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MoVimento 5 Stelle Trani
Sabato 8 marzo alle ore 18.30, in Via Lagalante a Trani, si terrà un'Agorà, un incontro pubblico sull'attività dei cittadini 5 stelle in Parlamento con Daniela Donno (Senato della Repubblica) e Giuseppe D'Ambrosio (Camera dei Deputati).

L'Agorà è una iniziativa dei parlamentari unica nella storia della Repubblica. Le barriere sono state abbattute per raccogliere le istanze dei cittadini.
Vi aspettiamo, tutti sullo stesso piano, per fare domande e ricevere risposte.

Grilli di Trani - Movimento Cinque Stelle Trani
1. Le disposizioni della presente legge, in attuazione dei principi che regolano la trasparenza e l'efficacia dell'azione amministrativa, disciplinano le attività di informazione e di comunicazione delle pubbliche amministrazioni.
E' il primo articolo della Legge 150 del 2000 richiamata nella delibera di Giunta Comunale che istituisce un “capo ufficio stampa e portavoce del sindaco”.
Dopo aver constatato l’assunzione di un professionista nel ruolo avevamo cominciato a nutrire alcune buone speranze.
Speravamo, quindi, che dopo decenni di completa chiusura e oscuramento dell’attività amministrativa si sarebbe, finalmente, cominciato ad avere contezza dell’attività dell’amministrazione in modo completo, efficace ed efficiente.
A tal proposito gaudio e giubilo ci aveva colto leggendo sul sito del Comune la notizia della costruzione della bozza di Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e della bozza del Piano Triennale per la Trasparenza e l’integrità.
Il primo, cominciato a gennaio (il documento dichiara, forse per un lapsus, 2013), è un documento che fa bene sperare sulla futura correttezza ed incorruttibilità della macchina amministrativa nonché della attività dei referenti politici. E’ possibile proporre osservazioni fino al 28 di febbraio, prima che passi ad approvazione da parte della Giunta Comunale.
Il secondo, invece, per trovarlo bisogna cercarlo per il sito del Comune in una sezione differente, senza un link diretto che ti ci porti.
Già questo sarebbe sufficiente a farci sorgere dubbi sulla reale volontà dell’amministrazione di attuare la trasparenza di legge.
Poi, nella mattina di sabato, succede qualcosa che ci spiazza definitivamente:
il Sindaco presenta l’iniziativa “Portami Via” davanti ad una decina di giornalisti e altrettante telecamere.
Dietro le telecamere, in spiaggia, una decina di operatori della Cooperativa Re Manfredi fingono di pulire la spiaggia a favore delle telecamere. Come è evidente dalla foto, la spiaggia era stata precedentemente ripulita con i trattori; al massimo gli operatori avrebbero potuto fare una pulizia di rifinitura (grossi rifiuti o angoli difficili da raggiungere).
Fermo restando il fatto che il tempo speso per fare da comparse si sarebbe potuto impiegare per pulire altri tratti di spiaggia che meritano altrettanta cura, l’impressione forte che abbiamo è che l’attività giornalistica sia utilizzata più per fini di propaganda che per offrire informazione e trasparenza ai cittadini.
Crediamo che la stagione del taglio dei nastri debba essere definitivamente chiusa a favore di pubblicità di risultati reali.

La propaganda, per favore, lasciate che rimanga lettera morta. Tra un taglio ad un nastro ed un taglio alla satira, di Trani potrebbe non restare più niente.

Sarà che ho una  propensione verso i comici ma sono costretto a citarne uno che personalmente mi sta molto simpatico, Crozza, per definire cos’è l’Italia al giorno d’oggi: IL PAESE DELLE MERAVIGLIE.   
Perché davvero in 24 ore da noi può succedere di tutto e l’impensabile incredibilmente si manifesta  e diventa reale.
Partiamo dal principio.
Colui che non voleva i giochini da prima repubblica (quello  che non si sarebbe mai venduto a Berlusconi per intenderci), e considerava “sacro” ed imprescindibile il consenso elettorale(ci è parso di ascoltare parole tipo “Mai al governo con gli inSciuSci” ), è stato nominato presidente del consiglio da quel presidente della repubblica che fino a 3 giorni prima difendeva Letta e il suo operato a spada tratta e che riteneva impossibile un’eventuale staffetta al governo. Ma la parola COERENZA ha ancora qualche significato in questo paese? Ma è possibile che la carica più alto dello Stato possa cambiare idea su una questione così delicata in un battito di ciglia? Ma poi, di grazia, mi spiegate cosa dovrebbe cambiare? Se la maggioranza parlamentare è la stessa che ha votato per il decreto IMU-BANKITALIA che regala 7,5 miliardi di euro alle banche, che boccia il politometro (il redditometro però va bene a lor signori) , che approva l’acquisto degli F35, che non rinuncia ai rimborsi elettorali, perché ora col nuovo/vecchio premier dovrebbe cambiare qualcosa? Sarà pure un leader carismatico, ma mi dispiace darvi questa brutta notizia, in una repubblica parlamentare un uomo da solo non può far nulla se non ha il consenso di camera e senato, ed è opportuno ricordare che oltre a dover dar conto alle mille frammentazioni interne dovrà pure convivere al governo con  Angelino Alfano, un’impresa davvero ardua per chiunque.                                                                 
La cosa più inquietante è che Renzi non si è proposto per un governo di scopo, non si è posto un limite di tempo e di obiettivi, ma si è posto come scadenza del suo mandato il 2018; ma tanto del consenso elettorale C'IMPORTA 'NA SEGA, per dirla nel suo caro dialetto.                                                                          
E mentre la distruzione della nostra democrazia parlamentare si consuma lentamente, abbiamo avuto il piacere di rivedere indossare una toga ad Antonio Di Pietro. Ha finalmente capito che la politica non fa per lui e si è ridato alla magistratura, starete sicuramente pensando, e invece no cari amici miei: ha indossato la toga in veste di avvocato per difendere l’immagine dell’Italia dei Valori nelle aule di tribunale. Ma ciò che mi preme sottolineare non è tanto la figura di Di Pietro,  quanto il motivo per il quale è tornato a fare il difensore. COMPRAVENDITA DEI SENATORI.  Sarà che quelli della mia generazione da quando hanno memoria sentono sempre rimbalzare fra i vari telegiornali notizie scandalose riguardanti la politica, e che ormai è opinione comune che per diventare un parlamentare devi avere almeno un processo alle tue spalle, ma il reato di cui stiamo parlando è francamente troppo grave per passare inosservato. Il cavaliere Silvio Berlusconi è accusato di aver pagato alcuni senatori per ottenere la loro fiducia al governo; qualcosa mi dice che questa è una della violazioni delle istituzioni più gravi che possano esistere  e questa volta B. non può cavarsela con dei semplici servizi sociali, nel caso fosse vero. Tre o quattro lustri dietro le sbarre ci stanno tutti.                                                      
Si lo so che è utopistico, ma ogni tanto sperare che questo sia un paese onesto e non corrotto mi fa stare un po’ meglio. Non sono negativo per il futuro, però c’è un forte bisogno di ridare alle istituzioni il valore che meritano, c’è un forte bisogno di senso dello stato e se questi signori fino ad ora hanno pensato solo a spartirsi le poltrone.

E’ nostro dovere utilizzare tutti i mezzi democratici possibili per riconquistarci il nostro presente, ma soprattutto il nostro futuro.
"Disapprovo ciò che dici, ma difenderò fino
alla morte il tuo diritto a dirlo"

Stephen G. Tallentyre
In un sonnacchioso sabato pomeriggio si è consumata una tragicommedia: il Consigliere De Noia ha tirato fuori dal cilindro, confermando la vox populi, il fatto che "secondo lui" ci sia stato un inciucio tra l'attuale Sindaco e l'attuale Presidente del Consiglio del Comune di Trani in seguito ad un presunto spostamento di voti in favore del primo.
Questa notizia è rimbalzata e rimbombata tra social e siti web di informazione locale creando un piccolo terremoto politico.
E' passata una settimana politicamente tormentata. Sono le 10 di domenica mattina. Una delle testate online locali pubblica una vignetta satirica dal titolo "L'accordo". Questa vignetta sembra non fare particolare presa, visto il bailamme successo nei giorni precedenti. Invece, in un paio d'ore il tam tam della rete la fa conoscere a buona parte della cittadinanza e, tutto a un tratto, la vignetta satirica scompare dal web.
Cosa è accaduto?
Dalle parole del direttore della testata online emerge che, in barba all'art. 21 della Costituzione, il Presidente del Consiglio Comunale di Trani ha intimato e ottenuto la rimozione della vignetta minacciando querela perché sentitosi insultato.
Questa azione dal sapore littorio è coerente con il 57° posto che l'Italia occupa a livello mondiale nella Libertà di Stampa.
Qual è la posizione del Sindaco di Trani in proposito? Qual è la posizione di colui che dovrebbe garantire tutti i cittadini senza distinzione alcuna?
NESSUNA!
Il Sindaco non ha detto NULLA a riguardo.

Cosa avremmo fatto, nei suoi panni?
Dopo esserci assicurati che la vignetta non violi alcuna legge e non sia in alcun modo diffamante avremmo chiesto al Presidente del Consiglio di trarre le giuste conclusioni politiche.
Se non lo avesse fatto, in quanto incapaci di garantire i diritti costituzionali, le giuste conclusioni politiche dovremmo trarle noi.
Sindaco, dica la sua in proposito della censura effettuata e ci faccia sapere quali sono le sue "giuste conclusioni politiche", per il Presidente del Consiglio Comunale o, in mancanza, per lei.
Ma quanto rumore fanno questi vigili? Non con i fischietti, intendiamoci. Con la loro strana posizione: determinati ad essere indeterminati. E indeterminati speriamo che diventino. Che confusione! Cerchiamo di capirci qualcosa.
Abbiamo sedici (16) vigili urbani attivi da circa tre anni e mezzo, assunti con contratti a tempo determinato. Alcuni dal 2005, altri dal 2009. Funziona così: li hanno assunti qualche anno fa con contratti di un anno, giorno più giorno meno, poi glieli hanno rinnovati per tre, quattro volte o più, mantenendoli sempre determinati (i contratti, dico, non i vigili). Poi succede che qualcuno di loro si sia innervosito e abbia chiesto, come il diritto gli riconosce, di essere assunto con contratto a tempo indeterminato. Ha pensato: “ ‘Orca miseria, ma io qui ho diritto ad essere stabilizzato: allora quasi quasi glielo chiedo ai dirigenti”. Alla richiesta del vigile, la dirigenza ha risposto “No, non ti stabilizzo”. Cosa succede dopo? Che i nove (9) vigili innervositi fanno ricorso, lo vincono, ed ora la dirigenza del Comune è “costretta” ad assumerne tre (3) a tempo indeterminato. Gli altri solo un "congruo" risarcimento, per ora. Il caso si arricchisce di nuovi ed inquietanti scenari, per dirla coi migliori giallisti:  non solo non è giusto che quei posti di lavoro siano mantenuti “strategicamente” a tempo determinato (le promesse di stabilizzazione o di rinnovo sono sempre un ottima leva per spuntare qualche voto in più), ma in periodo di elezioni amministrative (maggio 2012), guarda un po’, si decide di fare nuove assunzioni (sempre per titoli e colloqui…) per un numero imprecisato di posti (e poi uno non deve pensare a male). Ovviamente non si è mai provveduto neanche a quell’assunzione, visto che nell’ottobre dello stesso anno, al Comune hanno detto: “Scusate, le domande d’assunzione sono troppe, ci prendiamo un po' di tempo per valutarle tutte, grazie per la collaborazione, le faremo sapere”. Concorso bandito, ma non espletato.
Lo stato attuale delle cose: con una provvida riunione della Giunta del tre (3) gennaio appena trascorso, visto che il giudice nel frattempo ha dato ragione ai tre vigili che avevano chiesto di essere definitivamente assunti con contratto a tempo indeterminato, si è pensato bene di dare un’ulteriore contentino ai rimanenti tredici vigili, stabilendo, con un atto d’indirizzo, siore e siori ascoltate bene, un’ulteriore proroga! Roba da non crederci (se la saranno fatta sotto dopo il pronunciamento favorevole del giudice?). Ma l’atto d’indirizzo, ad ogni modo, è nulla senza la determina dirigenziale: in parole povere, ora la scelta di quest’ennesima proroga spetta al dirigente. Siamo curiosi di sapere se la farà, la proroga. Un’ultima cosa: a Trani è stato stimato che servono centoundici (111) vigili urbani e che se lo può permettere. Perché ce ne sono solo sedici?
16, 9, 13, 1 e 11: ce li giochiamo?
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