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MoVimento 5 Stelle Trani




Esprimiamo vicinanza al Segretario del Sindacato di Polizia CONSAP che oggi è stato attaccato dal Sindaco di Trani per aver espresso, civilmente e nel pieno esercizio delle proprie funzioni, alcune dure considerazioni sulla inefficienza di questa Amministrazione sul tema Sicurezza a fronte di quanto sta accadendo da anni nella nostra Città.

Il Sindaco di Trani nella sua nota si scrolla di dosso ogni responsabilità riguardo alla specifica competenza “perchè – dice – non è ancora stato investito della carica di sceriffo”.

Purtroppo, come al solito, il Sindaco dà il cattivo esempio, e proprio sul tema “Legalità”, adotta un atteggiamento da bullo della politica: “Farò pervenire le dichiarazioni rilasciate dal sindacalista al Prefetto ed al Ministero dell'Interno perché ora abbiamo davvero superato ogni limite”.

Il Sindaco ci faccia capire: quale limite è stato superato?
Quello di chiedere le sue dimissioni?
È già diventato così grave in questo Paese esprimere le proprie opinioni e additare le responsabilità di chi è pagato dai cittadini per garantire a quegli stessi cittadini le condizioni minime di vivibilità?

La richiesta di dimissioni è un affronto che un Sindaco del PD non può subire?
E invece no, gli toccano le critiche quando giustifica il suo operato in tema di sicurezza e legalità dicendo (utilizziamo le sue parole): “come Sindaco della città ho interdetto il porto al traffico veicolare”.
C'è stato un esimio rappresentante di questa maggioranza che ha affermato in consiglio comunale la necessità di pattugliare le nostre coste perchè il pericolo del terrorismo sarebbe venuto dal mare.
Secondo il Sindaco invece il pericolo criminalità arriva dalle auto.
E a tutti noi queste dichiarazioni dovrebbero andar bene.
Dovremmo star zitti, o magari applaudire.

Piuttosto, la reazione scomposta alle dichiarazioni del Rappresentante del Sindacato di Polizia rende evidente una più grave responsabilità politica.
Il Sindaco ricorre al Ministero dell'Interno solo quando un uomo delle forze dell'ordine gli rappresenta l'inattività e la mancanza di risposte, ma non lo fa quando c'è la necessità di difendere i suoi cittadini, quando bisogna far comprendere le difficoltà del territorio di cui è responsabile in prima persona, quando deve far valere i diritti delle persone per bene.

Ad esempio, non ricordiamo corse disperate verso Roma quando c'è da reclamare a giusta ragione la Questura per la Sesta Provincia, primo indispensabile passo per una più incisiva presenza delle forze dell'ordine sul nostro territorio.
I ministri non vanno scomodati solo per questioni personali.

Gli attivisti e le portavoce del M5S Trani

Per conto di chi governa il Sindaco Bottaro?
Quali interessi difende la maggioranza di centroqualcosa?
A chi rispondono?

Gli interrogativi sono più che leciti considerando il basso livello di questa amministrazione e la penuria di risultati.

Numerose sono le aree in cui si è mancato di intervenire in questi ultimi decenni, ma l'evidenza della gravità della situazione ci viene tristemente offerta dalle due società partecipate.

Partiamo da AMIU, un colabrodo non solo in termini di percolato.
I livelli di inquinamento della discarica vengono rimbalzati tra numeri di poco sotto la soglia di pericolo e di molto sopra la soglia di incazzatura: non è bastato violentare per oltre un decennio il territorio di Trani a favore di Fitto e Vendola, ci siam dovuti sorbire l'Assessore Regionale all'Ambiente tranese che si è arreso ancor prima di cominciare, e ora ci prepariamo alle piraterie di Caracciolo, noto per le sue battaglie ambientaliste.
A tre anni dalla chiusura per disastro ambientale la discarica è ancora qui con i suoi problemi attuali che avranno conseguenze sul futuro.
Ad una persona qualunque basterebbe questo dato per vergognarsi del proprio operato e sparire per un po', e invece eccoli lì, pronti a raccogliere i premi dei propri fallimenti, persino in prospettiva Politiche 2018.
La differenziata che tocca il 17% nel totale menefreghismo di questa maggioranza è una offesa alla buona volontà di differenziare dei tranesi ed alla loro forza di sopportazione di tariffe non adeguate ai servizi.
Vi sembra normale che il Movimento stia attendendo da oltre 6 mesi un incontro con il consiglio di amministrazione ed una visita in discarica?
Perchè non volerci incontrare? Perchè non farci entrare?
L'Amministratore Unico Guadagnuolo deve andare via, sta producendo danni che ci porteremo dietro per anni e non ha la minima attenzione per quei cittadini che mensilmente gli procurano un lauto stipendio.

Su AMET la situazione è ancora più snervante perchè trattasi della partecipata che potrebbe rendere servizi più efficienti e produrre utili di tutto rispetto.
E invece siamo ancora a parlare di problemi con la fatturazione, e ora a lamentarsene sono gli stessi dipendenti, incapaci di offrire risposte sensate ai cittadini esasperati.
L'avevamo detto in occasione della gara per il nuovo software, affidata all'azienda Zecca per 624.000 euro: una commissione di gara priva di un esperto informatico avrebbe fatto fatica ad individuare pregi e criticità delle offerte, e infatti si è stati “costretti” a conferire ulteriori incarichi di consulenza informatica all'azienda aggiudicataria, ma extra bando.
A fine dicembre infatti, nel corso di un consiglio di amministrazione, il Dott. Danisi approfitta del classico punto “varie e sopravvenute” per comunicare che la migrazione dati da un database all'altro non era stata prevista e che quindi andava commissionata ed avendo già chiesto un preventivo all'azienda Zecca aggiudicataria del bando, disponeva in maniera monocratica di affidare il servizio per 15.000 euro.
E così i ribassi di gara diventano barzellette poco divertenti.
A proposito, membro di quella commissione di gara per la scelta del software era l'Avvocato Pepe, scelto dall'Amministratore Delegato Danisi poco dopo il suo insediamento come professionista di fiducia, rendendo a tutti evidente che il prescelto da Bottaro aveva bisogno di un avvocato costantemente al suo fianco per gestire un'azienda.
L'indispensabile esperto legale proveniente da quel di Bari (considerata la morìa di giuristi in questa Città), che ha un costo per la collettività di 1.150 euro al mese, doveva restare solo fino a giugno 2016, ma poi si è deciso di assicurarci le sue prestazioni fino a dicembre 2016, salvo spostare nuovamente la scadenza di un anno, al 31 dicembre 2017.
Li esortiamo a concedergli la cittadinanza onoraria.

Ma il bel Danisi, invocato dal Sindaco come esperto in rianimazione delle società a partecipazione pubblica, quali stracci di risultati ha portato?
Qualcuno è in grado di elencarceli?
In azienda si può solo certificare la sua scarsa presenza, dati anche i numerosi altri ruoli che ricopre: commissario liquidatore di Ferrovie Sud Est, presidente del collegio sindacale di Sorgenia (azienda concorrente di AMET) ed amministratore straordinario per i comuni di Andria e Canosa della Sangalli, la società che ha vinto il discusso appalto di raccolta e trasporto rifiuti.
Una mente tanto raffinata da non essere riuscita a portare linee guida per il rilancio di AMET, tant'è che le stesse sono state dettate dal Sindaco alla società che ha redatto quel documento venduto alla Città come piano industriale per ben 32.000 euro e che contiene solo gli elementi di attendismo tipici dell'era bottariana: prima gli accordi con la maggioranza, anzi con le maggioranze, e poi le priorità della Città, tanto i tranesi non si lamentano.

E così ci ritroviamo la mancata adozione dei parcometri (danno economico enorme per mancati introiti), un software di fatturazione monco ed in ritardo (altro danno economico ed ingenti disservizi), una darsena che continua a perdere 130.000 euro l'anno per manifesta incapacità di trovare equilibri tra spese e incassi e per evidente mancanza di volontà a migliorare il servizio (danno economico per AMET al quale va aggiunto un incalcolabile danno d'immagine per Trani).

Se Bottaro ha intenzione di resistere solo per reggere i soliti equilibri politici che hanno a che fare con spartizione di poltrone, incastri di seggi parlamentari ed appoggi incrociati alle varie maggioranze, la Città non può attendere.
Almeno i ruoli chiave delle nostre partecipate devono essere ricoperti da persone esperte e volenterose, scelte alla luce del sole e con un mandato a tempo che risponda esclusivamente agli interessi dei cittadini.

Se il Sindaco Bottaro avesse le mani libere manderebbe a casa Guadagnuolo e Danisi ed avvierebbe una procedura pubblica e trasparente per scegliere gli amministratori di AMET e AMIU.
E se questa maggioranza avesse le mani libere costringerebbe il Sindaco ad agire in questo modo.
E invece niente, avanti così, tristi e ciambottisti.


Le portavoce Antonella Papagni e Luisa Di Lernia
e gli attivisti del Movimento 5 Stelle Trani

L'immobilismo dell'Amministrazione tranese è disarmante.
Hanno esaurito tutte le idee nella stesura del programma elettorale, come nelle più becere tradizioni berlusconiane, realizzando quasi nulla di quanto promesso e in alcuni casi tradendo addirittura il mandato consegnato loro dai cittadini tranesi.
Emblematiche in tal senso le questioni parcheggi e piano delle coste.
Su strisce blu e sosta autobus Trani sta inanellando figuracce una dietro l'altra.
E nello specifico caso dei parcometri va chiaramente detto ai cittadini che si tratta di una espressa volontà politica, non ci sono giustificazioni legate alle lungaggini della burocrazia o alle necessità di trovare una soluzione tecnica adeguata.
Il mandante di questo scempio ha un nome e un cognome: Amedeo Bottaro.
Appena insediatosi a Palazzo di Città ha deliberatamente bloccato un bando di gara AMET per l'acquisto dei parcometri che sarebbero stati installati di lì a breve nelle zone strategiche del centro cittadino.
Una soluzione che vediamo con favore perché evita ciò che vediamo fare in alcuni comuni, ovvero concessione del servizio a privati che trattengono la stragrande maggioranza degli utili e versano una minima parte nelle casse del Comune.
Detenendo invece tramite AMET il pieno controllo tecnico e finanziario della gestione, avremmo assicurato un servizio decente per cittadini e turisti ed avremmo ottenuto risorse economiche per rilanciare, ad esempio, un altro settore strategico strettamente connesso ai parcheggi, quello del trasporto pubblico.
Una visione organica della mobilità cittadina è una priorità per un'amministrazione pubblica che vuole assicurare ai propri cittadini la vivibilità degli spazi pubblici e che vuole attrarre investimenti e turismo.
E invece tutto fermo.
I parcometri non vanno acquistati ed il Piano Generale del Traffico Urbano non va commissionato (e di conseguenza il Piano della Sosta non può essere redatto): questo è quanto deciso da chi ha incassato la fiducia di migliaia di tranesi due anni fa.
Proprio a loro ci rivolgiamo: non cedete al pensiero per cui ora la soluzione sia affidare quel servizio ad un privato, perché è esattamente ciò che vogliono portarvi a credere; possiamo gestirlo tramite l'azienda di vostra proprietà, l'AMET, ma non c'è la volontà di farlo.
Perché?
Cominciate a chiederlo voi stessi a quelle persone a cui avete affidato le chiavi della Vostra Città.
Così come dovreste chiedere loro perché anche quest'anno non sia stato approvato il Piano delle Coste che dovrebbe adottare le linee guida di quello Generale Regionale.
Eppure anche lì i manifesti 6x3 della scorsa campagna elettorale ritraevano il nostro mare e promettevano che saremmo ripartiti proprio dalla costa.
E di lì a poco si sarebbe festeggiato l'arrivo in giunta di una esperta del settore, l'Assessora Bologna, che avrebbe donato la propria esperienza professionale ai Tranesi.
È stato così?
La risposta potete darvela da soli con una bella passeggiata sul nostro invidiatissimo Lungomare...
L'estate è arrivata e con essa i soliti discorsi sconfortanti di cittadini e turisti.
E se la Nostra Trani ricomincia ad essere piena ad ogni weekend il merito è solo del patrimonio architettonico ereditato dai nostri avi e del coraggio degli imprenditori che continuano ostinatamente a credere di poter creare utili ed occupazione nel luogo in cui sono nati.

Le Portavoce M5S Trani
Antonella Papagni e Luisa Di Lernia




Immagine tratta dalla campagna elettorale di Bottaro

A Trani abbiamo bisogno di certezze e questo l’Amministrazione l’ha capito benissimo.
Ed infatti, per non destabilizzarci, per non gettarci nel panico, ha deciso di non mutare nulla dello stato attuale del lungomare, invitando tacitamente i Tranesi a migrare verso altri lidi (balneari).

Cosa è successo? O meglio, cosa non è successo? In campagna elettorale, da quei mostri scarsi della politica del centrodestra (che farebbero meglio ad andare a scuola, piuttosto che insegnare), fino ad arrivare all’attuale sindaco, tanti hanno parlato e straparlato del recupero della costa. Non è certo facile ipotizzare un recupero della costa nord, quella che va dal castello fino a Boccadoro per intenderci, dove gli interventi devono essere molto più pesanti, ma almeno il lungomare…

Andiamo in ordine di procedimento, per amore della verità: per ristabilire, risanare, recuperare, riqualificare la costa è necessaria l’approvazione del Piano Coste, quello tranese, che dovrebbe adottare le linee guida di quello Generale Regionale.
Ad oggi, se si prova a chiedere all’Amministrazione che fine ha fatto o a che punto è la stesura e l’approvazione di ‘sto benedetto Piano Coste, si possono ottenere molteplici (e poco convincenti) riposte.
Fatto sta che a marzo 2017 il lungomare è nello stesso stato dell’anno scorso, di due anni fa, di tre anni fa e così via, a ritroso nel tempo. Non è cambiato nulla, perché nulla può cambiare. I Tranesi possono continuare serenamente a godere della visione degli scheletri arrugginiti del lido Marechiaro e dei ruderi postbellici dell’ex ristorante “La vela” mentre fanno jogging o walking sul nostro prezioso lungomare, o immergersi nei miasmi fetidi della sciala (chissà se esistono ancora nel resto del mondo brutali strutture del genere direttamente sul mare) mentre ammirano romanticamente le alghe marcite lì sotto.

Ma facciamolo un ultimo disperato tentativo, proviamo a chiedere al sindaco dov’è, se c’è, il Piano Coste, chi è il responsabile della redazione, quali sono i tempi di consegna, se è vero che ad oggi dovremmo addirittura essere commissariati per la tardiva o mancata o inadeguata presentazione dello stesso.

Proviamo anche a chiedere al Sindaco dov’è, se c’è, l’Assessore Bologna, sbandierata come figura di spicco della “giunta delle competenze” che a luglio di due anni fa dichiarava: «il mio obiettivo sarà il ripristino e la riattivazione della pianificazione comunale costiera».

Sindaco, vorrebbe dire cortesemente ai suoi concittadini se possono sperare in un’estate balneare nella loro città o se devono munirsi di pazienza e mezzi di locomozione per rimpinguare le economie di Barletta e Bisceglie, attualmente con una proposta costiera di livello parecchio superiore alla splendida Perla dell’Adriatico?
Grazie anticipatamente per la risposta, sperando che arrivi prima di rindossare maglioni invernali.

Le promesse elettorali di Bottaro nella primavera 2015


Nei giorni scorsi abbiamo incontrato l’Assessore ai Lavori Pubblici di Trani Arch. Capone per un confronto ed una verifica su alcuni degli aspetti che attengono alle opere pubbliche nella nostra città.

Prima questione: il sottopasso ferroviario di Via De Robertis.
Rispetto agli incontri precedenti ci era intanto stata anticipata una novità in consiglio comunale (in risposta ad una nostra interrogazione) e non era stata positiva: il milione e mezzo di mutuo contratto (e sul quale stiamo pagando interessi) non risulta più sufficiente e sarebbe necessario il doppio della cifra.
Abbiamo approfondito la questione ed in particolare servirebbero altri 500.000 euro per lo spostamento dei sottoservizi a causa di opere che non sono state previste dai progettisti incaricati, ed un ulteriore milione di euro quale contributo a favore di RFI per la realizzazione di un sottopasso diverso da quello originariamente previsto (in virtù della seconda convenzione sottoscritta con RFI dal Comune di Trani nel 2008, durante il secondo mandato Tarantini).
Dunque, a quanto ci riferisce l’Assessore, l’Amministrazione è alla ricerca di una soluzione alternativa che sia realizzabile all’interno di quella capacità finanziaria (il milione e mezzo del mutuo).
Per di più, a causa dei troppi mutamenti intervenuti in tutti questi anni, RFI sta imponendo anche una nuova condizione: procederà ad elaborare la progettazione del sottopasso (da definirsi dunque se solo pedonale o anche veicolare) solo quando il Comune avrà completato lo spostamento dei sottoservizi, ed inoltre non potrà garantire una tempistica certa per la conclusione dei lavori.
A tal proposito ricordiamo che i progettisti che da più di 10 anni stanno lavorando alla soluzione del sottopasso e che hanno ottenuto qualche mese fa 80 mila euro di onorario integrativo alla somma già percepita, ora si stanno occupando di valutare una soluzione alternativa, con conseguente estensione dell'incarico: abbiamo posto all’attenzione dell’assessore Capone questi extra costi da loro in precedenza non calcolati, e la perdurante mancanza di una adeguata indagine geologica.
Nei prossimi giorni ci sarà un nuovo incontro tra il Comune ed RFI: proponiamo che l’Amministrazione si confronti almeno con il Comitato di Quartiere in un incontro pubblico per aggiornare i residenti sugli sviluppi, in modo che possano essere valutate tutte le eventuali alternative al progetto originario.
Una su tutte: l’apertura di due passaggi pedonali, uno su via De Robertis e l’altro in corrispondenza del sottopasso pedonale della Stazione, magari verificando se le somme del mutuo ormai contratto possano essere utilizzati per l’acquisizione da RFI dell’area deposito di via Togliatti per destinarlo a verde pubblico attrezzato.

Quanto alla strettoia di Pozzopiano: abbiamo chiesto per l’ennesima volta (abbiamo perso il conto) se esiste o meno un progetto o se va commissionato.
Finalmente è giunta la notizia che attendevamo: un progetto esiste ma è un po’ datato (l’Assessore non ci ha saputo dire quanto datato) e quindi va rivisto per aggiornarlo sia alla normativa vigente che ai mutati costi di prezzario.
Per certo prevede l’esproprio della porzione di terreno del privato e dunque l’abbattimento del muro perimetrale che si trova di fronte al quello del giardino di Villa Telesio.
L’Assessore ha lasciato intendere che il Sindaco sta cercando personalmente una soluzione con il privato, pertanto chiederemo lumi direttamente al primo cittadino: non vorremmo si arrivi ad un accordo sbilanciato a sfavore della Città.
Abbiamo chiesto di velocizzare i tempi di ricognizione tecnica su tale progetto in modo che possa essere portato in Consiglio Comunale per l’approvazione e l’avvio dell’iter di espropriazione per pubblica utilità.
Sul punto avremo presto un nuovo confronto sia con l’Assessore che con il Sindaco al fine di ottenere una definizione della tempistica.

Capitolo manutenzione strade: da un’approssimativa stima pare che serva un costante investimento di circa 3 milioni di euro annui, e per il momento, date le risorse a disposizione e con un Governo che preferisce darsi altre priorità, si è scelto di intervenire solo su alcune strade con il bando pubblico appena assegnato e già portato in evidenza dalla stampa locale. Considerando che l'assessore ha le idee chiare sui costi della manutenzione di tutte le strade abbiamo chiesto un piano di manutenzione che già individui le successive fasi ed equilibri gli interventi tra centro e periferia.
Restando sull’appalto di 300.000 euro appena affidato con il criterio del massimo ribasso, abbiamo anche appreso dagli uffici comunali che i controlli sulla regolarità e qualità degli interventi non saranno eseguiti da nostro personale ma affidati all’esterno; ciò a causa della carenza di personale.

Dissesto idrogeologico Trani Sud: ad agosto era stato affidato il progetto preliminare per le opere di mitigazione con un mandato ad 8 mesi, pertanto ormai in scadenza; anche qui la risposta non è chiara, faremo un accesso agli atti per verificare l'esistenza e la consistenza del progetto.
L’assessore ci è parso eccessivamente preoccupato per gli eccessivi costi dell’eventuale progettazione esecutiva dell’opera, quando invece progetto esecutivo ed opere stesse potrebbero essere realizzate con un canale di finanziamento preferenziale della Regione risolvendo così una grave situazione di un'ampia zona di Trani.
Ci auguriamo che l’attentissima amministrazione del PD non proceda ad approvare PUE (Piani Urbanistici Esecutivi) e non rilasci PdC (Permessi di Costruire) fino a quando le indispensabili opere di mitigazione non abbiano consentito la ridefinizione delle aree di rischio idrogeologico. In tal caso gli oneri di urbanizzazione potrebbero generare utili superiori al costo del progetto esecutivo delle opere di mitigazione.
A nostro parere serve una strategia razionale, lungimirante e prioritaria rispetto agli interessi privati di nuove costruzioni.

Parco di Via Polonia: gli abitanti del Quartiere Sant’Angelo ne attendevano da mesi l’apertura e l’Assessore conferma che i tempi sono stati dettati dall’attesa per l’attivazione dell’impianto di videosorveglianza da parte di AMET. La Partecipata, stando a quanto dichiara l’Assessore, stava a sua volta provvedendo a definire gli affidamenti con i propri fornitori di opere e servizi.
Buon per i tranesi che l’azienda appaltatrice del Parco abbia pazientemente atteso questo ingarbugliato iter per la consegna dei lavori (che non includevano l’impianto di sorveglianza) e la conseguente richiesta di saldo.
Si sarebbe potuto procedere con molta più celerità se gli uffici competenti si fossero mossi contestualmente sia sulla realizzazione del parco che sull’impianto di videosorveglianza.

Un piccolo inciso, a corredo di quanto avevamo segnalato in AMET riguardo alla sosta a pagamento: l’Assessore ha confermato che il Piano Generale del Traffico Urbano è molto vecchio (quindi non adeguato alla normativa che impone l’aggiornamento ogni due anni) ed inoltre non è stato commissionato alcun Piano della Sosta.
Cade dunque il furbo diversivo utilizzato da Danisi e Bottaro per prendere tempo e “rimandare a data da procrastinarsi” l’installazione dei parcometri.

Edilizia Scolastica: a quanto ci riferisce l’Ass. Capone sono necessari 30 milioni di euro per la messa in sicurezza di tutte le scuole (antisismico, antincendio, efficentamento energetico e in alcuni casi anche consolidamento strutturale).
Perché si possano programmare interventi ed ancor prima progettazioni, è bene che si abbia un chiaro prospetto degli interventi da portare all’attenzione della cittadinanza, anche in chiave di definizione dei bilanci, in modo da esporre, nero su bianco, il perché in certi casi è necessaria qualche sagra e qualche concerto in meno.
Per le scuole, così come per tutti gli edifici di proprietà comunale, abbiamo proposto (in linea con il nostro programma) che si valuti con attenzione l’individuazione di un Energy Manager, un Esperto in Gestione dell'Energia, certificato, qualificato e con esperienza, o in alternativa l’adesione a progetti di consulenza ENEA per mettere a punto una programmazione pluriennale di interventi di efficentamento energetico delle proprietà comunali che permetta di avvalersi o di specifici finanziamenti o di cofinanziamento tramite terzi, le ESCo (Energy Service Company).

Abbiamo rappresentato come priorità anche la questione di Piazza Kolbe in prospettiva di prossimi bandi di rigenerazione urbana.
In quel luogo dimenticato da tutte le Amministrazioni concorrono numerosi elementi che spingono alla massima urgenza: il degrado, la pericolosità del marciapiedi per i pedoni, l’insidia del manto stradale per i veicoli, gli alti costi di manutenzione della vegetazione arborea e soprattutto il rischio che i danni, in un futuro ormai prossimo, si riversino sulle abitazioni circostanti.
Tutto determinato da alberi di pino che, con decisione scellerata, sono stati impiantati in una zona densamente popolata e su un’area destinata ai servizi.
L’unica via percorribile è quella della sostituzione con specie arboree idonee all’ambiente urbano, inserita in un contesto di radicale riqualificazione della piazza.
Ma bisogna partire da un concetto di base: se domattina dovesse essere pubblicato un bando per il finanziamento statale o regionale di tale opera, noi non potremmo candidarci poiché non esiste alcun progetto, né è stato inserito a bilancio tra le previsioni di spesa.
Abbiamo pertanto invitato l’Assessore a tenere vivo questo tema e al contempo provvederemo a portarlo nuovamente all’attenzione del Sindaco.


Le portavoce Antonella Papagni e Luisa Di Lernia e gli attivisti del M5S Trani
Piazza Kolbe




Apprendiamo dal comunicato stampa diffuso da Palazzo di Città della decisione del Sindaco Bottaro di revocare dalla carica di Presidente AMET il Dott. Pappolla, provvedendo contemporaneamente a nominare al suo posto il Sig. Antonio Mazzilli.

Decisione che appariva da tempo perfettamente in linea con la logica di spartizione delle poltrone all'interno della maggioranza.

Sono rimasti inascoltati i nostri inviti a procedere, previa individuazione delle caratteristiche curriculari necessarie, ad una selezione pubblica delle figure che avrebbero ricoperto ruoli apicali come l'Amministratore Delegato ed il Presidente.

Così come sono rimasti privi di effetti i nostri richiami ad una trasparenza nella programmazione aziendale di AMET, trasparenza che questa coalizione di centroqualcosa aveva promesso in campagna elettorale.

Ora invece ci troviamo di fronte ad un ennesimo nominato che eseguirà esclusivamente le direttive risultanti dal Piano Industriale in fase di redazione, il quale a sua volta non si discosterà dalle aberranti considerazioni che abbiamo trovato nel Piano di Razionalizzazione delle partecipate (indirizzato a dismettere ognuno dei settori di AMET).

Del resto, in apertura di comunicato ufficiale lo stesso Bottaro parla di "cambio di rotta immediato", dimostrando a tutti che finora la rotta era sbagliata (e quindi Danisi finora per cosa l'abbiamo pagato?).

Ci smentiscano il Sindaco ed il nuovo Presidente, e ci smentiscano con i fatti, dando avvio al concreto rilancio di ognuno dei settori: parcheggi, darsena, trasporto ed energia, abbandonati a loro stessi da anni e svuotati di idee ed investimenti.

Ve lo diciamo da sempre: privati che arrivano a prendersi servizi pubblici dalle mani dei tranesi non farà che peggiorare lo scenario economico ed occupazionale di Trani.

E non vuole questa Amministrazione operare questo "cambio di rotta" anche in AMIU? Va tutto bene lì?
Secondo i cittadini tranesi va invece male, anzi malissimo, malgrado si stia ricorrendo a strani titoli dei giornali per confondere l'opinione pubblica sull'inquinamento in discarica.

Infine una nota in merito al fatto che il nuovo Presidente AMET "svolgerà a titolo gratuito le funzioni di presidente della società fino alla scadenza di mandato del Consiglio d’Amministrazione in carica".

Sappiano i cittadini tranesi che il mandato per il vecchio Presidente sarebbe scaduto a maggio 2017 ed essendo stato il suo compenso di circa 2.800 euro mensili, il Dott. Pappolla potrebbe richiedere una mancata corresponsione di circa 17.000 euro.
Se dunque si accavallassero i due compensi, quello del vecchio e quello del nuovo presidente, si potrebbe configurare un danno erariale causato dal Sindaco.

Ecco spiegata la motivazione della "temporanea" rinuncia al compenso.

Attendiamo a breve delle risposte, anzi attendiamo i fatti.



Antonella Papagni - Luisa Di Lernia

Nell'intervento preliminare dell'ultimo consiglio comunale abbiamo nuovamente chiesto conto della situazione di AMET, vittima dell'incuria e della delega in bianco a favore di un Amministratore Delegato fantasma.
Ai cittadini vogliamo proporre l'analisi di quanto sta accadendo in AMET, anzi, di quanto non sta accadendo in AMET, attraverso la lettura dei verbali delle ultime assemblee dei soci, cioè quei momenti in cui, insieme, Consiglio di Amministrazione e Socio Unico, ovvero il Sindaco in rappresentanza dei tranesi, dovrebbero fare sintesi e tracciare fattivamente le strade che portano al consolidamento o al rilancio della Nostra Azienda.
Dalle letture degli ultimi verbali rileviamo che non si sono mai prese decisioni fattive e concrete relativamente al pagamento delle bollette insolute, ai trasporti, ai parcometri, alla darsena.
Nulla.

Cominciamo dall'Assemblea dei soci di agosto 2015.
Quella in cui il Sindaco dichiara che “il rapporto con AMET deve essere rivisto dalle radici” e di voler “porre un punto fermo, tracciare una linea e ripartire”.
Salvo poi, un attimo dopo, affermare che “in merito ai servizi gestiti da AMET, vanno rivisti sia la Darsena che i parcheggi e su quest'ultimo punto vi chiedo di attendere”.
Qui si comincia con l'attendismo.

Nel verbale di ottobre 2015 l'Assessore De Biase, si pone il problema della prospettiva, di quali siano le strategie.
Ma davvero non avevano strategie per il rilancio di AMET quando si sono candidati a governare la Città?
Viene proposto l'utilizzo di una “due diligence”, ma la due diligence è utile ad offrire delle indicazioni tecniche; ciò che invece deve essere proprio di chi governa sono le strategie, le direzioni politiche.
Qui invece leggiamo addirittura che “la determinazione di quale destino debba essere assicurato alla Società, certamente non può essere individuato dal Consiglio Comunale”.
Sappiano i colleghi, soprattutto di maggioranza, che non possono determinare il destino di AMET, stando alle parole del Sindaco.
Quindi che facciamo?
Lasciamo ad una considerazione meramente finanziaria e contabile la valutazione su servizi pubblici, alcuni essenziali, come i trasporti?
Innegabile che ci si debba rimboccare le maniche per individuare le modalità di miglioramento nei costi e nell'efficienza di quei servizi ma, come potete giudicare voi stessi, qui ci si scarica di responsabilità.
E se il servizio non viene reso efficiente, perché addossare la colpa sui cittadini come ha fatto il Sindaco in chiusura di intervento sui parcheggi quando dice “attesa la mentalità del cittadino tranese non ancora abituato a pagare con regolarità il tagliando della sosta”?
Decisioni prese: nessuna.

Nell'assemblea di dicembre 2015 è presente solo l'Assessore De Biase, delegato dal Sindaco, data l'enorme fiducia riposta nell'Assessore (che infatti si è dimesso un mese dopo...).
Quando parla l'Assessore De Biase, il consiglio comunale torna ad essere nuovamente “degno” di determinare il futuro di Amet, ma si invita il CDA a fare valutazioni economico-finanziarie sul servizio di gestione delle aree di parcheggio a pagamento: in sostanza ci si chiede se deve rimanere in AMET o deve essere revocata la concessione per poi affidarla a un privato.
Decisioni: ancora zero.

Il 22 gennaio 2016 torna il Sindaco in Assemblea dei Soci e finalmente una decisione viene presa: quella di individuare nel Dott. Danisi la figura capace di risolvere le questioni di Amet.
Dalle 11.50 alle 12:30 si producono solo la nomina di Danisi e l'annuncio della “designazione di una componente femminile” per il CDA. Stop. Null'altro.
Vengono infatti rinviati i punti all'ordine del giorno “gara parcometri” e “problematica della Darsena”.
Nessun accenno a soluzioni, all'informatizzazione dell'ufficio commerciale, al servizio di postalizzazione, e neanche vengono chieste notizie sulla “due diligence” che il Sindaco stesso aveva proposto.
Era importante capire quale direzione la società poteva prendere oppure assegnare le poltrone?
Come potete dedurre voi stessi, non si sta più parlando di contenuti ma di poltrone.
È evidente che non c'è l'interesse di Trani, è evidente che il Sindaco non sta giocando per Trani.
Ci chiediamo per chi.

Andiamo avanti con l'Assemblea dei Soci di marzo 2016.
Finalmente si parla della gara dei parcometri, ma solo per fare il gioco delle tre carte.
Il Sindaco, che aveva detto in precedenza di attendere perché l'Amministrazione doveva farsi un'idea, ora improvvisamente chiede ad AMET “quale sia l'indirizzo della Società sull'argomento, dal momento che ritiene che sia proprio l'azienda a dover suggerire all'Amministrazione quale soluzione scegliere”.
A questo punto dovrebbe essere il Mago Danisi a risolvere la questione, ma il Mago Danisi che fa?
Afferma che bisogna “attendere eventualmente le nuove decisioni che la Giunta Comunale andrà ad assumere su un eventuale nuovo piano della sosta”.
Il Dott. Danisi fa finta di non sapere dove sia capitato e di non sapere che il piano della sosta è compreso nel Piano Urbano della Mobilità, previsto per Legge per i capoluoghi di provincia, che a Trani non abbiamo ancora approvato.
Il gioco delle tre carte è riuscito.
Sul punto successivo “Darsena Comunale: problematica”, il Nostro Danisi si lancia su una sua analisi (“sembrerebbe che la gestione della Darsena sia antieconomica così come proposta dal Comune”), il Presidente Pappolla rincara la dose (“nella nuova ipotesi di contratto tra Comune ed Amet, si ripresenta il problema della forma mista, ovvero l'assistenza ai diportisti viene affidata all'AMET mentre tutto il resto è in capo al Comune”) ma tutto finisce lì, senza una decisione, senza una determinazione del Sindaco, e via con l'altro punto.
“Determinazione compenso organo amministrativo”: ci si lamenta che la Iaculli abbia provveduto “con atto unilaterale” ad eliminare il compenso variabile, ovvero il gettone di presenza, e qui si decide qualcosa.
Si decide di chiedere al Socio, cioè al Sindaco, di revocare la delibera del 2015 del Commissario Prefettizio.
Infine, tra le “varie ed eventuali”, la due diligence che appariva di primaria importanza, ora viene subordinata alla realizzazione del piano industriale, che avrà il compito di dire definitivamente quale sarà il futuro dell'azienda.
E chi se ne frega dell'opinione del consiglio comunale sul futuro da delineare per AMET.
Quando invece il Sindaco, nel consiglio comunale del 27 luglio, dopo aver bloccato per un anno la gara sui parcometri, aveva dichiarato: “ritengo che il problema non si ponga visto che a settembre saremo in quest'aula a decidere tutti insieme il futuro di quest'azienda”.
A settembre non si è mai portato il futuro di Amet in consiglio. E neanche ad ottobre.
Sui compensi e sulle poltrone c'è velocità ed efficienza, sui contenuti c'è solo fuffa.
Decisioni per la Città: ancora zero.

Nell'ultimo verbale a nostra disposizione, quello dell'Assemblea di giugno 2016, oltre che all'approvazione del bilancio, ci si sofferma sulla gara per il nuovo software: Danisi annuncia che è stata avviata la gara, a ben un anno di distanza dalla individuazione della consulente.
Sui parcometri si gioca a nascondino: Bottaro ritiene che debba essere rinviato ad una prossima seduta assembleare, in attesa del Piano Industriale.
Il pugno duro sta però nella decisione che viene presa nel punto successivo: stabilire il ripristino del compenso variabile ai Sindaci che il Commissario Straordinario aveva tolto.
L'Assemblea, a fronte di un bilancio in negativo, ripristina il compenso variabile ai Sindaci nella misura determinata dal Sindaco nella successiva Assemblea.
Notate bene: in un anno di verbali non c'è il minimo accenno ai trasporti, nulla.
Nessun accenno ai mezzi che sono vetusti, nessun riferimento a misure di finanziamento per rinnovare il parco mezzi, nessuna idea su come rendere più efficaci e più capillari le linee urbane.

Altre importanti domande scaturiscono dall'analisi della Relazione al Bilancio d'Esercizio 2015 redatta da KPMG.
Viene riportato per iscritto che l'acquisto nel 2003 del ramo d'azienda da Enel Distribuzione per 30 anni, con pagamento per 20 anni, per la cifra di 1.150.000 euro, potrebbe non essere un investimento recuperabile: perché?
E ancora: la sottostazione di smistamento di Monachelle, costata 1.700.000 euro, al momento è ancora ferma perché sono stati solo conferiti incarichi di progettazione per metterla in funzione, ma non essendo ancora entrata in esercizio, la KPMG si chiede quando rientreranno gli investimenti; e lo chiediamo anche noi: quando?
Infine: la REA Trani, società consortile tra Amet e Noyvallesina di Dalmine, era risultata aggiudicataria di una gara per la costruzione e gestione del termovalorizzatore di Trani, poi però, dato che la Regione Puglia si era ravveduta ed aveva annullato in autotutela l'aggiudicazione, la REA era stata messa in liquidazione, ed ovviamente il socio di minoranza privato aveva chiesto il risarcimento dei danni: 3 milioni di euro riconosciuti dal TAR Lazio nel 2012. Invece AMET ha visto riconosciuta solo una parte del risarcimento, e infatti recentemente ha avviato una causa nei confronti della Regione per il riconoscimento del proprio. Perché il Sindaco Bottaro non fa valere i suoi rapporti con Emiliano e fa in modo che AMET ottenga il giusto senza attendere l'esito di tale contenzioso?
Sappiate dunque che il termovalorizzatore, se pur non costruito, ha un costo.

In ultimo, proprio a proposito di bilancio.
Abbiamo una chiusura d'esercizio passiva per circa 280 mila euro (segno meno) ed una dichiarazione dei redditi che presenta un reddito di oltre 1 milione e 300 mila euro (segno più), da cui infatti scaturisce una tassazione di circa 360.000 euro.
Ricapitolando, abbiamo un Bilancio in negativo ed un Modello Unico in positivo.
Per cui la domanda secca è: l'AMET è in utile o in perdita?
C'è una differenza di 1 milione e 600 mila euro tra un'ipotesi e l'altra!

Troppi, davvero troppi aspetti sulle questioni di Amet che presentano incongruenze, e pertanto stiamo inviando un esposto alla Corte dei Conti ed alla Procura della Repubblica.

Antonella Papagni e Luisa Di Lernia
Portavoce M5S nel Consiglio Comunale di Trani


Sono trascorsi 7 mesi dall'insediamento del nuovo Amministratore Delegato di AMET.
Sette mesi di silenzio dello stesso Danisi, del Presidente Pappolla, del Sindaco Bottaro e dell'Assessore ai rapporti con AMET Lignola.
Nessuna dichiarata programmazione sul rilancio dell'Azienda Speciale di proprietà dei tranesi che gestisce elettricità, trasporti, parcheggi e darsena.
Un'azienda dal potenziale incredibile, unica nel suo genere nel panorama italiano delle società partecipate, che ha il dovere di produrre servizi di alto livello per la cittadinanza e che invece negli ultimi anni sta subendo un colpevole disinteresse che secondo noi nasconde la volontà di svendere.
Sette mesi fa, il 6 febbraio, in occasione della presentazione dell'ectoplasma Danisi, il Sindaco dichiarò: «è assolutamente il momento di decidere, il problema di questa città in generale e delle sue partecipate è che negli ultimi anni si è deciso troppo poco».
Chiacchiere!
Il Sindaco ha fatto esattamente il contrario di quanto ha dichiarato: è rimasto fermo, costringendo all'immobilità una grande azienda a capitale pubblico.
Le uniche mosse di questa Amministrazione di centroqualcosa stanno avvenendo nelle segreterie dei partiti per la nomina del prossimo Presidente.
Con spirito di collaborazione avevamo suggerito, sia per la scelta dell'Amministratore Delegato che del Presidente, una procedura trasparente, in cui perlomeno fossero individuate le caratteristiche tecniche e curriculari dei candidati, così, tanto per evitare di favorire amici e parenti...
Nessuna risposta, ad ulteriore riprova della loro ipocrisia: ignorano i suggerimenti forniti dalle opposizioni e poi tacciano le stesse di non essere propositive.

Al momento possiamo solo registrare alcuni costi a carico della collettività: una retribuzione mensile per l'Amministratore Delegato di 2.800 euro con l'aggiunta dei rimborsi per le trasferte, più un consulente legale al suo servizio a 1.150 euro mensili, e infine la redazione del Piano Industriale affidata per 32.500 euro quando avremmo potuto utilizzare la Confservizi Puglia a 16.500 euro.
A tutto ciò vanno aggiunti anche i mancati incassi per centinaia di migliaia di euro l'anno: in primis quello della mancata adozione dei parcometri (con gestione diretta da parte di AMET, non affidata a terzi), uno strumento che permette di migliorare il servizio per il cittadino e per il turista, e allo stesso tempo di incrementare le entrate.
Quegli stessi incassi, ve lo ripeteremo fino allo sfinimento, servono per il graduale ammodernamento dei mezzi, introducendo anche autobus più piccoli ed elettrici in modo da dare finalmente attuazione alla crescente richiesta di mobilità sostenibile ed ottenere una distribuzione più capillare delle fermate.
Altro mancato introito: la concessione degli spazi pubblicitari sui mezzi di trasporto pubblico, spazi da sempre molto attraenti per le agenzie di comunicazione.
Ma ciò che fa più rabbia è il danno all'occupazione: ad esempio le 8 risorse per le aree di sosta andrebbero riqualificate con l'introduzione dei parcometri e formate anche per la manutenzione e gestione, ne andrebbe promosso l'utilizzo a tempo pieno e non part-time come ora.
L'incremento del servizio di trasporto inoltre, giustificherebbe l'assunzione di nuovi autisti in aggiunta ai 10 attuali.
Anche la Darsena, più tutelata con un contratto di servizio adeguato e sorretta da piccoli investimenti, potrebbe vedere l'incremento delle attuali 7 risorse.
Pertanto questo scellerato modo di agire non solo non sta sviluppando nuova occupazione, ma sta anche mettendo in serio pericolo quelle 25 famiglie.

Non sono gli investimenti in servizi per i cittadini a dover essere tagliati, ma i costi della politica.
Ad esempio il Commissario Prefettizio aveva eliminato i premi di produttività per gli amministratori delle partecipate ed i compensi variabili per i membri dei collegi sindacali.
Bottaro ha invece proposto ed ottenuto di reintrodurre nei collegi di STP e di AMET il compenso variabile, ovvero il gettone di presenza.
Non sono stati ancora reintrodotti i premi di produttività, ma probabilmente solo perchè quest'anno AMET ha chiuso in perdita il proprio bilancio d'esercizio 2015.

Al proposito, abbiamo avuto modo di leggere il verbale del 31 maggio con cui il Consiglio di Amministrazione, con il solo voto contrario del Presidente Pappolla, approvava il bilancio 2015 con una perdita di quasi 280.000 euro.
E allora alcune domande alle quali potrebbe rispondere chiunque, tra Presidente, Amministratore Delegato, Sindaco e maggioranza.
Anzi, potrebbe rispondere anche qualcuno dell'opposizione...
Chi e perchè ha permesso di arrivare a 14 milioni di euro di crediti?
Perchè Presidente ed Amministratore Delegato, che nel verbale si lamentano degli uffici amministrativi e commerciali, non hanno rappresentato ufficialmente tali inefficienze ai loro datori di lavoro, ovvero i cittadini tranesi?
A cosa sono serviti i contatori elettronici pagati profumatamente nel 2006 se la lettura elettronica non ha mai funzionato?
A chi dobbiamo attribuire la responsabilità di non aver pagato il 5° ed il 6° bimestre 2012 ed il 1° bimestre 2013 a Cassa Conguaglio determinando una sanzione con interessi di mora pari a 1.200.000 euro, in parte inseriti nel bilancio 2015?
A tutela dei nostri dubbi e degli interessi dei cittadini replicheremo tali domande alla Corte dei Conti.

Si potrebbe pensare che i grandi professionisti al governo della Città stiano attendendo il nuovo piano industriale di AMET: ma secondo voi era necessario un piano industriale per prendere già un anno fa alcune decisioni di buon senso?
Stanno forse aspettando certificazioni da parte della società di consulenza delle loro idee di smantellamento di un'Azienda che appartiene ai Tranesi?
Quelle stesse idee sono già state espresse nel Piano di Razionalizzazione approvato dalla giunta il 31 dicembre 2015 ma senza il coraggio di portarlo in discussione in Consiglio Comunale.
Secondo quel Piano bisognerebbe concentrarsi solo sul settore energia. E in che modo? Evitando di incassare solo alcune bollette?
In quel Piano hanno definito i trasporti come "una distrazione dal core business di AMET" (come se non si chiamasse Azienda Municipalizzata Elettricità e Trasporti dal 1964) ed hanno definito la gestione aree di sosta una "start-up" malgrado la concessione risalga a 7 anni fa.
Sempre in quel Piano, soprattutto per AMET che gestisce diversi servizi, sarebbe stato indispensabile produrre dati relativi a ciascun settore, sia per le entrate che per le uscite, e invece si sono prodotte solo conclusioni affrettate che portano alla dismissione.

Non passerà molto tempo prima che quelle idee si trasformino nella distruzione di AMET: vanno fermati prima.
Il cambio di presidenza, ormai certo ed imminente, potrebbe essere il bivio più importante, dunque il Presidente Pappolla non attenda la rimozione dall'incarico, dia le dimissioni quanto prima, spieghi ai Tranesi quanto è accaduto sinora ed espliciti chiaramente quale sorte li attende.

In chiusura: ma l'impegno del Dott. Danisi proseguirà così, prossimo al nulla, o riuscirà a fare peggio dopo che è stato nominato anche Amministratore Straordinario per la gestione dell'appalto raccolta e trasporto rifiuti ad Andria e Canosa?

Antonella Papagni e Luisa Di Lernia
Portavoce M5S Trani

Leggi anche i nostri precedenti richiami su AMET:

15 giugno 2016: Come si sta bene a Trani!

1 febbraio 2016: Amet ancora al buio

21 dicembre 2015: Bottaro ha spento le luci su Amet



Nei giorni scorsi il Movimento 5 Stelle Trani ha incontrato l'Assessore Capone per fare il punto della situazione su alcune questioni attinenti i lavori pubblici a Trani.

Ci siamo confrontati a lungo sullo stato di fatto e sulle programmazioni, ricevendo parte delle informazioni che avevamo richiesto mediante interrogazioni alle quali non avevamo avuto risposta, ed abbiamo contestualmente avanzato alcune proposte.

Cominciamo dalla questione del passaggio a livello di Via Corato, sulla quale siamo pressanti da tempo insieme ai cittadini del Quartiere Stadio.
Ricordiamo che, per l'opera di spostamento dei sottoservizi non ancora partita, da gennaio 2014 i Tranesi stanno pagando una rata semestrale di 93.000 euro per il mutuo contratto con Cassa Depositi e Prestiti.
Finalmente è giunto il parere favorevole anche di Telecom al progetto definitivo di spostamento dei sottoservizi.
La redazione dell'esecutivo, inclusa nell'incarico affidato 15 anni or sono ai due tecnici che hanno già presentato il definitivo, appare imminente, salva la pronta soluzione di questioni legate al riconoscimento economico ai due progettisti delle consulenze prestate nel corso degli anni (costi non concordati in precedenza).
L'opera consisterà in un sottopasso veicolare ad una corsia e pedonale su un solo lato, con un marciapiedi di 2 metri.
Al momento non vi possono essere certezze sui tempi di realizzazione; di sicuro sono previsti due cantieri: il primo per lo spostamento dei sottoservizi ed il secondo per la realizzazione del tunnel del sottopasso con relativi servizi.
L'incertezza sui tempi di completamento dell'opera dipendono da due elementi.
n primis mancano le indagini geognostiche che devono essere effettuate prima della redazione del progetto esecutivo e che permetteranno di conoscere con certezza la consistenza del terreno sottostante e di conseguenza le modifiche da apportare all'importo del progetto ed ai tempi di spostamento dei sottoservizi.
In secondo luogo l'incertezza sui tempi di consegna riguarderà RFI (Rete Ferroviaria Italiana) perché i lavori di realizzazione del tunnel dovranno coordinarsi con le esigenze di traffico ferroviario su quelle linee.
Proprio per i tempi, per forza di cose lunghi e al momento anche poco certi, abbiamo proposto di concentrarsi parallelamente sulla viabilità futura di quell'area.
In proposito abbiamo ricordato che Trani non è dotata di un Piano Urbano del Traffico aggiornato: l'articolo 36 del C.d.S. ne rende obbligatorio l'aggiornamento ogni due anni e quello approvato a Trani è datato aprile 2010 ed è stato redatto nel 2008.
Al momento il progetto prevede il sottopasso veicolare in uscita dalla Città, con un conseguente interessamento delle aree adiacenti: uno studio analitico della situazione attuale permetterebbe di prevedere meglio l'impatto del sottopasso sulla viabilità cittadina.
Infine si dovrà procedere ad un aggiornamento dell’accordo con RFI perché antecedente al progetto definitivo approvato.
Abbiamo pertanto invitato l'Amministrazione ad utilizzare quell'incontro con RFI per sondare la possibilità di cessione dell’area dismessa della Stazione, programmando una riqualificazione che possa interessare anche il progetto di ampliamento del sottopasso ferroviario esistente e di abbattimento delle barriere architettoniche, naturalmente affrontando in modo puntuale gli aspetti tecnici ed economici.

Altra questione sulla quale ci siamo soffermati, invitando l'Assessore a considerarla una priorità assoluta, è l’alto rischio idrogeologico che interessa anche e soprattutto una vasta area del Quartiere Pozzo Piano.
Il 15 luglio avevamo inoltrato una interrogazione in proposito (a cui non abbiamo ricevuto risposta) per segnalare la presenza di fondi in Regione per interventi di mitigazione del rischio idrogeologico. L’Assessore ha accertato che vi sono stati diversi avvisi rivolti al Comune da parte della Regione da luglio 2015 ad ottobre 2015, ma poiché sprovvisti di progetto preliminare non si è potuto procedere ad oggi alla richiesta di tali fondi; inoltre l’Assessore ha evidenziato il fatto che, non avendo all’interno dell’ufficio tecnico le competenze per poter procedere alla progettazione, queste andrebbero esternalizzate; pertanto andrebbero collocate all’interno di una valutazione globale degli interventi necessari alla Città e dei costi da sostenere per ciascun intervento.
Trovandoci su questo punto in accordo con l’Assessore, gli abbiamo suggerito di modulare le priorità sulla base di eventuali fondi già disponibili (come in questo caso) e sui potenziali danni a persone e cose dovuti ad un mancato e tempestivo intervento dell’Amministrazione.

Sempre in merito al Quartiere Pozzo Piano, ci siamo confrontati in dettaglio sulla strettoia che congestiona il traffico veicolare e inibisce il passaggio pedonale e che a nostro avviso, stante il vincolo sul muro di Villa Telesio, può vedere un'unica soluzione: l'esproprio di parte dell'area privata per pubblica utilità e quindi l'allargamento della carreggiata.
L'Assessore Capone è del medesimo avviso e intende avviare al più presto l'iter amministrativo.
Il primo passo, ci ha assicurato, sarà verificare se esiste un progetto di allargamento della strada; questo perché l'espropriazione può avvenire solo dopo l'approvazione in Consiglio Comunale del progetto.
Al contempo andremo a fondo sulle motivazioni addotte dalla precedente Amministrazione per non procedere con l'opera, ovvero il vincolo idrogeologico che interessa quell'area (e di cui abbiamo appena parlato) e per il quale l'Autorità di bacino negherebbe le autorizzazioni.
Abbiamo di conseguenza concordato un aggiornamento sul punto proprio dopo tale verifica.

Restando in tema di strettoie: quella di via Duchessa D'Andria, recentemente interessata da lavori che hanno visto la realizzazione di una rotonda e l'installazione di un semaforo, deve vedere al più presto una soluzione.
Al momento l'Amministrazione non appare impegnata su questo fronte e l’assessore non ha saputo dare spiegazioni in merito al fatto che non si è proceduto all’esproprio per pubblica utilità della parte di terreno privato, evidenziando le condivisibili difficoltà legate alla carenza di personale tecnico interno ed alla carenza di fondi; in tal caso abbiamo suggerito di perseguire anche l'ipotesi di una concertazione con il Ministero della Difesa per ottenere parte dell'area della cosiddetta "polveriera", ovvero il poligono militare che potrebbe tranquillamente mantenere la propria funzionalità con uno spazio leggermente ridotto.
Anche lì, qualora non vi sia, sarebbe opportuno avviare una progettazione di massima, sia per avviare un tavolo tecnico con il Ministero che per l'accesso ad eventuali finanziamenti.

Abbiamo infine sollecitato l'apertura di Via Caposele, arteria secondaria tra Via Pola e Via Gisotti interrotta a metà da un'area privata.
Su questo l'Assessore non è andato al di là di una sommaria disponibilità ma, ribadendo la penuria di personale, non ha potuto darci rassicurazioni in merito; ci siamo dunque offerti di supportarlo, insieme ai nostri attivisti, nelle indagini ricognitive.

Antonella Papagni e Luisa Di Lernia
Portavoce M5S Trani

In attesa che il socio unico, cioè il Sindaco in rappresentanza dei cittadini tranesi, approvi il bilancio 2015, su AMET ci sono solo buio e silenzio.
Ricordiamolo: più di un anno fa questa Amministrazione ha ottenuto la maggioranza dei voti promettendo ai tranesi trasparenza.
Noi affermiamo senza tema di smentita che la trasparenza non c'è mai stata.

A partire dalla scelta del nuovo Amministratore Delegato, definita dal Sindaco come nomina tecnica e non politica, finora incapace di rivolgere una sola parola alla Città per spiegare quali siano i suoi intendimenti in merito alle quattro aree operative di AMET: energia, trasporti, parcheggi e darsena.
Davvero non ha nulla da dichiarare?
Davvero non ha un'idea sul futuro della nostra partecipata?
Davvero i suoi datori di lavoro, cioè i tranesi, non meritano una sua analisi della situazione con relative soluzioni?
Invitiamo allora il Presidente di AMET, Dott. Pappolla, a riferire alla cittadinanza quanto sta accadendo all'interno dell'azienda e quali scenari futuri ci attendono.
Intanto ringraziamo il Sindaco per aver individuato nel Dott. Danisi un altro campione.
Della tecnica, s'intende.
Così tanto tecnico che ha subito caricato sui tranesi un altro costo "ad personam": un consulente legale al suo servizio a 1.150 euro mensili.
Ma per fare che?

E ancora: è stata bandita una gara per la ricerca di un'azienda che si occupi della redazione del Piano Industriale 2016-2021 finalizzato al conseguimento degli obiettivi definiti dal Socio Unico nel Piano di Razionalizzazione approvato dalla Giunta il 31 dicembre 2015.
In merito a tale operazione dobbiamo rilevare alcuni macroscopici errori, riassumibili in tre punti.
Punto 1: l'importo a base d'asta di 39.000 euro più iva appare incredibilmente spropositato rispetto a quanto previsto dal precedente Consiglio di Amministrazione che, dopo aver bandito una gara a 18.000 euro, l'aveva revocata perchè si era accorto di poter accedere al medesimo servizio utilizzando la Confservizi Puglia ad un prezzo persino più basso (16.500 euro).
Punto 2: un Piano Industriale che si basa sull'attuale Piano di Razionalizzazione va chiaramente verso la dismissione di trasporti, parcheggi e darsena. Addirittura si motiva tale intenzione scrivendo nel Piano che "si è verificata una distrazione dal core business di AMET... Difatti il servizio dei trasporti, quello dei parcheggi e quello della Darsena evidenziano un risultato discendente". Affermazione che non trova però riscontro nei numeri: ogni singolo settore non riporta perdite e, se anche così fosse, ci sarebbero da adottare numerose misure di rilancio che questa Amministrazione, come le passate, non ha adottato. Basti pensare che definiscono i parcheggi come una start-up ma gli assegnano risultati discendenti: se sono una start-up come diavolo fanno a registrare risultati in calo?
Punto 3: il medesimo Piano di Razionalizzazione delle partecipate, che addirittura ora costituirà base di lavoro per il Piano Industriale di AMET, è stato approvato solo dalla Giunta! Perchè non è stato portato in Consiglio Comunale per essere discusso, confrontato, integrato e quindi approvato? Come al solito l'Amministrazione si contraddice dichiarando a pagina 2 che "il documento non è sicuramente esaustivo ed è aperto alle riflessioni e ai contributi non solo degli addetti ai lavori, ma anche della città tutta quale condivisione di una strategia di rilancio della città". Ma quale condivisione? Qui si sono approvati in Giunta questo piano di dismissione delle partecipate senza interpellare noi cittadini e ora ci prendono dalle tasche anche il denaro per pagare i professionisti che eseguiranno questo Piano!

Ma purtroppo non c'è solo lo sperpero, c'è anche la perdita di business per la Nostra Azienda, vedasi trasporto disabili e varchi elettronici al Porto.

Il trasporto disabili da e per i centri riabilitativi, previo bando, è sempre stato affidato dalla ASL ad AMET, ma nel 2015 la ASL decide di mutare le condizioni e di accorpare il servizio per le città di Trani e di Bisceglie; di conseguenza AMET, che non può operare al di fuori del territorio comunale, non vi partecipa.
Inizialmente avevamo pensato che avevano accorpato anche altre città, e invece no, per il resto vi erano lotti per ogni singolo comune (uno per Andria, uno per Barletta, uno per Corato...).
Qualcuno da Trani è andato a farsi sentire in Direzione ASL per l'assurdità di questa pensata che, oltre a sottrarre il servizio ad un'azienda partecipata, è costata 50.000 euro in più?

Seconda occasione persa: i varchi elettronici al Porto. Per quale dannato motivo non si è chiesto il coinvolgimento di AMET? Perchè non è stata interpellata la Nostra Azienda per quel progetto e per quei lavori? Sa l'Assessore De Michele che la sua delega alla viabilità deve andare in stretta sinergia con l'azienda partecipata che si occupa di trasporti e parcheggi? Sa l'Assessore Lignola che la sua delega ai rapporti con l'Amet SpA deve essere giustificata da una qualche azione e non rimanere un titolo onorifico?

Su AMET ci rivediamo alla pubblicazione del bilancio, intanto un saluto affettuoso al Dott. Danisi: come si sta bene a Trani!

Antonella Papagni e Luisa Di Lernia
Portavoce M5S Trani

Mercoledì 4 maggio, alle ore 16:30, è convocato in seduta straordinaria ed urgente il Consiglio Comunale.
Unico punto all'ordine del giorno l'autorizzazione alla riduzione del capitale e alla ricapitalizzazione di AMIU mediante rinuncia ai crediti vantati dal Comune di Trani per oltre 4.219.732,48 euro e la cessione ad AMIU di due beni: l'isola ecologica (valore presunto 216.054,25 euro) e la ricicleria (valore presunto 3.019.708,36 euro).
Contestualmente si vuole deliberare l'autorizzazione ad emanare atto di indirizzo per la scissione dei rami servizi ed impianti entro fine anno, ed altro atto di indirizzo affinché il Comune si costituisca parte civile nei processi penali inerenti il disastro ambientale in discarica.

Pubblichiamo tutti gli atti ricevuti dalle nostre portavoce in Consiglio perché cittadini e giornalisti possano avere a disposizione tutte le informazioni necessarie.
Del resto i proclami di questa Amministrazione si stanno traducendo in una scarsissima trasparenza e nell'uso sistematico ed indiscriminato della convocazione d'urgenza dei consigli comunali, per di più con la convocazione improvvisa della Commissione Bilancio il cui parere non è richiesto nei casi di convocazione urgente del Consiglio Comunale.

Qui il link a tutta la documentazione.


Il passaggio a livello di Via De Robertis è da sempre un ostacolo alla serena vivibilità di una enorme area urbana che ospita oltre 12.000 cittadini, quel quartiere Stadio che sta provando, anche attraverso l'impegno del suo Comitato, di ottenere ascolto da ogni amministrazione.
Dopo decenni di immobilismo qualcosa si era mosso, al punto che noi tranesi ci siamo anche sobbarcati il pagamento di un mutuo, ma qualcosa negli ingranaggi si è nuovamente bloccato: cos'è successo?
Partiamo dai pochi dati certi.
Il 1° marzo 2001 veniva conferito dal Comune di Trani agli ingegneri Caruso e Romanelli l'incarico di progettare lo spostamento dei sottoservizi in corrispondenza del passaggio a livello di Via De Robertis in modo che poi Rete Ferroviaria Italiana potesse procedere alla realizzazione di un sottovia.
A seguito del parere negativo espresso dalla Soprintendenza in relazione al muro di Villa Bini, il progetto vide un blocco di ben 12 anni, perché solo il 13 novembre 2013 fu concessa l'approvazione definitiva.
Pertanto il 29 novembre 2013 è stata deliberata dal Consiglio Comunale la contrazione di un mutuo di 1.500.000 euro al tasso annuo del 4,46% (recentemente rinegoziato al 4,26%) per provvedere al pagamento dei lavori necessari allo spostamento dei sottoservizi, il cui progetto fu definitivamente approvato dalla Giunta Comunale il 17 dicembre 2013.

Ma in cosa consistono esattamente i lavori in questione?
Oltre alla progettazione, ai rilievi, agli oneri di sicurezza e alle imposte, le spese più consistenti riguardano la nuova sistemazione del muro di Villa Bini, ma soprattutto lo spostamento delle condotte di acqua, fogna bianca e fogna nera, dei cavi telefonici e di quelli elettrici e della rete gas.

Ciò significa che, affinché vi sia l'approvazione del progetto esecutivo, occorre l'acquisizione dei pareri specifici nella apposita Conferenza dei Servizi di cui fanno parte tutti i soggetti coinvolti.

A gennaio 2016 il Sindaco aveva formalmente invitato i soggetti coinvolti a procedere all'approvazione del progetto definitivo al fine di dare avvio alla successiva fase esecutiva.
Quale risultato ha avuto quel richiamo?
Nessuna notizia, anche a seguito di nostre precedenti interrogazioni, e pare che dell'ultima Conferenza di Servizi risalente al 1° febbraio non sia stato neanche redatto un verbale.

Per questi motivi, tramite una interrogazione ed un contestuale accesso agli atti, abbiamo chiesto spiegazioni: chi tra Rete Ferroviaria Italiana, Acquedotto Pugliese, Telecom, Amet e 21 Rete Gas non sta ottemperando a quanto previsto perché possano partire i lavori?

Da gennaio 2014 i cittadini di Trani stanno pagando una rata semestrale di 93.000 euro per il mutuo contratto con Cassa Depositi e Prestiti!
Sono passati due anni e 4 mesi da allora!

Come la prendereste se, avendo deciso di eseguire dei lavori in casa vostra e, dopo aver ottemperato a tutti gli obblighi di legge ed aver ottenuto le autorizzazioni, dopo aver pagato il progettista, dopo aver contratto un mutuo in banca per pagare i lavori, dopo aver cominciato a pagare le rate e gli interessi, gli operai non si presentassero per cominciare e non vi fornissero alcuna spiegazione? Andreste su tutte le furie o no?
Perché nel pubblico bisogna sempre lasciar andare tutto con leggerezza?
Perché dover sopportare questi inspiegabili ritardi?
Stiamo parlando della vivibilità di un intero quartiere, di cittadini che pagano le tasse come gli altri, compiono i propri doveri civici come gli altri. Perché non devono veder riconosciuti i propri diritti?

Vorremmo inoltre un incontro con il neo Assessore ai Lavori Pubblici in cui ci dia contezza di quanto sta accadendo perché si possa poi informare la cittadinanza.

Questa pratica del “paga e zitto” delle pubbliche amministrazioni e delle aziende privatizzate che forniscono servizi pubblici essenziali, deve finire.



Luisa Di Lernia
Portavoce Movimento 5 Stelle nel Consiglio Comunale di Trani

Gli altissimi valori di elementi inquinanti quali nichel, ferro, piombo, manganese e arsenico che vengono periodicamente riscontrati da Arpa a seguito degli esami presso la discarica di Trani attestano che, attraverso il percolato, si sta determinando un forte sversamento nella falda acquifera di elementi nocivi per l’uomo, irrimediabilmente immessi nella catena alimentare tramite le acque di irrigazione delle coltivazioni a valle della discarica ed infine tramite il mare in cui confluiscono.
Questo disastro ambientale dura da almeno un anno e mezzo e sappiamo bene che deriva dal cedimento strutturale della barriera impermeabilizzante su una parete della discarica e dal cedimento del pozzo P6V.
Pozzo che non è mai stato incamiciato e che quindi permette al percolato di arrivare ancor più velocemente in falda.
Per di più da articoli di stampa si apprende che i tecnici incaricati stanno proponendo, invano sinora, una sorta di intervento che “sigilli” il pozzo P6V in modo da neutralizzare l’apporto di percolato in falda. Propongono, inoltre, di aprire un altro pozzo spia ben impermeabilizzato. Queste operazioni comporterebbero l’esborso di somme esigue rispetto al danno in corso con probabili ripercussioni sulla salute.
Chiediamo dunque all’Amministrazione e all’Amiu se è vero che con delle somme così esigue si può avere già un reale beneficio per l’ambiente e per la salute umana. E se è vero, perché allora non si comincia con questa piccola operazione? Perché si continua con il rimbalzo delle responsabilità? Perché si continua a parlare di progetti milionari che non arrivano, e non si prendono in considerazione questi primi piccoli interventi?
Noi vi chiediamo, qualora questa soluzione sia vera, di procedere senza indugio a sigillare il pozzo P6V. Pretendiamo tempi rapidissimi e soluzioni efficaci a tutela della salute dei cittadini e dell’ambiente.
A tal proposito chiediamo formalmente al Sindaco di voler procedere in tempi rapidi alla realizzazione del Piano della Salute poiché è evidente che il disastro ambientale in corso può avere riflessi importanti sulle vite dei cittadini. Lo stiamo chiedendo dal 2013 ma mai nessuno si è prodigato nel porlo in essere. E’ necessario avere sotto gli occhi i dati epidemiologici per capire lo stato di salute della cittadinanza.
Non possiamo più attendere oltre. Avete una grossa responsabilità nei confronti dei cittadini e dell’ambiente e se non fate gli interventi giusti e necessari, allora anche voi sarete annoverati tra coloro che hanno avvelenato Trani.

Antonella Papagni
Portavoce M5S Trani
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