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MoVimento 5 Stelle Trani
Raffaele Cutolo nel 1944 scrisse "una canzoncina cretina come tutte le altre" (ndCutolo a Corrado Mantoni) che descriveva l'epopea di Isaia nella ricerca di Zazà che poi, non trovandola, si accontenta della sorella durante la festa dell'anno successivo.
Bene è esattamente quello che è successo a Trani. Hanno rincorso un presidente di “destra” per sette mesi e poi si sono accontentati di una specie di fratello di direzione imprecisata, Ferrante.
Però, intanto che questa politica stile anni '80 mandava in scena la storia della canzoncina di Cutolo, nel resto del mondo, senza andare troppo lontano, a MAIOLATI SPONTINI in provincia di Ancona, politici con spirito civico lavoravano per i cittadini e per le proprie esigenze.
Come riportano i giornali, in questa cittadina, il Sindaco ha deciso di utilizzare i guadagni della discarica comunale per costruire scuole ad alta efficienza energetica e tecnologica, investendo nel futuro della zona.
Troviamo molta assonanza con la decisione di questo Sindaco eletto grazie ad una lista civica, perché da noi, a Trani, abbiamo molti problemi strutturali che incombono su alcune scuole e certamente non ci emoziona questa diatriba nata per spartire le poltrone, nel solito ed unico modo che la casta conosce.
Non ne possiamo più di leggere che altrove si fa qualcosa per creare progresso e crescita economica e, nella nostra cittadina, l'unica cosa che si fa è litigare sulla poltrona di Presidente del Consiglio Comunale.
Siamo d'accordo che ci siano delle dimissioni, ma vorremmo che si dimettesse l'intero Consiglio Comunale per "manifesta incapacità di trasparenza".
Del resto come si fa a rimanere sordi alle richiesta dell'opinione pubblica su Lavoro, Turismo, Scuole, Rifiuti e Sicurezza?
Ci spiace della delusione di Lima o dell'indignazione di Catania, ma sinceramente alla città interessa poco tutto questo; interessa poco che l'UDC accusi il Sindaco di fallimento politico, come interessa poco la Denuncia di Leonardo Di Corato che grida "all'inciucio", così come poco interessano le amarezze del commissario Di Marzio. Quello che alla città interessa è che venga sviluppato un piano turistico che garantisca prosperità per i Tranesi nei prossimi anni, interessa che il Comune trovi i fondi per ristrutturare le scuole, per renderle tecnologiche e foriere di miglior sapere per i nostri figli. Alla città interessa che la gente faccia la differenziata in modo da poter ridurre le tasse sui rifiuti, interessa che il mare non crei problemi ai cittadini, specie ai più anziani e ai più piccoli che sono anche i più indifesi; interessa che i vigili urbani siano per strada tra i cittadini, interessa sapere come vengono spesi il ricavato delle tasse, i nostri soldi, interessa che Trani abbia, come individuato con la legge 833/78, due distretti sanitari, l'attuale struttura esistente ed un'altra in zona nord, con poliambulatori e specialisti, che garantisca una precisa e tempestiva diagnosi ed efficaci cure di primo soccorso.
Insomma per noi quello del Consiglio Comunale attuale è un mondo a parte, che vive sulla luna, che si interessa della gente quando deve chiedere voti, che vive come una catastrofe di proporzioni gigantesche una semplice nomina, che non è degno di rimanere in carica. Sarebbe meglio, a questo punto, andare nuovamente a votare, tanto non possiamo illuderci che l’attuale amministrazione possa dirci realmente “dove sta Zazà”.
I Grilli di Trani aderiscono alla campagna di raccolta firme di Legambiente sul sito http://www.legambiente.it/alluvioni-stop-opere-inutili-salvare-il-paese. Legambiente evidenzia che Il “Piano nazionale per la manutenzione e la messa in sicurezza del territorio dai rischi idrogeologici e sismici”, annunciato dal Ministro Clini, che dovrebbe arrivare sul tavolo del Cipe a metà dicembre, deve essere considerata “la prima grande opera pubblica necessaria al Paese”. Pertanto si chiede al Governo di rinunciare ad alcune grandi opere pubbliche inutili, per poter disporre da subito di circa 10 miliardi di euro. Il Consiglio Nazionale dei Geologi concorda con la proposta di sottrarre risorse alle grandi opere per destinarle alla sicurezza del territorio (fonte Edilportale). Per approfondire come viene gestita una grande opera pubblica, vi consigliamo di vedere l’intervista al direttore di ITACA (Istituto nazionale per la trasparenza degli appalti e la compatibilità ambientale), Ivan Cicconi al link http://www.youtube.com/watch?v=s6aJZqqJsvg, dove spiega come i costi di tali opere da essere imputati a soggetti privati vengano poi sostenuti dallo Stato, da noi cittadini.
Pertanto reputiamo che con tale intervento si risparmi due volte, una perché lo Stato non si indebita ulteriormente rinunciando alle grandi opere, due perché il Comune potrebbe beneficiare di risorse aggiuntive che altrimenti dovrebbe sostenere da solo. La notizia del 19/11/2012 riportata sulla Gazzetta del Mezzogiorno (Edizione Nord Barese) e su traniviva http://www.traniviva.it/magazine/notizie/edilizia-a-capirro-dossier-in-procura-della-polizia-locale/, riguarda il Piano di Assetto Idrogeologico di Trani risalente al dopoguerra, non più aggiornato ed ignorato da tempo. Tale Piano necessitava di una revisione, mai avvenuta. Sarà stato per mancanza dei fondi? A quanto pare l’amministrazione tranese ha concesso permessi di costruire in zone individuate a rischio dal Piano di Assetto Idrogeologico suddetto. Grazie a questa mancanza potremmo scoprire, tra qualche tempo, che interi palazzi non hanno fondamenta poggiate su adeguati "fondi". Un gioco di parole per sottolineare quello che "in realtà" un gioco non è.
Fate vobis.
WebGIS PAI (clicka sull'immagine per raggiungere il sito interattivo del Piano di Assetto Idrogeologico)
C’era da aspettarselo! In prossimità delle elezioni si riapre la farsa per prendere in giro i cittadini! Ed allora  incontri, riunioni, interrogazioni, catena umana e tanti altri eventi per accreditarsi quali paladini della salute dei concittadini e trarre così consensi elettorali.
NIENTE DI PIU’ FALSO ED INOPPORTUNO
Falso perché è notorio che la politica seguita dal dopo guerra in poi, ha fatto proliferare la presenza di ospedali (notevole serbatoio di voti, di clientele e di malaffare) in quasi  tutte la cittadine della Puglia superando di gran lunga le effettive esigenze sanitarie del territorio stesso. Dopo aver scialacquato per decenni, la Puglia si è dotata di un Piano Regionale di Riordino Ospedaliero messo in campo dall’Amministrazione Regionale presieduta da Fitto. Naturalmente la ristrutturazione della rete ospedaliera ha, come ovvio, risentito delle esigenze politiche del momento, per cui invece di provvedere ad un ridimensionamento degli ospedali di Corato e di Bisceglie (a conduzione politica di destra), furono ridimensionati gli ospedali di Terlizzi e di Trani (a conduzione politica di sinistra) all’epoca notoriamente più produttivi e meglio organizzati. Il ritorno di una amministrazione di sinistra a livello regionale, per le convenienze politiche prima evidenziate, ha portato a soluzioni ibride garantendo una sopravvivenza disorganizzata e poco efficiente degli ospedali di Terlizzi e di Trani. Ora, costretti da esigenze economiche a rivedere la distribuzione della rete ospedaliera regionale, sempre per esigenze politiche clientelari e campanilistiche (non per gli effettivi bisogni sanitari dei cittadini) si parte in pompa magna con la campagna in difesa dell’ospedale di Trani.

La realtà è che la ASL della nostra provincia ha ben 5 ospedali: Barletta, Andria, Canosa, Bisceglie e Trani tutti con reparti in evidenti difficoltà assistenziali strutturali ed organizzative.
La realtà è che non si hanno dati epidemiologici su cui individuare il numero di posti letto per ogni specialità medica tali da soddisfare le esigenze del territorio.
La realtà è che continuando a mantenere una frammentazione degli ospedali si riducono le capacità assistenziali degli stessi non raggiungendo mai livelli di eccellenza e si perpetua uno spreco di soldi dei cittadini. Esempio chiarificatore è la presenza di punti nascita nella ASL di competenza, oggi 4: Bisceglie, Barletta, Andria, e Canosa. Ogni punto nascita per essere efficiente e coprire tutte le emergenze ostetriche prevede: turno completo (24 ore) composto da 7 AUSILIARIE DI CORSIA, 7 INFERMIERI, 7 OSTETRICHE, 10 E PIU’ MEDICI OSTETRICI. In più la struttura ospedaliera deve prevedere la Banca del Sangue, la Rianimazione, la guardia di pediatri neonatologi, di neurologi ed anestesisti. Sommando gli stipendi di tutti questi professionisti, si ha l’idea di quanto costi alla società la presenza di un punto nascita in un ospedale, senza tener conto dei costi delle attrezzature necessarie all’assistenza diretta. Un punto nascita per essere efficiente (costi- produzione) deve effettuare minimo 1500-2500 parti l’anno. La cifra di 1500 parti è raggiunta a stento da un solo ospedale del distretto sanitario della BAT. Appare così evidente lo spreco di risorse e di personale.
La realtà è che non si può più pretendere di avere un ospedale sotto casa che funzioni in maniera perfetta.
La realtà è che non potendo più sperperare soldi pubblici (la regione Puglia impegna per spese sanitarie circa l’80% delle risorse economiche) è conveniente per tutti i cittadini far chiudere gli ospedali non adeguati, compreso quello di Trani, e pretendere dalle autorità competenti una nuova organizzazione dell’assistenza sanitaria territoriale con un unico ospedale polivalente (tipo Acquaviva delle Fonti o S. Giovanni Rotondo) che copra adeguatamente le patologie presenti sul territorio della provincia.

E’ pertanto inopportuno prendere in giro i cittadini millantando la possibilità di poter mantenere aperto un ospedale già nella realtà chiuso. Quanti cittadini tranesi sono costretti in ogni caso a rivolgersi ad altri ospedali?
E’ inopportuno ed immorale convogliare risorse umane, carpendo la buona fede dei cittadini, verso mete sicuramente non raggiungibili.
E’ inopportuno distogliere l’attenzione dei cittadini dalla vera lotta da intraprendere che è invece la realizzazione a Trani dei Distretti Sanitari già previsti dall’applicazione della legge 833 del 1978 e mai realizzati. Questi, organizzati come Pronto soccorso ed Ambulatorio Polivalente, collegati con l’ente ospedaliero più vicino e con una maggiore partecipazione dei medici di base, assicurerebbero una migliore assistenza ai cittadini.

I Grilli di Trani



Abbiamo appreso dagli organi di stampa locali che il Comune di Trani ha affidato, in via sperimentale per un periodo di tre mesi,  ad una cooperativa di tipo B, la “City service scarl”, il servizio di pulizia strade e piazze per difendere i cittadini dalle deiezioni canine.
Il tutto per 10.236,00 euro.
Una domanda, per dirla alla vecchia maniera di Lubrano, sorge spontanea: cosa significa difendere i cittadini dalle insidie delle deiezioni canine?
Non ci risulta che a Trani scorazzino centinaia di cani randagi per il centro cittadino. Non sarà forse che dovremmo difendere i cittadini dagli altri cittadini, proprietari di cani, che non raccolgono gli escrementi dei loro animali?
Che senso ha far ricadere sulla comunità tutta una spesa evitabile, quando invece la soluzione sarebbe quella di educare il cittadino al rispetto della cosa pubblica, magari anche con le dovute sanzioni?
La soluzione adottata dal Comune ha in sé un messaggio altamente diseducativo, nel senso che chi non rispetta le regole del comune senso civico, non ne risente a titolo personale ma le addebita all’intera comunità.
A chi giova?

I Grilli di Trani
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