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MoVimento 5 Stelle Trani

Sarà che ho una  propensione verso i comici ma sono costretto a citarne uno che personalmente mi sta molto simpatico, Crozza, per definire cos’è l’Italia al giorno d’oggi: IL PAESE DELLE MERAVIGLIE.   
Perché davvero in 24 ore da noi può succedere di tutto e l’impensabile incredibilmente si manifesta  e diventa reale.
Partiamo dal principio.
Colui che non voleva i giochini da prima repubblica (quello  che non si sarebbe mai venduto a Berlusconi per intenderci), e considerava “sacro” ed imprescindibile il consenso elettorale(ci è parso di ascoltare parole tipo “Mai al governo con gli inSciuSci” ), è stato nominato presidente del consiglio da quel presidente della repubblica che fino a 3 giorni prima difendeva Letta e il suo operato a spada tratta e che riteneva impossibile un’eventuale staffetta al governo. Ma la parola COERENZA ha ancora qualche significato in questo paese? Ma è possibile che la carica più alto dello Stato possa cambiare idea su una questione così delicata in un battito di ciglia? Ma poi, di grazia, mi spiegate cosa dovrebbe cambiare? Se la maggioranza parlamentare è la stessa che ha votato per il decreto IMU-BANKITALIA che regala 7,5 miliardi di euro alle banche, che boccia il politometro (il redditometro però va bene a lor signori) , che approva l’acquisto degli F35, che non rinuncia ai rimborsi elettorali, perché ora col nuovo/vecchio premier dovrebbe cambiare qualcosa? Sarà pure un leader carismatico, ma mi dispiace darvi questa brutta notizia, in una repubblica parlamentare un uomo da solo non può far nulla se non ha il consenso di camera e senato, ed è opportuno ricordare che oltre a dover dar conto alle mille frammentazioni interne dovrà pure convivere al governo con  Angelino Alfano, un’impresa davvero ardua per chiunque.                                                                 
La cosa più inquietante è che Renzi non si è proposto per un governo di scopo, non si è posto un limite di tempo e di obiettivi, ma si è posto come scadenza del suo mandato il 2018; ma tanto del consenso elettorale C'IMPORTA 'NA SEGA, per dirla nel suo caro dialetto.                                                                          
E mentre la distruzione della nostra democrazia parlamentare si consuma lentamente, abbiamo avuto il piacere di rivedere indossare una toga ad Antonio Di Pietro. Ha finalmente capito che la politica non fa per lui e si è ridato alla magistratura, starete sicuramente pensando, e invece no cari amici miei: ha indossato la toga in veste di avvocato per difendere l’immagine dell’Italia dei Valori nelle aule di tribunale. Ma ciò che mi preme sottolineare non è tanto la figura di Di Pietro,  quanto il motivo per il quale è tornato a fare il difensore. COMPRAVENDITA DEI SENATORI.  Sarà che quelli della mia generazione da quando hanno memoria sentono sempre rimbalzare fra i vari telegiornali notizie scandalose riguardanti la politica, e che ormai è opinione comune che per diventare un parlamentare devi avere almeno un processo alle tue spalle, ma il reato di cui stiamo parlando è francamente troppo grave per passare inosservato. Il cavaliere Silvio Berlusconi è accusato di aver pagato alcuni senatori per ottenere la loro fiducia al governo; qualcosa mi dice che questa è una della violazioni delle istituzioni più gravi che possano esistere  e questa volta B. non può cavarsela con dei semplici servizi sociali, nel caso fosse vero. Tre o quattro lustri dietro le sbarre ci stanno tutti.                                                      
Si lo so che è utopistico, ma ogni tanto sperare che questo sia un paese onesto e non corrotto mi fa stare un po’ meglio. Non sono negativo per il futuro, però c’è un forte bisogno di ridare alle istituzioni il valore che meritano, c’è un forte bisogno di senso dello stato e se questi signori fino ad ora hanno pensato solo a spartirsi le poltrone.

E’ nostro dovere utilizzare tutti i mezzi democratici possibili per riconquistarci il nostro presente, ma soprattutto il nostro futuro.
"Disapprovo ciò che dici, ma difenderò fino
alla morte il tuo diritto a dirlo"

Stephen G. Tallentyre
In un sonnacchioso sabato pomeriggio si è consumata una tragicommedia: il Consigliere De Noia ha tirato fuori dal cilindro, confermando la vox populi, il fatto che "secondo lui" ci sia stato un inciucio tra l'attuale Sindaco e l'attuale Presidente del Consiglio del Comune di Trani in seguito ad un presunto spostamento di voti in favore del primo.
Questa notizia è rimbalzata e rimbombata tra social e siti web di informazione locale creando un piccolo terremoto politico.
E' passata una settimana politicamente tormentata. Sono le 10 di domenica mattina. Una delle testate online locali pubblica una vignetta satirica dal titolo "L'accordo". Questa vignetta sembra non fare particolare presa, visto il bailamme successo nei giorni precedenti. Invece, in un paio d'ore il tam tam della rete la fa conoscere a buona parte della cittadinanza e, tutto a un tratto, la vignetta satirica scompare dal web.
Cosa è accaduto?
Dalle parole del direttore della testata online emerge che, in barba all'art. 21 della Costituzione, il Presidente del Consiglio Comunale di Trani ha intimato e ottenuto la rimozione della vignetta minacciando querela perché sentitosi insultato.
Questa azione dal sapore littorio è coerente con il 57° posto che l'Italia occupa a livello mondiale nella Libertà di Stampa.
Qual è la posizione del Sindaco di Trani in proposito? Qual è la posizione di colui che dovrebbe garantire tutti i cittadini senza distinzione alcuna?
NESSUNA!
Il Sindaco non ha detto NULLA a riguardo.

Cosa avremmo fatto, nei suoi panni?
Dopo esserci assicurati che la vignetta non violi alcuna legge e non sia in alcun modo diffamante avremmo chiesto al Presidente del Consiglio di trarre le giuste conclusioni politiche.
Se non lo avesse fatto, in quanto incapaci di garantire i diritti costituzionali, le giuste conclusioni politiche dovremmo trarle noi.
Sindaco, dica la sua in proposito della censura effettuata e ci faccia sapere quali sono le sue "giuste conclusioni politiche", per il Presidente del Consiglio Comunale o, in mancanza, per lei.
Ma quanto rumore fanno questi vigili? Non con i fischietti, intendiamoci. Con la loro strana posizione: determinati ad essere indeterminati. E indeterminati speriamo che diventino. Che confusione! Cerchiamo di capirci qualcosa.
Abbiamo sedici (16) vigili urbani attivi da circa tre anni e mezzo, assunti con contratti a tempo determinato. Alcuni dal 2005, altri dal 2009. Funziona così: li hanno assunti qualche anno fa con contratti di un anno, giorno più giorno meno, poi glieli hanno rinnovati per tre, quattro volte o più, mantenendoli sempre determinati (i contratti, dico, non i vigili). Poi succede che qualcuno di loro si sia innervosito e abbia chiesto, come il diritto gli riconosce, di essere assunto con contratto a tempo indeterminato. Ha pensato: “ ‘Orca miseria, ma io qui ho diritto ad essere stabilizzato: allora quasi quasi glielo chiedo ai dirigenti”. Alla richiesta del vigile, la dirigenza ha risposto “No, non ti stabilizzo”. Cosa succede dopo? Che i nove (9) vigili innervositi fanno ricorso, lo vincono, ed ora la dirigenza del Comune è “costretta” ad assumerne tre (3) a tempo indeterminato. Gli altri solo un "congruo" risarcimento, per ora. Il caso si arricchisce di nuovi ed inquietanti scenari, per dirla coi migliori giallisti:  non solo non è giusto che quei posti di lavoro siano mantenuti “strategicamente” a tempo determinato (le promesse di stabilizzazione o di rinnovo sono sempre un ottima leva per spuntare qualche voto in più), ma in periodo di elezioni amministrative (maggio 2012), guarda un po’, si decide di fare nuove assunzioni (sempre per titoli e colloqui…) per un numero imprecisato di posti (e poi uno non deve pensare a male). Ovviamente non si è mai provveduto neanche a quell’assunzione, visto che nell’ottobre dello stesso anno, al Comune hanno detto: “Scusate, le domande d’assunzione sono troppe, ci prendiamo un po' di tempo per valutarle tutte, grazie per la collaborazione, le faremo sapere”. Concorso bandito, ma non espletato.
Lo stato attuale delle cose: con una provvida riunione della Giunta del tre (3) gennaio appena trascorso, visto che il giudice nel frattempo ha dato ragione ai tre vigili che avevano chiesto di essere definitivamente assunti con contratto a tempo indeterminato, si è pensato bene di dare un’ulteriore contentino ai rimanenti tredici vigili, stabilendo, con un atto d’indirizzo, siore e siori ascoltate bene, un’ulteriore proroga! Roba da non crederci (se la saranno fatta sotto dopo il pronunciamento favorevole del giudice?). Ma l’atto d’indirizzo, ad ogni modo, è nulla senza la determina dirigenziale: in parole povere, ora la scelta di quest’ennesima proroga spetta al dirigente. Siamo curiosi di sapere se la farà, la proroga. Un’ultima cosa: a Trani è stato stimato che servono centoundici (111) vigili urbani e che se lo può permettere. Perché ce ne sono solo sedici?
16, 9, 13, 1 e 11: ce li giochiamo?
Sono bastate due righe inviate ai giornali locali e tac!, esplode il prurito da digitazione: “Ladri!”, “Vipere!”, “Siete i soliti! Siete come gli altri!”. Senza dar troppo peso al merito (lo sappiamo che per il pubblico è una novità cui è difficile abituarsi, l’idea di dover essere  controllati), spieghiamoci meglio: il desiderio/diritto di volerci vedere chiaro è cementato in ogni cittadino Cinque Stelle! Figuriamoci se poi è un attivista! Per la serie, l’esempio lo diamo noi, carissimi lettori. Ah, cosa sarebbe stata Trani se chi l’ha ridotta in questo stato fosse stato controllato da chi gli è stato più vicino! Ma ci sembra che si sia preferita, da sempre, la strategia Controlli Zero (così si diventa professionisti della politica).
Ma la chicca è stato il titolo della Gazzetta del Mezzogiorno: “Scoppia la lite tra i Grillini”. Ebbene sì, e vi raccontiamo esattamente com’è andata la lite, con preghiera di pubblicazione.
Paolo Nugnes : Ragazzi, c’è un articolo sul mio lavoro di registrazioni dei consigli comunali.
Grilli di Trani: Eh, ok, lo sai che ci devi far vedere tutto e ti conteremo i peli del c…, qui la trasparenza parte da noi.
P.N. : Ovvio, ho già tutto pronto qui.
G.d.T: Ok, lo comunichiamo al pubblico, usciamo con un comunicato.
P.N. : Perfetto, ci vediamo stasera.
G.d.T.: Perfetto. Vuoi vedere che qualche gonzo uscirà con qualcosa del tipo “Crisi, Spaccatura, Lite furibonda nel Cinque Stelle a Trani?
P.N.: Sì, già li immagino! Ahahah!
G.d.T.: Ahahah, sono troppo teneri! Ok, dai, a stasera Pa’.
P.N.: Ok raga’!
Azz… che lite, che covo di vipere! Che poi, vi lamentate delle pastette in politica e vi mettete a discutere quando c’è l’unico gruppo in grado di garantire alle 100% la sua correttezza. Forse la lite, o meglio, la guerra, qualcuno ce l’ha in testa, abituati dai “professionisti” della politica a vedere come normali gli accordi sottobanco, con i controllori che non controllano e non sono controllati.
Mah… adorabili, invidiosissimi nemici della trasparenza, non agitatevi troppo. O, se lo fate, almeno scrivete qualcosa di figo, non roba da scuola elementare. A pensarci bene, il livello della discussione politica a Trani è quello, difficile poter dire e dare di più.
Il MoVimento 5 Stelle ha due seri problemi: la correttezza  e la trasparenza. Ecco perché, appresa la notizia del compenso per le registrazioni dei consigli comunali (circa undicimila euro per cinque sedute), ha sentito la necessità di approfondire, prima ancora dei giornalisti o dei commentatori d’ogni sorta, l’argomento. Questioni di coerenza e credibilità: ci siamo da sempre opposti agli sprechi e anche in questo caso vogliamo vederci chiaro. Ecco perché abbiamo chiesto a Paolo Nugnes, titolare della TechLab (la ditta incaricata al servizio di registrazione), alcuni dati e qualche documento, così da poter valutare la congruità del compenso. Allo stesso tempo abbiamo richiesto informazioni nei comuni più prossimi sulle spese sostenute per lo stesso servizio, e siamo in attesa di risposte. Non è nostra abitudine, insomma, perdere tempo a far morali e postarle o commentarle su pagine o siti dal sapore dell’autoreferenza. Agiamo (gli attivisti o i politici da tastiera vanno bene per altri ambienti).
Sicuri che Paolo Nugnes presenterà le informazioni richieste, cogliamo l’occasione per porgere i migliori auguri per ogni campagna elettorale possibile.



Grilli di Trani
Venerdì scorso, 17 gennaio, l'Amministratore Unico dell'AMIU S.p.A., Antonello Ruggiero, aveva invitato il cittadino del Movimento Cinque Stelle, deputato Giuseppe D'Ambrosio, ad essere più puntuale nella richiesta di documentazione rispetto a quella dallo stesso formalizzata il 15 gennaio.

Ebbene, nonostante le richieste fossero state puntualmente avanzate durante la visita alla discarica nello scorso 15 novembre, al fine di evitare un'estenuante partita a suon di rimbalzi, ecco la nota ufficiale del M5S.


Ora la palla passa all'AMIU perché dia puntuali risposte a puntualissime richieste.
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