Il Movimento 5 Stelle Trani ha incontrato i vertici di
AMET (il Presidente Mazzilli, l’Amministratore Delegato Danisi e la consigliera Ventura) e l’Assessore Lignola per conoscere lo stato di salute della nostra partecipata e fare il punto su alcune questioni specifiche.
Ringraziamo per la preziosa occasione di confronto che ci è stata concessa; a loro dire siamo stati gli unici a mostrare tanto interesse verso l’Azienda dei Tranesi.
Nota di biasimo da parte nostra per l’assoluto silenzio dell’Amministratore Delegato in questi mesi: comunicare ai cittadini quanto sta accadendo nell’azienda di loro proprietà riteniamo sia doveroso e per di più utile ai fini di una costante verifica del lavoro svolto.
Ci ha pensato il nuovo presidente di AMET, dr. Mazzilli, a darci conforto: sono solo tre mesi che è in atto il nuovo corso di AMET, anche se la nuova Amministrazione Comunale è lì in carica da oltre un anno e mezzo.
La velocità non è il loro forte a quanto pare…
Parliamo di Piano Industriale e arriva la prima notizia: per fine gennaio sarà pronto il documento sul futuro di AMET che era stato commissionato a RECONTA ERNST & YOUNG SPA (sulla cui procedura di affidamento abbiamo già richiesto informazioni).
Un piccolo ma significativo dettaglio però ci ha lasciati perplessi: né AMET, né Comune di Trani hanno dato un indirizzo strategico alla società di consulenza; in buona sostanza, non è stata indicata né la volontà di salvaguardare a tutti i costi AMET, né altra direzione. Ci aspettiamo che sia il committente (AMET) a determinare il futuro dell’azienda, non la società terza incaricata di redigere il piano industriale; dopotutto, è proprio questo ciò che un organo politico dovrebbe fare, dare un indirizzo, non lasciare che lo facciano altri. Bussiamo idealmente alla porta della maggioranza per chiedere cosa vorrebbero fare quindi della partecipata.
Il Dott. Danisi ci ha dunque spiegato che arriverà in consiglio comunale un Piano Industriale che parte dalla fotografia attuale di AMET e proporrà due o tre scenari possibili in base alle prossime attuazioni di legge per ognuno dei settori (Energia, Trasporti, Darsena, Parcheggi). Insomma, buona volontà del nuovo C.d.A., ma linea poco decisa. In questo, più che del C.d.A., avremmo preferito un posizione forte del Socio Unico (il Comune di Trani appunto); Sindaco, gentilmente batta un colpo, le responsabilità vanno assunte.
Poi una buona notizia con l’imminente arrivo di un “Regolamento dei crediti”: niente più discrezionalità dei dipendenti nella scelta di dare credito agli utenti. Salvo casi eccezionali e ponderati, tutti dovranno pagare con regolarità.
Analizzando invece alcuni aspetti del Bilancio, abbiamo concordato sul fatto che ha inciso in maniera decisa sulla passività il mancato pagamento del 5° e del 6° bimestre 2012 e del 1° bimestre 2013 a Cassa Conguaglio, determinando una sanzione con interessi di mora pari a 1.200.000 euro (non proprio bruscolini), in parte inseriti proprio nel bilancio 2015.
Sarebbe cosa buona e giusta capire a chi attribuire la responsabilità di tali sgorbi amministrativi che poi incidono sulle tasche dei tranesi: su questo i vertici di AMET fanno spallucce.
Sul tema Energia ci siamo confrontati in maniera serrata, partendo comunque da una prima positiva informazione: il software di gestione dei dati di lettura dei contatori, di elaborazione e di trasmissione degli stessi agli enti preposti, entrerà in funzione agli inizi di marzo.
Tradotto in parole povere: l’intero sistema di lettura dei consumi, fatturazione, trasmissione dei dati di produzione, cessione in rete e consumo di energia da fonti energetiche rinnovabili, sarà automatizzato e i disagi definitivamente eliminati.
Vogliamo sperare che tali dichiarazioni siano supportate dai fatti e che finalmente vi sia, almeno in tale ambito, una primavera AMET.
Quanto ai possibili scenari, vi potrebbe essere l'eventualità della vendita della rete elettrica cittadina, replica della politica nazionale del PD che mesi fa ha permesso l'ingresso di un colosso cinese in Terna (la dorsale elettrica nazionale sino ad allora di proprietà esclusiva dello Stato).
Per noi del Movimento 5 Stelle la rete elettrica dei tranesi non si tocca, e non per partito preso, ma per una ponderata visione di sviluppo e protezione del territorio, che non deve essere legato obbligatoriamente alle leggi di mercato in un sistema economico corrotto e fallimentare, vedi Sorgenia e MPS.
La distribuzione di energia elettrica e la manutenzione della rete dovrà rimanere di AMET e dei cittadini tranesi; la rete, e siamo in ritardo rispetto alle sue potenzialità, è l’autostrada dell’energia, di dati ed informazioni (vedi smart grid, reti intelligenti). Non solo, la gestione pubblica di un settore strategico come quello della distribuzione, nell’ottica dell’autoproduzione di energia distribuita, pone le basi per sviluppare un altro modello economico resiliente ai cambiamenti, a vantaggio di tutti i cittadini e non di pochi privati.
In uno scenario ove le norme cambiano continuamente, il modello Città offre opportunità di autonomia ed autosufficienza energetica ed indirizza le azioni dei politici affinché non subiscano le leggi ma le condizionino in base alle esigenze di sviluppo del territorio.
Tra le opzioni che il Piano Industriale potrebbe presentarci c’è la compravendita di energia nel mercato libero e, volendo mantenere la proprietà della rete elettrica cittadina, andrebbe creata apposita società con strutturazione diversa dal settore della distribuzione, cosa che già si cercò di fare con AMET ENERGIA Srl: tentativo fallito e società già da tempo in liquidazione (l’assessore Lignola ha anticipato che si giungerà ad una soluzione entro un mese).
Ma piuttosto che entrare nel mercato della borsa elettrica composto da colossi, sarebbe invece opportuno proporsi nella produzione e vendita di energia al 100% da fonti energetiche rinnovabili, offrendo così un modello di sviluppo sostenibile e sicuro, nell’ottica di un’autosufficienza energetica cittadina al 100% da fonte energetica rinnovabile, chiaramente interconnessa ad una rete più vasta (l’internet dell’energia) e collegata ad altri decentramenti energetici cittadini.
In sostanza, potremmo paragonarci al coltivatore e produttore di alimenti biologici di prossimità per il consumo alimentare cittadino, piuttosto che rischiare nella compravendita di alimenti per la grande distribuzione.
Inoltre, abbiamo fatto notare al CdA AMET, bisogna porre rimedio alla carenza di personale altamente qualificato nel settore energia, evitando così anche di esternalizzare alcuni dei servizi con costi maggiori per la collettività (tra l’altro il comparto energia è quello che rileva l’età media più alta: 53 anni).
Quanto a Darsena, croce e delizia di AMET: ad oggi l’Azienda elettrica, stando alla Convenzione con il Comune, rende a quest’ultimo 1/3 delle entrate, ma paga la totalità dei costi d’esercizio. Accordo a nostro avviso un po’ sproporzionato, considerando i rischi d’impresa.
A.D. e Presidente ipotizzano la ricollocazione di alcune risorse umane, il cui costo incide maggiormente nel bilancio, nel settore elettrico previo accordo con i sindacati.
Ma è difficile da ipotizzare, poiché il comparto elettrico necessita di risorse altamente specializzate, che peraltro, una volta inserite, devono accumulare il necessario know-how per produrre un utile ricambio generazionale.
Piuttosto, anche a vantaggio della tutela occupazionale, si ridefinisca quella Convenzione e si permetta ad AMET di trattenere un maggior utile per investirlo in mezzi, strumenti e servizi che rendano il Porto di Trani attrattivo per i diportisti.
Imporre l’abbassamento delle tariffe, così come è stato fatto recentemente, porterà ad un effimero tornaconto nell’immediato, alla “scenografica” impressione che la darsena sia molto popolata, ma si eviterà ancora una volta di produrre quel vantaggio competitivo rispetto ad altre realtà diportistiche pugliesi.
Su tali prospettive i vertici di AMET ci sono parsi abbastanza remissivi dinanzi alle direttive del Socio Unico. E qui bussiamo per la seconda volta al Sindaco.
Sui parcometri nulla di nuovo, anzi qualche conferma dell’atteggiamento ostativo dell’Amministrazione, in considerazione della volontà espressa dall’Assessore Lignola di valutare proposte di terzi che potrebbero portare migliorie alla città in cambio della concessione del servizio di sosta a pagamento.
Abbiamo ribadito la nostra assoluta contrarietà a ricorrere a soggetti privati, anche in considerazione della possibilità di utilizzare i proventi degli incassi con il sistema automatizzato (che sarebbero molto più alti degli attuali, come ha confermato il Dott. Danisi) per migliorare i mezzi e gli strumenti a supporto del trasporto pubblico.
I vertici AMET hanno comunque ammesso che questo immobilismo è riconducibile esclusivamente alla volontà del Sindaco di attendere sia le risultanze del Piano Industriale (e sarà curioso capire come possa essere giustificata da Ernst & Young l’eventualità di una cessione a favore di privati), sia il Piano della Sosta che, lo spieghiamo a beneficio di maggiore comprensione dei cittadini, è un piano particolareggiato derivante dal Piano Generale del Traffico Urbano (che non ci risulta sia stato neanche commissionato).
Aspettiamo quest’ultimo per sperare nel primo o ci diamo da fare?
Ci è stato anticipato che sarà pubblicata una manifestazione di interesse per la fornitura di un applicazione smart phone per il pagamento della sosta, che rimarrebbe monco se non integrato ad una rete di parcometri.
Insomma, si prende tempo e a nostro avviso si vuole prendere i tranesi per sfinimento, fino a convincerli che disfarcene sarà un vantaggio.
Ma non lo è, sia chiaro.
Sul tema trasporti abbiamo sollecitato a partecipare al bando regionale di prossima pubblicazione che assegnerà risorse economiche per il riammodernamento del parco mezzi; il Dott. Danisi ha azzardato una previsione di finanziamento pari a circa 200.000 euro che sarà sufficiente all’acquisto di due mezzi tradizionali.
In tal senso abbiamo incoraggiato ad intraprendere un percorso, certamente più lento ma di sicuro effetto positivo, che favorisca mezzi più piccoli ed elettrici che permettano una distribuzione più capillare e ad impatto zero.
Abbiamo sollecitato lo studio di una procedura aperta per la concessione di spazi pubblicitari sui mezzi pubblici, una fonte di guadagno per la Città che ad oggi inspiegabilmente non è stata sfruttata e per la quale, riconoscendone l’utilità, si è assunto l’impegno l’Assessore Lignola.
Ma tutte queste intenzioni, che abbiamo constatato essere condivise a parole, sono state inspiegabilmente poste ad oggetto di valutazione esclusivamente da un soggetto terzo nel Piano Industriale.
Febbraio dunque potrà essere il mese cruciale per le sorti future della nostra partecipata, e pertanto invitiamo l’Amministrazione a fornire dati e documenti con adeguato anticipo al fine di mettere i consiglieri nella migliore condizione per esprimere il proprio voto.
Al contrario insomma di quanto avvenne con il Piano di Razionalizzazione delle Partecipate che la Giunta decise di approvare nel pomeriggio del 31 dicembre 2015 e che mai portò in Consiglio Comunale per un confronto, dato il peso delle arbitrarie valutazioni negative che faceva calare su darsena, parcheggi e trasporti.
In ultimo abbiamo suggerito ai vertici AMET di provvedere in autonomia e con cadenza trimestrale alla convocazione di una conferenza stampa aperta ai cittadini per comunicare l’andamento aziendale, i risultati raggiunti e le eventuali difficoltà.
A beneficio di tutti, anche di chi è responsabile di scelte che coinvolgono la collettività.
Luisa di Lernia, Antonella Papagni e gli attivisti del Movimento 5 Stelle Trani