PASSAGGIO A LIVELLO DI VIA DE ROBERTIS: UN’ODISSEA SENZA FINE
Un’Odissea
quella che si riferisce alle vicende che girano intorno alla
soppressione del passaggio a livello di v.de Robertis e della
successiva costruzione di un sottovia, per le quali dovremmo
addirittura scomodare dall’Ade l’autore del poema epico perché
di un poema suddiviso in altrettanti libri si tratta.
Partiamo
dal lontano 1994 quando cominciarono le trattative tra RFI (Rete
Ferroviaria Italiana) e il Comune: sono trascorsi ben 26 anni e forse
pure qualcuno in più e un’intera città di cui un quartiere tra i
più popolosi denominato Stadio-Alberolongo, direttamente interessato
e penalizzato dalla mancata soppressione, sta ancora aspettando. E
mentre ne parlo con amici che abitano in quella zona, raccolgo tutta
la preoccupazione nelle loro parole: “Vogliamo risiedere con
serenità nel nostro quartiere perché questo passaggio a livello non
sia più una condizione al nostro vivere quotidiano. Siamo
preoccupati per i nostri ragazzi e non passa giorno, mese e anno che
non succeda qualcosa”.
La
lista, purtroppo, è piuttosto lunga: sistematico attraversamento
oltre la soglia, al limitare del suono della campanella comprese
autovetture che più di una volta vi sono rimaste bloccate; sbarre
stesse che cadono per urto di auto in passaggio; auto bloccate tra i
binari per tentato passaggio tra le sbarre in chiusura; sbarre che
non si abbassano a causa dei sensori mandati in tilt da pedoni che
attraversano non rispettando il codice della strada; numerosi
incidenti alcuni dei quali purtroppo anche fatali. È quanto
raccontano i titoli di cronaca in tutti questi anni.
Un
quartiere in pieno centro tenuto in ostaggio da un passaggio, l’unico
rimasto in città. Ricordiamo il passaggio a livello di v. Giuliani già soppresso, ma per quello di v.de
Robertis niente: “questo matrimonio non s’ha da fare”.
In
tutti questi anni tra amministrazioni che vanno e amministrazioni che
vengono sono stati stipulati una serie infinita di patti, contratti,
accordi, convenzioni, prima appendice, seconda appendice e chi più
ne ha più ne metta, dei quali con numerose richieste urgenti di
accesso agli atti i portavoce del MOVIMENTO 5 STELLE sono venuti in
possesso, per fare finalmente luce sull’intera vicenda, UNICA FORZA
POLITICA A INTERESSARSI DELLA QUESTIONE, rilevando con una NOTA
SCRITTA, ANNOSI RITARDI
E
SERIE CRITICITÀ e
incalzando, tra l’altro, l’attuale amministrazione a un dialogo
con RFI sulla cessione al Comune delle aree dismesse per un
allargamento di v Togliatti che sarebbe ritornato utile per la
risoluzione del sottopassaggio stesso.
Tre
decenni durante i quali si sono susseguiti progetti dei più
disparati di sottovia con varchi su v. S. Annibale M. di Francia
per poi accorgersi che gli stessi non si sarebbero potuti realizzare
per insufficienza di spazio; progetti di sottovia a doppio senso di
marcia irrealizzabili anch’essi perché un muro, quello di Villa
Bini, vincolato dal Ministero dei beni culturali, che è sempre
esistito e non è certo sbucato dal cilindro di un fantasista, ne
impediva la fattibilità; progetti che brancolavano nel buio a metà
tra sottopassaggi e
passaggi ciclo/pedonali sopraelevati
per poi accorgersi che era buona la prima, ma ci si era persi nel
tempo con la seconda.
Progetti
ancora nel mirino della irrealizzabilità perché improvvisamente ci
si era accorti che un doppio appalto, una doppia direzione dei
lavori, due
diverse responsabilità alla sicurezza, due diverse imprese che
dovevano lavorare congiuntamente, una per lo spostamento dei
sottoservizi l’altra invece per la realizzazione del sottopasso,
non era un modo economico di procedere. Per non parlare dei nulla
osta dei soggetti coinvolti per lo spostamento dei sottoservizi,
l’ultimo dei quali è arrivato, udite udite, solo nel 2017.
Ora,
posto che dritto per v. S. Annibale M. di Francia non si sarebbe
potuto andare a meno che non si fossero abbattuti nel frattempo
negozi ed edifici, era saltata fuori la possibilità di virare per v.
Togliatti, che il Movimento 5 stelle da tempo immemore aveva già
suggerito, con l’acquisto delle aree dismesse in prossimità del
terzo binario non più strumentali per RFI. E intanto sia il
“Comitato di quartiere” che il “Movimento
Civico per la realizzazione del sottopasso veicolare e pedonale”
incalzavano, premevano e sbottavano per tutte le volte in cui si
poteva arrivare a conclusione e invece no, fino a giungere all’eureka
annunciata da una conferenza stampa relativa a un ennesimo accordo
tra Comune ed RFI e del quale il Comitato stesso era all’oscuro.
Insomma
a pagare le conseguenze di tutta questa situazione siamo proprio noi
cittadini, sempre meno tutelati nei nostri diritti, cittadini che si
sono sobbarcati oltretutto della spesa di un mutuo costato 1.500.000
euro con tutti gli interessi, utile solo per lo spostamento dei
sottoservizi. mentre del sottopasso nemmeno l’ombra: RFI e un
intero quartiere sta ancora attendendo un possibile progetto. Che non
ci sia stata la volontà politica di risolvere questo annoso problema
da parte di tutte le amministrazioni che si sono succedute nel tempo,
né che abbia costituito priorità per le stesse, si era capito.
Vorremmo solo comprenderne le ragioni.
Beatrice
Chieppa attivista e candidata al Consiglio comunale
Luisa
Di Lernia portavoce e candidata al Consiglio comunale
Vito
Branà portavoce e candidato sindaco del Movimento 5 stelle Trani
#inVitoalcambiamento
#VitoBranàsindaco
#M5S #Trani