a nostro avviso un po’ sproporzionato, considerando i rischi d’impresa.
A.D. e Presidente ipotizzano la ricollocazione di alcune risorse umane, il cui costo incide maggiormente nel bilancio, nel settore elettrico previo accordo con i sindacati.
Ma è difficile da ipotizzare, poiché il comparto elettrico necessita di risorse altamente specializzate, che peraltro, una volta inserite, devono accumulare il necessario know-how per produrre un utile ricambio generazionale.
Piuttosto, anche a vantaggio della tutela occupazionale, si ridefinisca quella Convenzione e si permetta ad AMET di trattenere un maggior utile per investirlo in mezzi, strumenti e servizi che rendano il Porto di Trani attrattivo per i diportisti.
Imporre l’abbassamento delle tariffe, così come è stato fatto recentemente, porterà ad un effimero tornaconto nell’immediato, alla “scenografica” impressione che la darsena sia molto popolata, ma si eviterà ancora una volta di produrre quel vantaggio competitivo rispetto ad altre realtà diportistiche pugliesi.
Su tali prospettive i vertici di AMET ci sono parsi abbastanza remissivi dinanzi alle direttive del Socio Unico. E qui bussiamo per la seconda volta al Sindaco.

Sui parcometri nulla di nuovo, anzi qualche conferma dell’atteggiamento ostativo dell’Amministrazione, in considerazione della volontà espressa dall’Assessore Lignola di valutare proposte di terzi che potrebbero portare migliorie alla città in cambio della concessione del servizio di sosta a pagamento.
Abbiamo ribadito la nostra assoluta contrarietà a ricorrere a soggetti privati, anche in considerazione della possibilità di utilizzare i proventi degli incassi con il sistema automatizzato (che sarebbero molto più alti degli attuali, come ha confermato il Dott. Danisi) per migliorare i mezzi e gli strumenti a supporto del trasporto pubblico.
I vertici AMET hanno comunque ammesso che questo immobilismo è riconducibile esclusivamente alla volontà del Sindaco di attendere sia le risultanze del Piano Industriale (e sarà curioso capire come possa essere giustificata da Ernst & Young l’eventualità di una cessione a favore di privati), sia il Piano della Sosta che, lo spieghiamo a beneficio di maggiore comprensione dei cittadini, è un piano particolareggiato derivante dal Piano Generale del Traffico Urbano (che non ci risulta sia stato neanche commissionato).
Aspettiamo quest’ultimo per sperare nel primo o ci diamo da fare?
Ci è stato anticipato che sarà pubblicata una manifestazione di interesse per la fornitura di un applicazione smart phone per il pagamento della sosta, che rimarrebbe monco se non integrato ad una rete di parcometri.
Insomma, si prende tempo e a nostro avviso si vuole prendere i tranesi per sfinimento, fino a convincerli che disfarcene sarà un vantaggio.
Ma non lo è, sia chiaro.

Sul tema trasporti abbiamo sollecitato a partecipare al bando regionale di prossima pubblicazione che assegnerà risorse economiche per il riammodernamento del parco mezzi; il Dott. Danisi ha azzardato una previsione di finanziamento pari a circa 200.000 euro che sarà sufficiente all’acquisto di due mezzi tradizionali.
In tal senso abbiamo incoraggiato ad intraprendere un percorso, certamente più lento ma di sicuro effetto positivo, che favorisca mezzi più piccoli ed elettrici che permettano una distribuzione più capillare e ad impatto zero.
Abbiamo sollecitato lo studio di una procedura aperta per la concessione di spazi pubblicitari sui mezzi pubblici, una fonte di guadagno per la Città che ad oggi inspiegabilmente non è stata sfruttata e per la quale, riconoscendone l’utilità, si è assunto l’impegno l’Assessore Lignola.
Ma tutte queste intenzioni, che abbiamo constatato essere condivise a parole, sono state inspiegabilmente poste ad oggetto di valutazione esclusivamente da un soggetto terzo nel Piano Industriale.

Febbraio dunque potrà essere il mese cruciale per le sorti future della nostra partecipata, e pertanto invitiamo l’Amministrazione a fornire dati e documenti con adeguato anticipo al fine di mettere i consiglieri nella migliore condizione per esprimere il proprio voto.
Al contrario insomma di quanto avvenne con il Piano di Razionalizzazione delle Partecipate che la Giunta decise di approvare nel pomeriggio del 31 dicembre 2015 e che mai portò in Consiglio Comunale per un confronto, dato il peso delle arbitrarie valutazioni negative che faceva calare su darsena, parcheggi e trasporti.

In ultimo abbiamo suggerito ai vertici AMET di provvedere in autonomia e con cadenza trimestrale alla convocazione di una conferenza stampa aperta ai cittadini per comunicare l’andamento aziendale, i risultati raggiunti e le eventuali difficoltà.
A beneficio di tutti, anche di chi è responsabile di scelte che coinvolgono la collettività.

Luisa di Lernia, Antonella Papagni e gli attivisti del Movimento 5 Stelle Trani




Apprendiamo dal comunicato stampa diffuso da Palazzo di Città della decisione del Sindaco Bottaro di revocare dalla carica di Presidente AMET il Dott. Pappolla, provvedendo contemporaneamente a nominare al suo posto il Sig. Antonio Mazzilli.

Decisione che appariva da tempo perfettamente in linea con la logica di spartizione delle poltrone all'interno della maggioranza.

Sono rimasti inascoltati i nostri inviti a procedere, previa individuazione delle caratteristiche curriculari necessarie, ad una selezione pubblica delle figure che avrebbero ricoperto ruoli apicali come l'Amministratore Delegato ed il Presidente.

Così come sono rimasti privi di effetti i nostri richiami ad una trasparenza nella programmazione aziendale di AMET, trasparenza che questa coalizione di centroqualcosa aveva promesso in campagna elettorale.

Ora invece ci troviamo di fronte ad un ennesimo nominato che eseguirà esclusivamente le direttive risultanti dal Piano Industriale in fase di redazione, il quale a sua volta non si discosterà dalle aberranti considerazioni che abbiamo trovato nel Piano di Razionalizzazione delle partecipate (indirizzato a dismettere ognuno dei settori di AMET).

Del resto, in apertura di comunicato ufficiale lo stesso Bottaro parla di "cambio di rotta immediato", dimostrando a tutti che finora la rotta era sbagliata (e quindi Danisi finora per cosa l'abbiamo pagato?).

Ci smentiscano il Sindaco ed il nuovo Presidente, e ci smentiscano con i fatti, dando avvio al concreto rilancio di ognuno dei settori: parcheggi, darsena, trasporto ed energia, abbandonati a loro stessi da anni e svuotati di idee ed investimenti.

Ve lo diciamo da sempre: privati che arrivano a prendersi servizi pubblici dalle mani dei tranesi non farà che peggiorare lo scenario economico ed occupazionale di Trani.

E non vuole questa Amministrazione operare questo "cambio di rotta" anche in AMIU? Va tutto bene lì?
Secondo i cittadini tranesi va invece male, anzi malissimo, malgrado si stia ricorrendo a strani titoli dei giornali per confondere l'opinione pubblica sull'inquinamento in discarica.

Infine una nota in merito al fatto che il nuovo Presidente AMET "svolgerà a titolo gratuito le funzioni di presidente della società fino alla scadenza di mandato del Consiglio d’Amministrazione in carica".

Sappiano i cittadini tranesi che il mandato per il vecchio Presidente sarebbe scaduto a maggio 2017 ed essendo stato il suo compenso di circa 2.800 euro mensili, il Dott. Pappolla potrebbe richiedere una mancata corresponsione di circa 17.000 euro.
Se dunque si accavallassero i due compensi, quello del vecchio e quello del nuovo presidente, si potrebbe configurare un danno erariale causato dal Sindaco.

Ecco spiegata la motivazione della "temporanea" rinuncia al compenso.

Attendiamo a breve delle risposte, anzi attendiamo i fatti.



Antonella Papagni - Luisa Di Lernia

Nell'intervento preliminare dell'ultimo consiglio comunale abbiamo nuovamente chiesto conto della situazione di AMET, vittima dell'incuria e della delega in bianco a favore di un Amministratore Delegato fantasma.
Ai cittadini vogliamo proporre l'analisi di quanto sta accadendo in AMET, anzi, di quanto non sta accadendo in AMET, attraverso la lettura dei verbali delle ultime assemblee dei soci, cioè quei momenti in cui, insieme, Consiglio di Amministrazione e Socio Unico, ovvero il Sindaco in rappresentanza dei tranesi, dovrebbero fare sintesi e tracciare fattivamente le strade che portano al consolidamento o al rilancio della Nostra Azienda.
Dalle letture degli ultimi verbali rileviamo che non si sono mai prese decisioni fattive e concrete relativamente al pagamento delle bollette insolute, ai trasporti, ai parcometri, alla darsena.
Nulla.

Cominciamo dall'Assemblea dei soci di agosto 2015.
Quella in cui il Sindaco dichiara che “il rapporto con AMET deve essere rivisto dalle radici” e di voler “porre un punto fermo, tracciare una linea e ripartire”.
Salvo poi, un attimo dopo, affermare che “in merito ai servizi gestiti da AMET, vanno rivisti sia la Darsena che i parcheggi e su quest'ultimo punto vi chiedo di attendere”.
Qui si comincia con l'attendismo.

Nel verbale di ottobre 2015 l'Assessore De Biase, si pone il problema della prospettiva, di quali siano le strategie.
Ma davvero non avevano strategie per il rilancio di AMET quando si sono candidati a governare la Città?
Viene proposto l'utilizzo di una “due diligence”, ma la due diligence è utile ad offrire delle indicazioni tecniche; ciò che invece deve essere proprio di chi governa sono le strategie, le direzioni politiche.
Qui invece leggiamo addirittura che “la determinazione di quale destino debba essere assicurato alla Società, certamente non può essere individuato dal Consiglio Comunale”.
Sappiano i colleghi, soprattutto di maggioranza, che non possono determinare il destino di AMET, stando alle parole del Sindaco.
Quindi che facciamo?
Lasciamo ad una considerazione meramente finanziaria e contabile la valutazione su servizi pubblici, alcuni essenziali, come i trasporti?
Innegabile che ci si debba rimboccare le maniche per individuare le modalità di miglioramento nei costi e nell'efficienza di quei servizi ma, come potete giudicare voi stessi, qui ci si scarica di responsabilità.
E se il servizio non viene reso efficiente, perché addossare la colpa sui cittadini come ha fatto il Sindaco in chiusura di intervento sui parcheggi quando dice “attesa la mentalità del cittadino tranese non ancora abituato a pagare con regolarità il tagliando della sosta”?
Decisioni prese: nessuna.

Nell'assemblea di dicembre 2015 è presente solo l'Assessore De Biase, delegato dal Sindaco, data l'enorme fiducia riposta nell'Assessore (che infatti si è dimesso un mese dopo...).
Quando parla l'Assessore De Biase, il consiglio comunale torna ad essere nuovamente “degno” di determinare il futuro di Amet, ma si invita il CDA a fare valutazioni economico-finanziarie sul servizio di gestione delle aree di parcheggio a pagamento: in sostanza ci si chiede se deve rimanere in AMET o deve essere revocata la concessione per poi affidarla a un privato.
Decisioni: ancora zero.

Il 22 gennaio 2016 torna il Sindaco in Assemblea dei Soci e finalmente una decisione viene presa: quella di individuare nel Dott. Danisi la figura capace di risolvere le questioni di Amet.
Dalle 11.50 alle 12:30 si producono solo la nomina di Danisi e l'annuncio della “designazione di una componente femminile” per il CDA. Stop. Null'altro.
Vengono infatti rinviati i punti all'ordine del giorno “gara parcometri” e “problematica della Darsena”.
Nessun accenno a soluzioni, all'informatizzazione dell'ufficio commerciale, al servizio di postalizzazione, e neanche vengono chieste notizie sulla “due diligence” che il Sindaco stesso aveva proposto.
Era importante capire quale direzione la società poteva prendere oppure assegnare le poltrone?
Come potete dedurre voi stessi, non si sta più parlando di contenuti ma di poltrone.
È evidente che non c'è l'interesse di Trani, è evidente che il Sindaco non sta giocando per Trani.
Ci chiediamo per chi.

Andiamo avanti con l'Assemblea dei Soci di marzo 2016.
Finalmente si parla della gara dei parcometri, ma solo per fare il gioco delle tre carte.
Il Sindaco, che aveva detto in precedenza di attendere perché l'Amministrazione doveva farsi un'idea, ora improvvisamente chiede ad AMET “quale sia l'indirizzo della Società sull'argomento, dal momento che ritiene che sia proprio l'azienda a dover suggerire all'Amministrazione quale soluzione scegliere”.
A questo punto dovrebbe essere il Mago Danisi a risolvere la questione, ma il Mago Danisi che fa?
Afferma che bisogna “attendere eventualmente le nuove decisioni che la Giunta Comunale andrà ad assumere su un eventuale nuovo piano della sosta”.
Il Dott. Danisi fa finta di non sapere dove sia capitato e di non sapere che il piano della sosta è compreso nel Piano Urbano della Mobilità, previsto per Legge per i capoluoghi di provincia, che a Trani non abbiamo ancora approvato.
Il gioco delle tre carte è riuscito.
Sul punto successivo “Darsena Comunale: problematica”, il Nostro Danisi si lancia su una sua analisi (“sembrerebbe che la gestione della Darsena sia antieconomica così come proposta dal Comune”), il Presidente Pappolla rincara la dose (“nella nuova ipotesi di contratto tra Comune ed Amet, si ripresenta il problema della forma mista, ovvero l'assistenza ai diportisti viene affidata all'AMET mentre tutto il resto è in capo al Comune”) ma tutto finisce lì, senza una decisione, senza una determinazione del Sindaco, e via con l'altro punto.
“Determinazione compenso organo amministrativo”: ci si lamenta che la Iaculli abbia provveduto “con atto unilaterale” ad eliminare il compenso variabile, ovvero il gettone di presenza, e qui si decide qualcosa.
Si decide di chiedere al Socio, cioè al Sindaco, di revocare la delibera del 2015 del Commissario Prefettizio.
Infine, tra le “varie ed eventuali”, la due diligence che appariva di primaria importanza, ora viene subordinata alla realizzazione del piano industriale, che avrà il compito di dire definitivamente quale sarà il futuro dell'azienda.
E chi se ne frega dell'opinione del consiglio comunale sul futuro da delineare per AMET.
Quando invece il Sindaco, nel consiglio comunale del 27 luglio, dopo aver bloccato per un anno la gara sui parcometri, aveva dichiarato: “ritengo che il problema non si ponga visto che a settembre saremo in quest'aula a decidere tutti insieme il futuro di quest'azienda”.
A settembre non si è mai portato il futuro di Amet in consiglio. E neanche ad ottobre.
Sui compensi e sulle poltrone c'è velocità ed efficienza, sui contenuti c'è solo fuffa.
Decisioni per la Città: ancora zero.

Nell'ultimo verbale a nostra disposizione, quello dell'Assemblea di giugno 2016, oltre che all'approvazione del bilancio, ci si sofferma sulla gara per il nuovo software: Danisi annuncia che è stata avviata la gara, a ben un anno di distanza dalla individuazione della consulente.
Sui parcometri si gioca a nascondino: Bottaro ritiene che debba essere rinviato ad una prossima seduta assembleare, in attesa del Piano Industriale.
Il pugno duro sta però nella decisione che viene presa nel punto successivo: stabilire il ripristino del compenso variabile ai Sindaci che il Commissario Straordinario aveva tolto.
L'Assemblea, a fronte di un bilancio in negativo, ripristina il compenso variabile ai Sindaci nella misura determinata dal Sindaco nella successiva Assemblea.
Notate bene: in un anno di verbali non c'è il minimo accenno ai trasporti, nulla.
Nessun accenno ai mezzi che sono vetusti, nessun riferimento a misure di finanziamento per rinnovare il parco mezzi, nessuna idea su come rendere più efficaci e più capillari le linee urbane.

Altre importanti domande scaturiscono dall'analisi della Relazione al Bilancio d'Esercizio 2015 redatta da KPMG.
Viene riportato per iscritto che l'acquisto nel 2003 del ramo d'azienda da Enel Distribuzione per 30 anni, con pagamento per 20 anni, per la cifra di 1.150.000 euro, potrebbe non essere un investimento recuperabile: perché?
E ancora: la sottostazione di smistamento di Monachelle, costata 1.700.000 euro, al momento è ancora ferma perché sono stati solo conferiti incarichi di progettazione per metterla in funzione, ma non essendo ancora entrata in esercizio, la KPMG si chiede quando rientreranno gli investimenti; e lo chiediamo anche noi: quando?
Infine: la REA Trani, società consortile tra Amet e Noyvallesina di Dalmine, era risultata aggiudicataria di una gara per la costruzione e gestione del termovalorizzatore di Trani, poi però, dato che la Regione Puglia si era ravveduta ed aveva annullato in autotutela l'aggiudicazione, la REA era stata messa in liquidazione, ed ovviamente il socio di minoranza privato aveva chiesto il risarcimento dei danni: 3 milioni di euro riconosciuti dal TAR Lazio nel 2012. Invece AMET ha visto riconosciuta solo una parte del risarcimento, e infatti recentemente ha avviato una causa nei confronti della Regione per il riconoscimento del proprio. Perché il Sindaco Bottaro non fa valere i suoi rapporti con Emiliano e fa in modo che AMET ottenga il giusto senza attendere l'esito di tale contenzioso?
Sappiate dunque che il termovalorizzatore, se pur non costruito, ha un costo.

In ultimo, proprio a proposito di bilancio.
Abbiamo una chiusura d'esercizio passiva per circa 280 mila euro (segno meno) ed una dichiarazione dei redditi che presenta un reddito di oltre 1 milione e 300 mila euro (segno più), da cui infatti scaturisce una tassazione di circa 360.000 euro.
Ricapitolando, abbiamo un Bilancio in negativo ed un Modello Unico in positivo.
Per cui la domanda secca è: l'AMET è in utile o in perdita?
C'è una differenza di 1 milione e 600 mila euro tra un'ipotesi e l'altra!

Troppi, davvero troppi aspetti sulle questioni di Amet che presentano incongruenze, e pertanto stiamo inviando un esposto alla Corte dei Conti ed alla Procura della Repubblica.

Antonella Papagni e Luisa Di Lernia
Portavoce M5S nel Consiglio Comunale di Trani


Sono trascorsi 7 mesi dall'insediamento del nuovo Amministratore Delegato di AMET.
Sette mesi di silenzio dello stesso Danisi, del Presidente Pappolla, del Sindaco Bottaro e dell'Assessore ai rapporti con AMET Lignola.
Nessuna dichiarata programmazione sul rilancio dell'Azienda Speciale di proprietà dei tranesi che gestisce elettricità, trasporti, parcheggi e darsena.
Un'azienda dal potenziale incredibile, unica nel suo genere nel panorama italiano delle società partecipate, che ha il dovere di produrre servizi di alto livello per la cittadinanza e che invece negli ultimi anni sta subendo un colpevole disinteresse che secondo noi nasconde la volontà di svendere.
Sette mesi fa, il 6 febbraio, in occasione della presentazione dell'ectoplasma Danisi, il Sindaco dichiarò: «è assolutamente il momento di decidere, il problema di questa città in generale e delle sue partecipate è che negli ultimi anni si è deciso troppo poco».
Chiacchiere!
Il Sindaco ha fatto esattamente il contrario di quanto ha dichiarato: è rimasto fermo, costringendo all'immobilità una grande azienda a capitale pubblico.
Le uniche mosse di questa Amministrazione di centroqualcosa stanno avvenendo nelle segreterie dei partiti per la nomina del prossimo Presidente.
Con spirito di collaborazione avevamo suggerito, sia per la scelta dell'Amministratore Delegato che del Presidente, una procedura trasparente, in cui perlomeno fossero individuate le caratteristiche tecniche e curriculari dei candidati, così, tanto per evitare di favorire amici e parenti...
Nessuna risposta, ad ulteriore riprova della loro ipocrisia: ignorano i suggerimenti forniti dalle opposizioni e poi tacciano le stesse di non essere propositive.

Al momento possiamo solo registrare alcuni costi a carico della collettività: una retribuzione mensile per l'Amministratore Delegato di 2.800 euro con l'aggiunta dei rimborsi per le trasferte, più un consulente legale al suo servizio a 1.150 euro mensili, e infine la redazione del Piano Industriale affidata per 32.500 euro quando avremmo potuto utilizzare la Confservizi Puglia a 16.500 euro.
A tutto ciò vanno aggiunti anche i mancati incassi per centinaia di migliaia di euro l'anno: in primis quello della mancata adozione dei parcometri (con gestione diretta da parte di AMET, non affidata a terzi), uno strumento che permette di migliorare il servizio per il cittadino e per il turista, e allo stesso tempo di incrementare le entrate.
Quegli stessi incassi, ve lo ripeteremo fino allo sfinimento, servono per il graduale ammodernamento dei mezzi, introducendo anche autobus più piccoli ed elettrici in modo da dare finalmente attuazione alla crescente richiesta di mobilità sostenibile ed ottenere una distribuzione più capillare delle fermate.
Altro mancato introito: la concessione degli spazi pubblicitari sui mezzi di trasporto pubblico, spazi da sempre molto attraenti per le agenzie di comunicazione.
Ma ciò che fa più rabbia è il danno all'occupazione: ad esempio le 8 risorse per le aree di sosta andrebbero riqualificate con l'introduzione dei parcometri e formate anche per la manutenzione e gestione, ne andrebbe promosso l'utilizzo a tempo pieno e non part-time come ora.
L'incremento del servizio di trasporto inoltre, giustificherebbe l'assunzione di nuovi autisti in aggiunta ai 10 attuali.
Anche la Darsena, più tutelata con un contratto di servizio adeguato e sorretta da piccoli investimenti, potrebbe vedere l'incremento delle attuali 7 risorse.
Pertanto questo scellerato modo di agire non solo non sta sviluppando nuova occupazione, ma sta anche mettendo in serio pericolo quelle 25 famiglie.

Non sono gli investimenti in servizi per i cittadini a dover essere tagliati, ma i costi della politica.
Ad esempio il Commissario Prefettizio aveva eliminato i premi di produttività per gli amministratori delle partecipate ed i compensi variabili per i membri dei collegi sindacali.
Bottaro ha invece proposto ed ottenuto di reintrodurre nei collegi di STP e di AMET il compenso variabile, ovvero il gettone di presenza.
Non sono stati ancora reintrodotti i premi di produttività, ma probabilmente solo perchè quest'anno AMET ha chiuso in perdita il proprio bilancio d'esercizio 2015.

Al proposito, abbiamo avuto modo di leggere il verbale del 31 maggio con cui il Consiglio di Amministrazione, con il solo voto contrario del Presidente Pappolla, approvava il bilancio 2015 con una perdita di quasi 280.000 euro.
E allora alcune domande alle quali potrebbe rispondere chiunque, tra Presidente, Amministratore Delegato, Sindaco e maggioranza.
Anzi, potrebbe rispondere anche qualcuno dell'opposizione...
Chi e perchè ha permesso di arrivare a 14 milioni di euro di crediti?
Perchè Presidente ed Amministratore Delegato, che nel verbale si lamentano degli uffici amministrativi e commerciali, non hanno rappresentato ufficialmente tali inefficienze ai loro datori di lavoro, ovvero i cittadini tranesi?
A cosa sono serviti i contatori elettronici pagati profumatamente nel 2006 se la lettura elettronica non ha mai funzionato?
A chi dobbiamo attribuire la responsabilità di non aver pagato il 5° ed il 6° bimestre 2012 ed il 1° bimestre 2013 a Cassa Conguaglio determinando una sanzione con interessi di mora pari a 1.200.000 euro, in parte inseriti nel bilancio 2015?
A tutela dei nostri dubbi e degli interessi dei cittadini replicheremo tali domande alla Corte dei Conti.

Si potrebbe pensare che i grandi professionisti al governo della Città stiano attendendo il nuovo piano industriale di AMET: ma secondo voi era necessario un piano industriale per prendere già un anno fa alcune decisioni di buon senso?
Stanno forse aspettando certificazioni da parte della società di consulenza delle loro idee di smantellamento di un'Azienda che appartiene ai Tranesi?
Quelle stesse idee sono già state espresse nel Piano di Razionalizzazione approvato dalla giunta il 31 dicembre 2015 ma senza il coraggio di portarlo in discussione in Consiglio Comunale.
Secondo quel Piano bisognerebbe concentrarsi solo sul settore energia. E in che modo? Evitando di incassare solo alcune bollette?
In quel Piano hanno definito i trasporti come "una distrazione dal core business di AMET" (come se non si chiamasse Azienda Municipalizzata Elettricità e Trasporti dal 1964) ed hanno definito la gestione aree di sosta una "start-up" malgrado la concessione risalga a 7 anni fa.
Sempre in quel Piano, soprattutto per AMET che gestisce diversi servizi, sarebbe stato indispensabile produrre dati relativi a ciascun settore, sia per le entrate che per le uscite, e invece si sono prodotte solo conclusioni affrettate che portano alla dismissione.

Non passerà molto tempo prima che quelle idee si trasformino nella distruzione di AMET: vanno fermati prima.
Il cambio di presidenza, ormai certo ed imminente, potrebbe essere il bivio più importante, dunque il Presidente Pappolla non attenda la rimozione dall'incarico, dia le dimissioni quanto prima, spieghi ai Tranesi quanto è accaduto sinora ed espliciti chiaramente quale sorte li attende.

In chiusura: ma l'impegno del Dott. Danisi proseguirà così, prossimo al nulla, o riuscirà a fare peggio dopo che è stato nominato anche Amministratore Straordinario per la gestione dell'appalto raccolta e trasporto rifiuti ad Andria e Canosa?

Antonella Papagni e Luisa Di Lernia
Portavoce M5S Trani

Leggi anche i nostri precedenti richiami su AMET:

15 giugno 2016: Come si sta bene a Trani!

1 febbraio 2016: Amet ancora al buio

21 dicembre 2015: Bottaro ha spento le luci su Amet

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