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MoVimento 5 Stelle Trani
La Segreteria Bari e BAT del Sindacato di Polizia CONSAP conferma quanto avevamo suggerito in Consiglio Comunale in merito alla questione sicurezza.
Suggerimento che qui nuovamente riportiamo.
"Siamo d'accordo con la proposta di convocare con urgenza un consiglio comunale monotematico e di invitare per l'occasione il Prefetto ed i rappresentanti delle Forze dell'Ordine.
Cogliamo l'occasione per integrare formalmente tale proposta, suggerendo alla Presidenza del Consiglio Comunale la necessità di far relazionare in Consiglio anche i rappresentanti dei Sindacati di Polizia: voci in prima linea, voci libere che vivono il territorio e che denunciano da anni le gravissime mancanze di uomini e mezzi.
Così come servirebbe un lavoro in sinergia con i sindaci ed i consigli comunali delle altre città della provincia per far sentire, ancor più forte, ed ancor più avvalorata dai fatti, la voce dell'intero territorio.
A Trani in particolare le Forze dell'Ordine non hanno ancora potuto ripristinare il sistema di videosorveglianza, così come denunciamo pubblicamente da moltissimo tempo.
Parliamoci chiaro: il risultato a cui possiamo giungere è quello di rappresentare al Prefetto in maniera puntuale e decisa l'elevato livello di emergenza, in modo che venga poi riportato nelle sedi ministeriali e che quindi si ponga un freno ai vergognosi tagli sul comparto sicurezza operato da questo Governo."
Governo targato PD, lo stesso PD a cui appartiene questa maggioranza.
Invitiamo anche noi il Sindaco a chiarire la dichiarazione riportata dagli organi di stampa "ci vuole maggiore impegno da parte delle forze dell’ordine".
Troviamo assurdo che chi è impegnato in prima linea debba essere anche additato per scarso impegno.
O forse è semplicemente un modo per evitare di segnalare le gravi responsabilità nazionali di quegli stessi partiti che servono a vincere le elezioni locali?
ACCETTATE LA NOSTRA PROPOSTA

Apprendiamo dal comunicato stampa diffuso da Palazzo di Città della decisione del Sindaco Bottaro di revocare dalla carica di Presidente AMET il Dott. Pappolla, provvedendo contemporaneamente a nominare al suo posto il Sig. Antonio Mazzilli.

Decisione che appariva da tempo perfettamente in linea con la logica di spartizione delle poltrone all'interno della maggioranza.

Sono rimasti inascoltati i nostri inviti a procedere, previa individuazione delle caratteristiche curriculari necessarie, ad una selezione pubblica delle figure che avrebbero ricoperto ruoli apicali come l'Amministratore Delegato ed il Presidente.

Così come sono rimasti privi di effetti i nostri richiami ad una trasparenza nella programmazione aziendale di AMET, trasparenza che questa coalizione di centroqualcosa aveva promesso in campagna elettorale.

Ora invece ci troviamo di fronte ad un ennesimo nominato che eseguirà esclusivamente le direttive risultanti dal Piano Industriale in fase di redazione, il quale a sua volta non si discosterà dalle aberranti considerazioni che abbiamo trovato nel Piano di Razionalizzazione delle partecipate (indirizzato a dismettere ognuno dei settori di AMET).

Del resto, in apertura di comunicato ufficiale lo stesso Bottaro parla di "cambio di rotta immediato", dimostrando a tutti che finora la rotta era sbagliata (e quindi Danisi finora per cosa l'abbiamo pagato?).

Ci smentiscano il Sindaco ed il nuovo Presidente, e ci smentiscano con i fatti, dando avvio al concreto rilancio di ognuno dei settori: parcheggi, darsena, trasporto ed energia, abbandonati a loro stessi da anni e svuotati di idee ed investimenti.

Ve lo diciamo da sempre: privati che arrivano a prendersi servizi pubblici dalle mani dei tranesi non farà che peggiorare lo scenario economico ed occupazionale di Trani.

E non vuole questa Amministrazione operare questo "cambio di rotta" anche in AMIU? Va tutto bene lì?
Secondo i cittadini tranesi va invece male, anzi malissimo, malgrado si stia ricorrendo a strani titoli dei giornali per confondere l'opinione pubblica sull'inquinamento in discarica.

Infine una nota in merito al fatto che il nuovo Presidente AMET "svolgerà a titolo gratuito le funzioni di presidente della società fino alla scadenza di mandato del Consiglio d’Amministrazione in carica".

Sappiano i cittadini tranesi che il mandato per il vecchio Presidente sarebbe scaduto a maggio 2017 ed essendo stato il suo compenso di circa 2.800 euro mensili, il Dott. Pappolla potrebbe richiedere una mancata corresponsione di circa 17.000 euro.
Se dunque si accavallassero i due compensi, quello del vecchio e quello del nuovo presidente, si potrebbe configurare un danno erariale causato dal Sindaco.

Ecco spiegata la motivazione della "temporanea" rinuncia al compenso.

Attendiamo a breve delle risposte, anzi attendiamo i fatti.



Antonella Papagni - Luisa Di Lernia

Nell'intervento preliminare dell'ultimo consiglio comunale abbiamo nuovamente chiesto conto della situazione di AMET, vittima dell'incuria e della delega in bianco a favore di un Amministratore Delegato fantasma.
Ai cittadini vogliamo proporre l'analisi di quanto sta accadendo in AMET, anzi, di quanto non sta accadendo in AMET, attraverso la lettura dei verbali delle ultime assemblee dei soci, cioè quei momenti in cui, insieme, Consiglio di Amministrazione e Socio Unico, ovvero il Sindaco in rappresentanza dei tranesi, dovrebbero fare sintesi e tracciare fattivamente le strade che portano al consolidamento o al rilancio della Nostra Azienda.
Dalle letture degli ultimi verbali rileviamo che non si sono mai prese decisioni fattive e concrete relativamente al pagamento delle bollette insolute, ai trasporti, ai parcometri, alla darsena.
Nulla.

Cominciamo dall'Assemblea dei soci di agosto 2015.
Quella in cui il Sindaco dichiara che “il rapporto con AMET deve essere rivisto dalle radici” e di voler “porre un punto fermo, tracciare una linea e ripartire”.
Salvo poi, un attimo dopo, affermare che “in merito ai servizi gestiti da AMET, vanno rivisti sia la Darsena che i parcheggi e su quest'ultimo punto vi chiedo di attendere”.
Qui si comincia con l'attendismo.

Nel verbale di ottobre 2015 l'Assessore De Biase, si pone il problema della prospettiva, di quali siano le strategie.
Ma davvero non avevano strategie per il rilancio di AMET quando si sono candidati a governare la Città?
Viene proposto l'utilizzo di una “due diligence”, ma la due diligence è utile ad offrire delle indicazioni tecniche; ciò che invece deve essere proprio di chi governa sono le strategie, le direzioni politiche.
Qui invece leggiamo addirittura che “la determinazione di quale destino debba essere assicurato alla Società, certamente non può essere individuato dal Consiglio Comunale”.
Sappiano i colleghi, soprattutto di maggioranza, che non possono determinare il destino di AMET, stando alle parole del Sindaco.
Quindi che facciamo?
Lasciamo ad una considerazione meramente finanziaria e contabile la valutazione su servizi pubblici, alcuni essenziali, come i trasporti?
Innegabile che ci si debba rimboccare le maniche per individuare le modalità di miglioramento nei costi e nell'efficienza di quei servizi ma, come potete giudicare voi stessi, qui ci si scarica di responsabilità.
E se il servizio non viene reso efficiente, perché addossare la colpa sui cittadini come ha fatto il Sindaco in chiusura di intervento sui parcheggi quando dice “attesa la mentalità del cittadino tranese non ancora abituato a pagare con regolarità il tagliando della sosta”?
Decisioni prese: nessuna.

Nell'assemblea di dicembre 2015 è presente solo l'Assessore De Biase, delegato dal Sindaco, data l'enorme fiducia riposta nell'Assessore (che infatti si è dimesso un mese dopo...).
Quando parla l'Assessore De Biase, il consiglio comunale torna ad essere nuovamente “degno” di determinare il futuro di Amet, ma si invita il CDA a fare valutazioni economico-finanziarie sul servizio di gestione delle aree di parcheggio a pagamento: in sostanza ci si chiede se deve rimanere in AMET o deve essere revocata la concessione per poi affidarla a un privato.
Decisioni: ancora zero.

Il 22 gennaio 2016 torna il Sindaco in Assemblea dei Soci e finalmente una decisione viene presa: quella di individuare nel Dott. Danisi la figura capace di risolvere le questioni di Amet.
Dalle 11.50 alle 12:30 si producono solo la nomina di Danisi e l'annuncio della “designazione di una componente femminile” per il CDA. Stop. Null'altro.
Vengono infatti rinviati i punti all'ordine del giorno “gara parcometri” e “problematica della Darsena”.
Nessun accenno a soluzioni, all'informatizzazione dell'ufficio commerciale, al servizio di postalizzazione, e neanche vengono chieste notizie sulla “due diligence” che il Sindaco stesso aveva proposto.
Era importante capire quale direzione la società poteva prendere oppure assegnare le poltrone?
Come potete dedurre voi stessi, non si sta più parlando di contenuti ma di poltrone.
È evidente che non c'è l'interesse di Trani, è evidente che il Sindaco non sta giocando per Trani.
Ci chiediamo per chi.

Andiamo avanti con l'Assemblea dei Soci di marzo 2016.
Finalmente si parla della gara dei parcometri, ma solo per fare il gioco delle tre carte.
Il Sindaco, che aveva detto in precedenza di attendere perché l'Amministrazione doveva farsi un'idea, ora improvvisamente chiede ad AMET “quale sia l'indirizzo della Società sull'argomento, dal momento che ritiene che sia proprio l'azienda a dover suggerire all'Amministrazione quale soluzione scegliere”.
A questo punto dovrebbe essere il Mago Danisi a risolvere la questione, ma il Mago Danisi che fa?
Afferma che bisogna “attendere eventualmente le nuove decisioni che la Giunta Comunale andrà ad assumere su un eventuale nuovo piano della sosta”.
Il Dott. Danisi fa finta di non sapere dove sia capitato e di non sapere che il piano della sosta è compreso nel Piano Urbano della Mobilità, previsto per Legge per i capoluoghi di provincia, che a Trani non abbiamo ancora approvato.
Il gioco delle tre carte è riuscito.
Sul punto successivo “Darsena Comunale: problematica”, il Nostro Danisi si lancia su una sua analisi (“sembrerebbe che la gestione della Darsena sia antieconomica così come proposta dal Comune”), il Presidente Pappolla rincara la dose (“nella nuova ipotesi di contratto tra Comune ed Amet, si ripresenta il problema della forma mista, ovvero l'assistenza ai diportisti viene affidata all'AMET mentre tutto il resto è in capo al Comune”) ma tutto finisce lì, senza una decisione, senza una determinazione del Sindaco, e via con l'altro punto.
“Determinazione compenso organo amministrativo”: ci si lamenta che la Iaculli abbia provveduto “con atto unilaterale” ad eliminare il compenso variabile, ovvero il gettone di presenza, e qui si decide qualcosa.
Si decide di chiedere al Socio, cioè al Sindaco, di revocare la delibera del 2015 del Commissario Prefettizio.
Infine, tra le “varie ed eventuali”, la due diligence che appariva di primaria importanza, ora viene subordinata alla realizzazione del piano industriale, che avrà il compito di dire definitivamente quale sarà il futuro dell'azienda.
E chi se ne frega dell'opinione del consiglio comunale sul futuro da delineare per AMET.
Quando invece il Sindaco, nel consiglio comunale del 27 luglio, dopo aver bloccato per un anno la gara sui parcometri, aveva dichiarato: “ritengo che il problema non si ponga visto che a settembre saremo in quest'aula a decidere tutti insieme il futuro di quest'azienda”.
A settembre non si è mai portato il futuro di Amet in consiglio. E neanche ad ottobre.
Sui compensi e sulle poltrone c'è velocità ed efficienza, sui contenuti c'è solo fuffa.
Decisioni per la Città: ancora zero.

Nell'ultimo verbale a nostra disposizione, quello dell'Assemblea di giugno 2016, oltre che all'approvazione del bilancio, ci si sofferma sulla gara per il nuovo software: Danisi annuncia che è stata avviata la gara, a ben un anno di distanza dalla individuazione della consulente.
Sui parcometri si gioca a nascondino: Bottaro ritiene che debba essere rinviato ad una prossima seduta assembleare, in attesa del Piano Industriale.
Il pugno duro sta però nella decisione che viene presa nel punto successivo: stabilire il ripristino del compenso variabile ai Sindaci che il Commissario Straordinario aveva tolto.
L'Assemblea, a fronte di un bilancio in negativo, ripristina il compenso variabile ai Sindaci nella misura determinata dal Sindaco nella successiva Assemblea.
Notate bene: in un anno di verbali non c'è il minimo accenno ai trasporti, nulla.
Nessun accenno ai mezzi che sono vetusti, nessun riferimento a misure di finanziamento per rinnovare il parco mezzi, nessuna idea su come rendere più efficaci e più capillari le linee urbane.

Altre importanti domande scaturiscono dall'analisi della Relazione al Bilancio d'Esercizio 2015 redatta da KPMG.
Viene riportato per iscritto che l'acquisto nel 2003 del ramo d'azienda da Enel Distribuzione per 30 anni, con pagamento per 20 anni, per la cifra di 1.150.000 euro, potrebbe non essere un investimento recuperabile: perché?
E ancora: la sottostazione di smistamento di Monachelle, costata 1.700.000 euro, al momento è ancora ferma perché sono stati solo conferiti incarichi di progettazione per metterla in funzione, ma non essendo ancora entrata in esercizio, la KPMG si chiede quando rientreranno gli investimenti; e lo chiediamo anche noi: quando?
Infine: la REA Trani, società consortile tra Amet e Noyvallesina di Dalmine, era risultata aggiudicataria di una gara per la costruzione e gestione del termovalorizzatore di Trani, poi però, dato che la Regione Puglia si era ravveduta ed aveva annullato in autotutela l'aggiudicazione, la REA era stata messa in liquidazione, ed ovviamente il socio di minoranza privato aveva chiesto il risarcimento dei danni: 3 milioni di euro riconosciuti dal TAR Lazio nel 2012. Invece AMET ha visto riconosciuta solo una parte del risarcimento, e infatti recentemente ha avviato una causa nei confronti della Regione per il riconoscimento del proprio. Perché il Sindaco Bottaro non fa valere i suoi rapporti con Emiliano e fa in modo che AMET ottenga il giusto senza attendere l'esito di tale contenzioso?
Sappiate dunque che il termovalorizzatore, se pur non costruito, ha un costo.

In ultimo, proprio a proposito di bilancio.
Abbiamo una chiusura d'esercizio passiva per circa 280 mila euro (segno meno) ed una dichiarazione dei redditi che presenta un reddito di oltre 1 milione e 300 mila euro (segno più), da cui infatti scaturisce una tassazione di circa 360.000 euro.
Ricapitolando, abbiamo un Bilancio in negativo ed un Modello Unico in positivo.
Per cui la domanda secca è: l'AMET è in utile o in perdita?
C'è una differenza di 1 milione e 600 mila euro tra un'ipotesi e l'altra!

Troppi, davvero troppi aspetti sulle questioni di Amet che presentano incongruenze, e pertanto stiamo inviando un esposto alla Corte dei Conti ed alla Procura della Repubblica.

Antonella Papagni e Luisa Di Lernia
Portavoce M5S nel Consiglio Comunale di Trani


Una vergogna senza precedenti.

A meno di due anni dal commissariamento prefettizio, e poco dopo il commissariamento dell'Ufficio Ragioneria da parte di Spina, ecco che ne arriva un altro.

Questa volta è lo sceriffo Emiliano a mettere le mani sulla Città imponendo, attraverso la complicità dell'Assessore Regionale all'Ambiente Santorsola (tranese ed oncologo), il passaggio della gestione della discarica dal Comune alla Regione Puglia.

Ecco perché avevamo definito l'ordinanza sindacale di chiusura della discarica di 20 giorni fa una marchetta, una pezza d'appoggio per evitare guai giudiziari, stante l'assoluto immobilismo nelle operazioni di messa in sicurezza, mentre la discarica continua ad inquinare e ad uccidere.

Tranesi, i giochi di potere del sistema dei rifiuti in Puglia mirano, come vi diciamo da tempo, ad utilizzare ancora una volta la Nostra Città come pattumiera, proseguendo nello stesso solco tracciato da Vendola con Taranto.

Tranesi, la Discarica riaprirà.

Riaprirà con un disastro ambientale in corso.

Riaprirà per volere della Regione Puglia e per volere di Emiliano.

Riaprirà, e noi continueremo a combattere e morire per i tumori.

Tranesi, noi vi chiediamo di destarvi per proteggerci, vi chiediamo di pretendere giustizia per chi non c'è più, per chi sta combattendo, per chi non vuole ammalarsi.

Lunedì in Consiglio Comunale Bottaro rassegni le dimissioni, per dovere nei confronti dei cittadini che dice di rappresentare.

Perché delle due una: o sono incapaci e la Regione li ha tolti dalle leve di comando, oppure sono complici.

In entrambi i casi non stanno facendo gli interessi dei tranesi, per cui devono smontare questo teatrino e andare a casa.




Antonella Papagni e Luisa Di Lernia
Portavoce Movimento 5 Stelle nel Consiglio Comunale di Trani

La situazione emergenziale dei rifiuti a Trani ed in tutta la provincia è tutt’altro che risolta, e mentre si continuano a fare preoccupanti allusioni sulla riapertura della discarica, ieri abbiamo fatto una piccola visita all’isola ecologica di Trani: lo scenario che si è presentato davanti agli occhi è stato sconfortante.

L'Isola Ecologica, secondo quanto si evince dal sito internet istituzionale nella sezione relativa alla differenziata o dal cartello affisso all'ingresso, sembra destinata ad accogliere solo tipologie di rifiuti come: carta, vetro, alluminio, rifiuti urbani pericolosi (pile, batterie, farmaci, vernici, olii esausti), ingombranti (mobili, infissi) e RAEE (apparecchiature elettriche ed elettroniche).

Non vengono menzionati materiale raccolto dallo spazzamento strade, umido ed organici che invece, con nostra grande sorpresa, abbiamo trovato presenti all’interno dell’isola ecologica con annessi fanghi e percolato.

Una situazione inaccettabile per una città colpita dall'enorme disastro di una discarica che ha inquinato la falda, che continua ad inquinare e chissà per quanto tempo ancora provocherà malattia e morte.

Per tali motivi abbiamo immediatamente allertato le forze dell'ordine per un accertamento sulle tipologie di rifiuti presenti nell’isola ecologica e sulle autorizzazioni per poterli stoccare affinché i rilievi potessero essere condotti anche da loro.
Intanto il MoVimento 5 Stelle ha formalmente richiesto ad Amiu le autorizzazioni e le procedure di sicurezza per lo stoccaggio dei rifiuti presso l’isola ecologica ed ha provveduto ad informare le Autorità competenti.

Ferma restando la puntuale verifica sulle necessarie autorizzazioni, questo modo di gestire i rifiuti in un luogo pubblico è davvero indecoroso e pericoloso per la salute dei cittadini che vi accedono per conferire ed anche per il personale che vi opera.

Non è accettabile per una città che si propone di essere una gemma turistica nel panorama nazionale.
Non è accettabile per una città ed un territorio già pesantemente colpiti da patologie probabilmente connesse all’inquinamento.

Comprendiamo però benissimo che Lorsignori, il nostro sindaco e tutti i suoi valvassori, sono distratti dalle elezioni provinciali farlocche in cui il partito unico ha deciso tutto in anticipo, e tutti potete notare che, se sono necessari mesi o anni per metterli d’accordo su questioni essenziali come salute e rifiuti, per quanto riguarda la spartizione di poltrone tra il sindaco di Andria Giorgino ed il nostro sindaco Bottaro è scoccato amore a prima vista.
Adesso una poltrona da presidente della provincia a Giorgino ed una vicepresidenza a Bottaro.
Nel 2018 una poltrona da presidente della provincia a Bottaro ed una mano dal PD per le elezioni politiche a Giorgino.

I problemi veri dei cittadini? Possono attendere le promesse della prossima campagna elettorale.

Andremo a fondo sulla questione e come sempre riporteremo tutto ai cittadini.

Antonella Papagni e Luisa Di Lernia
Portavoce M5S Trani





Sono trascorsi 7 mesi dall'insediamento del nuovo Amministratore Delegato di AMET.
Sette mesi di silenzio dello stesso Danisi, del Presidente Pappolla, del Sindaco Bottaro e dell'Assessore ai rapporti con AMET Lignola.
Nessuna dichiarata programmazione sul rilancio dell'Azienda Speciale di proprietà dei tranesi che gestisce elettricità, trasporti, parcheggi e darsena.
Un'azienda dal potenziale incredibile, unica nel suo genere nel panorama italiano delle società partecipate, che ha il dovere di produrre servizi di alto livello per la cittadinanza e che invece negli ultimi anni sta subendo un colpevole disinteresse che secondo noi nasconde la volontà di svendere.
Sette mesi fa, il 6 febbraio, in occasione della presentazione dell'ectoplasma Danisi, il Sindaco dichiarò: «è assolutamente il momento di decidere, il problema di questa città in generale e delle sue partecipate è che negli ultimi anni si è deciso troppo poco».
Chiacchiere!
Il Sindaco ha fatto esattamente il contrario di quanto ha dichiarato: è rimasto fermo, costringendo all'immobilità una grande azienda a capitale pubblico.
Le uniche mosse di questa Amministrazione di centroqualcosa stanno avvenendo nelle segreterie dei partiti per la nomina del prossimo Presidente.
Con spirito di collaborazione avevamo suggerito, sia per la scelta dell'Amministratore Delegato che del Presidente, una procedura trasparente, in cui perlomeno fossero individuate le caratteristiche tecniche e curriculari dei candidati, così, tanto per evitare di favorire amici e parenti...
Nessuna risposta, ad ulteriore riprova della loro ipocrisia: ignorano i suggerimenti forniti dalle opposizioni e poi tacciano le stesse di non essere propositive.

Al momento possiamo solo registrare alcuni costi a carico della collettività: una retribuzione mensile per l'Amministratore Delegato di 2.800 euro con l'aggiunta dei rimborsi per le trasferte, più un consulente legale al suo servizio a 1.150 euro mensili, e infine la redazione del Piano Industriale affidata per 32.500 euro quando avremmo potuto utilizzare la Confservizi Puglia a 16.500 euro.
A tutto ciò vanno aggiunti anche i mancati incassi per centinaia di migliaia di euro l'anno: in primis quello della mancata adozione dei parcometri (con gestione diretta da parte di AMET, non affidata a terzi), uno strumento che permette di migliorare il servizio per il cittadino e per il turista, e allo stesso tempo di incrementare le entrate.
Quegli stessi incassi, ve lo ripeteremo fino allo sfinimento, servono per il graduale ammodernamento dei mezzi, introducendo anche autobus più piccoli ed elettrici in modo da dare finalmente attuazione alla crescente richiesta di mobilità sostenibile ed ottenere una distribuzione più capillare delle fermate.
Altro mancato introito: la concessione degli spazi pubblicitari sui mezzi di trasporto pubblico, spazi da sempre molto attraenti per le agenzie di comunicazione.
Ma ciò che fa più rabbia è il danno all'occupazione: ad esempio le 8 risorse per le aree di sosta andrebbero riqualificate con l'introduzione dei parcometri e formate anche per la manutenzione e gestione, ne andrebbe promosso l'utilizzo a tempo pieno e non part-time come ora.
L'incremento del servizio di trasporto inoltre, giustificherebbe l'assunzione di nuovi autisti in aggiunta ai 10 attuali.
Anche la Darsena, più tutelata con un contratto di servizio adeguato e sorretta da piccoli investimenti, potrebbe vedere l'incremento delle attuali 7 risorse.
Pertanto questo scellerato modo di agire non solo non sta sviluppando nuova occupazione, ma sta anche mettendo in serio pericolo quelle 25 famiglie.

Non sono gli investimenti in servizi per i cittadini a dover essere tagliati, ma i costi della politica.
Ad esempio il Commissario Prefettizio aveva eliminato i premi di produttività per gli amministratori delle partecipate ed i compensi variabili per i membri dei collegi sindacali.
Bottaro ha invece proposto ed ottenuto di reintrodurre nei collegi di STP e di AMET il compenso variabile, ovvero il gettone di presenza.
Non sono stati ancora reintrodotti i premi di produttività, ma probabilmente solo perchè quest'anno AMET ha chiuso in perdita il proprio bilancio d'esercizio 2015.

Al proposito, abbiamo avuto modo di leggere il verbale del 31 maggio con cui il Consiglio di Amministrazione, con il solo voto contrario del Presidente Pappolla, approvava il bilancio 2015 con una perdita di quasi 280.000 euro.
E allora alcune domande alle quali potrebbe rispondere chiunque, tra Presidente, Amministratore Delegato, Sindaco e maggioranza.
Anzi, potrebbe rispondere anche qualcuno dell'opposizione...
Chi e perchè ha permesso di arrivare a 14 milioni di euro di crediti?
Perchè Presidente ed Amministratore Delegato, che nel verbale si lamentano degli uffici amministrativi e commerciali, non hanno rappresentato ufficialmente tali inefficienze ai loro datori di lavoro, ovvero i cittadini tranesi?
A cosa sono serviti i contatori elettronici pagati profumatamente nel 2006 se la lettura elettronica non ha mai funzionato?
A chi dobbiamo attribuire la responsabilità di non aver pagato il 5° ed il 6° bimestre 2012 ed il 1° bimestre 2013 a Cassa Conguaglio determinando una sanzione con interessi di mora pari a 1.200.000 euro, in parte inseriti nel bilancio 2015?
A tutela dei nostri dubbi e degli interessi dei cittadini replicheremo tali domande alla Corte dei Conti.

Si potrebbe pensare che i grandi professionisti al governo della Città stiano attendendo il nuovo piano industriale di AMET: ma secondo voi era necessario un piano industriale per prendere già un anno fa alcune decisioni di buon senso?
Stanno forse aspettando certificazioni da parte della società di consulenza delle loro idee di smantellamento di un'Azienda che appartiene ai Tranesi?
Quelle stesse idee sono già state espresse nel Piano di Razionalizzazione approvato dalla giunta il 31 dicembre 2015 ma senza il coraggio di portarlo in discussione in Consiglio Comunale.
Secondo quel Piano bisognerebbe concentrarsi solo sul settore energia. E in che modo? Evitando di incassare solo alcune bollette?
In quel Piano hanno definito i trasporti come "una distrazione dal core business di AMET" (come se non si chiamasse Azienda Municipalizzata Elettricità e Trasporti dal 1964) ed hanno definito la gestione aree di sosta una "start-up" malgrado la concessione risalga a 7 anni fa.
Sempre in quel Piano, soprattutto per AMET che gestisce diversi servizi, sarebbe stato indispensabile produrre dati relativi a ciascun settore, sia per le entrate che per le uscite, e invece si sono prodotte solo conclusioni affrettate che portano alla dismissione.

Non passerà molto tempo prima che quelle idee si trasformino nella distruzione di AMET: vanno fermati prima.
Il cambio di presidenza, ormai certo ed imminente, potrebbe essere il bivio più importante, dunque il Presidente Pappolla non attenda la rimozione dall'incarico, dia le dimissioni quanto prima, spieghi ai Tranesi quanto è accaduto sinora ed espliciti chiaramente quale sorte li attende.

In chiusura: ma l'impegno del Dott. Danisi proseguirà così, prossimo al nulla, o riuscirà a fare peggio dopo che è stato nominato anche Amministratore Straordinario per la gestione dell'appalto raccolta e trasporto rifiuti ad Andria e Canosa?

Antonella Papagni e Luisa Di Lernia
Portavoce M5S Trani

Leggi anche i nostri precedenti richiami su AMET:

15 giugno 2016: Come si sta bene a Trani!

1 febbraio 2016: Amet ancora al buio

21 dicembre 2015: Bottaro ha spento le luci su Amet


Il Movimento 5 Stelle Trani, con i suoi attivisti e le sue portavoce Antonella Papagni e Luisa Di Lernia, ha provveduto ad inoltrare formale segnalazione della situazione dei rifiuti abbandonati nel nostro territorio, allegando anche le riprese effettuate.
Destinatari della segnalazione il Comandante del Nucleo Operativo Ecologico Carabinieri di Bari, il Prefetto della Provincia Barletta Andria Trani, il Sindaco della Città di Trani, il Comandante della Polizia Municipale di Trani ed il Servizio Regione Puglia per la segnalazione dei reati del mare e i reati ambientali.
Chiediamo che le Autorità in indirizzo adottino i provvedimenti di rispettiva competenza e siamo a disposizione per sporgere eventuale formale denuncia nei confronti di persone da identificare.
Di conseguenza chiediamo al Sindaco del Comune di Trani la costituzione di parte civile per il risarcimento dei danni morali e materiali subiti dall'Ente laddove dovesse essere avviato un procedimento giudiziario.

Nelle periferie, sulle spiagge e nell'agro di Trani la situazione è ormai divenuta insostenibile, e non solo per mancanza di controlli e multe.
C'è una parte di cittadini che inquina sapendo di inquinare, che non vuole pagare lo smaltimento di lavori edili, che sporca lo stesso ambiente in cui vive e che, soprattutto, costringe gli altri a subire questa violenza.

Parliamo di abbandono di rifiuti altamente pericolosi per la salute dell'uomo e per l'ambiente, quali dispositivi elettrici ed elettronici o lastre, tubi e cisterne in amianto, o in molti casi cumuli di immondizia di ogni tipo.

Purtroppo durante le nostre perlustrazioni in tutto il territorio di Trani non abbiamo beccato nessuno sul fatto.
O meglio, non ancora; continueremo a sorvegliare e prima o poi uno di quegli idioti la pagherà cara.

Il Codice Penale, riformato dalla Legge sui reati ambientali a prima firma Salvatore Micillo (M5S), mette alla sbarra e sanziona pesantemente gli autori di questi crimini.
Da due a sei anni e multa da 10.000 a 100.000 euro per chi abusivamente cagiona un danno ad aria, acqua, suolo o sottosuolo.
Chi invece non provvede alla bonifica o al recupero dello stato dei luoghi è punito con la reclusione da uno a quattro anni e con la multa da 20.000 a 80.000 euro.
E in ogni caso, anche senza dover dimostrare il danno fatto all'ambiente, chiunque abbandoni rifiuti è punito con una multa da 105 a 620 euro (Decreto Legislativo 152/2006).

Non si può più restare a guardare.
L'abbandono di rifiuti in luoghi non autorizzati non è solo un crimine.
Inquina l'ambiente in cui viviamo.
Ed ha un costo enorme per la collettività.

Potete portare i rifiuti ingombranti all'ISOLA ECOLOGICA di AMIU - via Finanzieri 24.
O potete prenotare il ritiro chiamando al numero 0883.582993.
In caso di acquisto di un nuovo elettrodomestico potete consegnare al negoziante il vecchio equivalente.
Per la rimozione e lo smaltimento di manufatti in amianto rivolgetevi a ditte specializzate.

Ricordiamoci sempre che "non ereditiamo la terra dai nostri antenati, ma la prendiamo in prestito dai nostri figli".




Nei giorni scorsi il Movimento 5 Stelle Trani ha incontrato l'Assessore Capone per fare il punto della situazione su alcune questioni attinenti i lavori pubblici a Trani.

Ci siamo confrontati a lungo sullo stato di fatto e sulle programmazioni, ricevendo parte delle informazioni che avevamo richiesto mediante interrogazioni alle quali non avevamo avuto risposta, ed abbiamo contestualmente avanzato alcune proposte.

Cominciamo dalla questione del passaggio a livello di Via Corato, sulla quale siamo pressanti da tempo insieme ai cittadini del Quartiere Stadio.
Ricordiamo che, per l'opera di spostamento dei sottoservizi non ancora partita, da gennaio 2014 i Tranesi stanno pagando una rata semestrale di 93.000 euro per il mutuo contratto con Cassa Depositi e Prestiti.
Finalmente è giunto il parere favorevole anche di Telecom al progetto definitivo di spostamento dei sottoservizi.
La redazione dell'esecutivo, inclusa nell'incarico affidato 15 anni or sono ai due tecnici che hanno già presentato il definitivo, appare imminente, salva la pronta soluzione di questioni legate al riconoscimento economico ai due progettisti delle consulenze prestate nel corso degli anni (costi non concordati in precedenza).
L'opera consisterà in un sottopasso veicolare ad una corsia e pedonale su un solo lato, con un marciapiedi di 2 metri.
Al momento non vi possono essere certezze sui tempi di realizzazione; di sicuro sono previsti due cantieri: il primo per lo spostamento dei sottoservizi ed il secondo per la realizzazione del tunnel del sottopasso con relativi servizi.
L'incertezza sui tempi di completamento dell'opera dipendono da due elementi.
n primis mancano le indagini geognostiche che devono essere effettuate prima della redazione del progetto esecutivo e che permetteranno di conoscere con certezza la consistenza del terreno sottostante e di conseguenza le modifiche da apportare all'importo del progetto ed ai tempi di spostamento dei sottoservizi.
In secondo luogo l'incertezza sui tempi di consegna riguarderà RFI (Rete Ferroviaria Italiana) perché i lavori di realizzazione del tunnel dovranno coordinarsi con le esigenze di traffico ferroviario su quelle linee.
Proprio per i tempi, per forza di cose lunghi e al momento anche poco certi, abbiamo proposto di concentrarsi parallelamente sulla viabilità futura di quell'area.
In proposito abbiamo ricordato che Trani non è dotata di un Piano Urbano del Traffico aggiornato: l'articolo 36 del C.d.S. ne rende obbligatorio l'aggiornamento ogni due anni e quello approvato a Trani è datato aprile 2010 ed è stato redatto nel 2008.
Al momento il progetto prevede il sottopasso veicolare in uscita dalla Città, con un conseguente interessamento delle aree adiacenti: uno studio analitico della situazione attuale permetterebbe di prevedere meglio l'impatto del sottopasso sulla viabilità cittadina.
Infine si dovrà procedere ad un aggiornamento dell’accordo con RFI perché antecedente al progetto definitivo approvato.
Abbiamo pertanto invitato l'Amministrazione ad utilizzare quell'incontro con RFI per sondare la possibilità di cessione dell’area dismessa della Stazione, programmando una riqualificazione che possa interessare anche il progetto di ampliamento del sottopasso ferroviario esistente e di abbattimento delle barriere architettoniche, naturalmente affrontando in modo puntuale gli aspetti tecnici ed economici.

Altra questione sulla quale ci siamo soffermati, invitando l'Assessore a considerarla una priorità assoluta, è l’alto rischio idrogeologico che interessa anche e soprattutto una vasta area del Quartiere Pozzo Piano.
Il 15 luglio avevamo inoltrato una interrogazione in proposito (a cui non abbiamo ricevuto risposta) per segnalare la presenza di fondi in Regione per interventi di mitigazione del rischio idrogeologico. L’Assessore ha accertato che vi sono stati diversi avvisi rivolti al Comune da parte della Regione da luglio 2015 ad ottobre 2015, ma poiché sprovvisti di progetto preliminare non si è potuto procedere ad oggi alla richiesta di tali fondi; inoltre l’Assessore ha evidenziato il fatto che, non avendo all’interno dell’ufficio tecnico le competenze per poter procedere alla progettazione, queste andrebbero esternalizzate; pertanto andrebbero collocate all’interno di una valutazione globale degli interventi necessari alla Città e dei costi da sostenere per ciascun intervento.
Trovandoci su questo punto in accordo con l’Assessore, gli abbiamo suggerito di modulare le priorità sulla base di eventuali fondi già disponibili (come in questo caso) e sui potenziali danni a persone e cose dovuti ad un mancato e tempestivo intervento dell’Amministrazione.

Sempre in merito al Quartiere Pozzo Piano, ci siamo confrontati in dettaglio sulla strettoia che congestiona il traffico veicolare e inibisce il passaggio pedonale e che a nostro avviso, stante il vincolo sul muro di Villa Telesio, può vedere un'unica soluzione: l'esproprio di parte dell'area privata per pubblica utilità e quindi l'allargamento della carreggiata.
L'Assessore Capone è del medesimo avviso e intende avviare al più presto l'iter amministrativo.
Il primo passo, ci ha assicurato, sarà verificare se esiste un progetto di allargamento della strada; questo perché l'espropriazione può avvenire solo dopo l'approvazione in Consiglio Comunale del progetto.
Al contempo andremo a fondo sulle motivazioni addotte dalla precedente Amministrazione per non procedere con l'opera, ovvero il vincolo idrogeologico che interessa quell'area (e di cui abbiamo appena parlato) e per il quale l'Autorità di bacino negherebbe le autorizzazioni.
Abbiamo di conseguenza concordato un aggiornamento sul punto proprio dopo tale verifica.

Restando in tema di strettoie: quella di via Duchessa D'Andria, recentemente interessata da lavori che hanno visto la realizzazione di una rotonda e l'installazione di un semaforo, deve vedere al più presto una soluzione.
Al momento l'Amministrazione non appare impegnata su questo fronte e l’assessore non ha saputo dare spiegazioni in merito al fatto che non si è proceduto all’esproprio per pubblica utilità della parte di terreno privato, evidenziando le condivisibili difficoltà legate alla carenza di personale tecnico interno ed alla carenza di fondi; in tal caso abbiamo suggerito di perseguire anche l'ipotesi di una concertazione con il Ministero della Difesa per ottenere parte dell'area della cosiddetta "polveriera", ovvero il poligono militare che potrebbe tranquillamente mantenere la propria funzionalità con uno spazio leggermente ridotto.
Anche lì, qualora non vi sia, sarebbe opportuno avviare una progettazione di massima, sia per avviare un tavolo tecnico con il Ministero che per l'accesso ad eventuali finanziamenti.

Abbiamo infine sollecitato l'apertura di Via Caposele, arteria secondaria tra Via Pola e Via Gisotti interrotta a metà da un'area privata.
Su questo l'Assessore non è andato al di là di una sommaria disponibilità ma, ribadendo la penuria di personale, non ha potuto darci rassicurazioni in merito; ci siamo dunque offerti di supportarlo, insieme ai nostri attivisti, nelle indagini ricognitive.

Antonella Papagni e Luisa Di Lernia
Portavoce M5S Trani

In attesa che il socio unico, cioè il Sindaco in rappresentanza dei cittadini tranesi, approvi il bilancio 2015, su AMET ci sono solo buio e silenzio.
Ricordiamolo: più di un anno fa questa Amministrazione ha ottenuto la maggioranza dei voti promettendo ai tranesi trasparenza.
Noi affermiamo senza tema di smentita che la trasparenza non c'è mai stata.

A partire dalla scelta del nuovo Amministratore Delegato, definita dal Sindaco come nomina tecnica e non politica, finora incapace di rivolgere una sola parola alla Città per spiegare quali siano i suoi intendimenti in merito alle quattro aree operative di AMET: energia, trasporti, parcheggi e darsena.
Davvero non ha nulla da dichiarare?
Davvero non ha un'idea sul futuro della nostra partecipata?
Davvero i suoi datori di lavoro, cioè i tranesi, non meritano una sua analisi della situazione con relative soluzioni?
Invitiamo allora il Presidente di AMET, Dott. Pappolla, a riferire alla cittadinanza quanto sta accadendo all'interno dell'azienda e quali scenari futuri ci attendono.
Intanto ringraziamo il Sindaco per aver individuato nel Dott. Danisi un altro campione.
Della tecnica, s'intende.
Così tanto tecnico che ha subito caricato sui tranesi un altro costo "ad personam": un consulente legale al suo servizio a 1.150 euro mensili.
Ma per fare che?

E ancora: è stata bandita una gara per la ricerca di un'azienda che si occupi della redazione del Piano Industriale 2016-2021 finalizzato al conseguimento degli obiettivi definiti dal Socio Unico nel Piano di Razionalizzazione approvato dalla Giunta il 31 dicembre 2015.
In merito a tale operazione dobbiamo rilevare alcuni macroscopici errori, riassumibili in tre punti.
Punto 1: l'importo a base d'asta di 39.000 euro più iva appare incredibilmente spropositato rispetto a quanto previsto dal precedente Consiglio di Amministrazione che, dopo aver bandito una gara a 18.000 euro, l'aveva revocata perchè si era accorto di poter accedere al medesimo servizio utilizzando la Confservizi Puglia ad un prezzo persino più basso (16.500 euro).
Punto 2: un Piano Industriale che si basa sull'attuale Piano di Razionalizzazione va chiaramente verso la dismissione di trasporti, parcheggi e darsena. Addirittura si motiva tale intenzione scrivendo nel Piano che "si è verificata una distrazione dal core business di AMET... Difatti il servizio dei trasporti, quello dei parcheggi e quello della Darsena evidenziano un risultato discendente". Affermazione che non trova però riscontro nei numeri: ogni singolo settore non riporta perdite e, se anche così fosse, ci sarebbero da adottare numerose misure di rilancio che questa Amministrazione, come le passate, non ha adottato. Basti pensare che definiscono i parcheggi come una start-up ma gli assegnano risultati discendenti: se sono una start-up come diavolo fanno a registrare risultati in calo?
Punto 3: il medesimo Piano di Razionalizzazione delle partecipate, che addirittura ora costituirà base di lavoro per il Piano Industriale di AMET, è stato approvato solo dalla Giunta! Perchè non è stato portato in Consiglio Comunale per essere discusso, confrontato, integrato e quindi approvato? Come al solito l'Amministrazione si contraddice dichiarando a pagina 2 che "il documento non è sicuramente esaustivo ed è aperto alle riflessioni e ai contributi non solo degli addetti ai lavori, ma anche della città tutta quale condivisione di una strategia di rilancio della città". Ma quale condivisione? Qui si sono approvati in Giunta questo piano di dismissione delle partecipate senza interpellare noi cittadini e ora ci prendono dalle tasche anche il denaro per pagare i professionisti che eseguiranno questo Piano!

Ma purtroppo non c'è solo lo sperpero, c'è anche la perdita di business per la Nostra Azienda, vedasi trasporto disabili e varchi elettronici al Porto.

Il trasporto disabili da e per i centri riabilitativi, previo bando, è sempre stato affidato dalla ASL ad AMET, ma nel 2015 la ASL decide di mutare le condizioni e di accorpare il servizio per le città di Trani e di Bisceglie; di conseguenza AMET, che non può operare al di fuori del territorio comunale, non vi partecipa.
Inizialmente avevamo pensato che avevano accorpato anche altre città, e invece no, per il resto vi erano lotti per ogni singolo comune (uno per Andria, uno per Barletta, uno per Corato...).
Qualcuno da Trani è andato a farsi sentire in Direzione ASL per l'assurdità di questa pensata che, oltre a sottrarre il servizio ad un'azienda partecipata, è costata 50.000 euro in più?

Seconda occasione persa: i varchi elettronici al Porto. Per quale dannato motivo non si è chiesto il coinvolgimento di AMET? Perchè non è stata interpellata la Nostra Azienda per quel progetto e per quei lavori? Sa l'Assessore De Michele che la sua delega alla viabilità deve andare in stretta sinergia con l'azienda partecipata che si occupa di trasporti e parcheggi? Sa l'Assessore Lignola che la sua delega ai rapporti con l'Amet SpA deve essere giustificata da una qualche azione e non rimanere un titolo onorifico?

Su AMET ci rivediamo alla pubblicazione del bilancio, intanto un saluto affettuoso al Dott. Danisi: come si sta bene a Trani!

Antonella Papagni e Luisa Di Lernia
Portavoce M5S Trani
Ieri abbiamo provveduto ad inoltrare una segnalazione sul tema della sicurezza al Ministro dell'Interno, al Presidente della Provincia, al Questore ed al Prefetto chiedendo di verificare i motivi per cui il sistema di videosorveglianza affidato al Commissariato di Polizia di Trani sia spento.
Almeno da agosto 2015, periodo in cui ricevevamo le prime segnalazioni in merito, abbiamo allertato gli organi preposti, rivolgendoci poi al Ministero ed alla Prefettura a gennaio 2016.

Non ci siamo arresi alle flebili rassicurazioni di rito ed abbiamo indagato sulle cause, scontrandoci anche in questo caso con la fiera dell'ovvio: non ci sono fondi sufficienti per esperire un bando di gara e provvedere all'affidamento del servizio di manutenzione; persino la più banale assistenza non viene più fornita dalle aziende, legittimamente decise a non intervenire senza un regolare affidamento ed una preventiva copertura finanziaria.

Almeno 15 telecamere, distribuite per il centro abitato, sono inattive da mesi e portano, a nostro avviso, perlomeno due effettivi negativi: l'impossibilità di acquisire immagini utili all'attività investigativa e la mancanza di un forte deterrente per la criminalità.

La situazione è da tempo insostenibile in Città, i reati di ogni tipo si susseguono senza sosta ed i cittadini avvertono un enorme senso di insicurezza, al punto che i sindacati di polizia hanno coraggiosamente ed apertamente denunciato l'immobilismo del Ministero degli Interni e l'assoluta mancanza di risposta sui territori: al di là del loro encomiabile impegno, alle donne ed agli uomini delle forze dell'ordine non si può chiedere di sostituirsi agli organi ministeriali e prefettizi.

Per di più, a quanto ci risulta, non stanno subendo il medesimo grave disservizio le città limitrofe; ne siamo contenti ma ci domandiamo: Trani fa parte della stessa Prefettura?

Chiediamo di intervenire immediatamente per porre rimedio ad una situazione che dura da quasi un anno e che è ormai diventata irritante ed oltremodo pericolosa.

Qui la segnalazione inviata.

Giuseppe D'Ambrosio – Camera dei Deputati
Grazia Di Bari – Consiglio Regionale Puglia
Luisa Di Lernia e Antonella Papagni – Consiglio Comunale Trani

Mercoledì 4 maggio, alle ore 16:30, è convocato in seduta straordinaria ed urgente il Consiglio Comunale.
Unico punto all'ordine del giorno l'autorizzazione alla riduzione del capitale e alla ricapitalizzazione di AMIU mediante rinuncia ai crediti vantati dal Comune di Trani per oltre 4.219.732,48 euro e la cessione ad AMIU di due beni: l'isola ecologica (valore presunto 216.054,25 euro) e la ricicleria (valore presunto 3.019.708,36 euro).
Contestualmente si vuole deliberare l'autorizzazione ad emanare atto di indirizzo per la scissione dei rami servizi ed impianti entro fine anno, ed altro atto di indirizzo affinché il Comune si costituisca parte civile nei processi penali inerenti il disastro ambientale in discarica.

Pubblichiamo tutti gli atti ricevuti dalle nostre portavoce in Consiglio perché cittadini e giornalisti possano avere a disposizione tutte le informazioni necessarie.
Del resto i proclami di questa Amministrazione si stanno traducendo in una scarsissima trasparenza e nell'uso sistematico ed indiscriminato della convocazione d'urgenza dei consigli comunali, per di più con la convocazione improvvisa della Commissione Bilancio il cui parere non è richiesto nei casi di convocazione urgente del Consiglio Comunale.

Qui il link a tutta la documentazione.


Il passaggio a livello di Via De Robertis è da sempre un ostacolo alla serena vivibilità di una enorme area urbana che ospita oltre 12.000 cittadini, quel quartiere Stadio che sta provando, anche attraverso l'impegno del suo Comitato, di ottenere ascolto da ogni amministrazione.
Dopo decenni di immobilismo qualcosa si era mosso, al punto che noi tranesi ci siamo anche sobbarcati il pagamento di un mutuo, ma qualcosa negli ingranaggi si è nuovamente bloccato: cos'è successo?
Partiamo dai pochi dati certi.
Il 1° marzo 2001 veniva conferito dal Comune di Trani agli ingegneri Caruso e Romanelli l'incarico di progettare lo spostamento dei sottoservizi in corrispondenza del passaggio a livello di Via De Robertis in modo che poi Rete Ferroviaria Italiana potesse procedere alla realizzazione di un sottovia.
A seguito del parere negativo espresso dalla Soprintendenza in relazione al muro di Villa Bini, il progetto vide un blocco di ben 12 anni, perché solo il 13 novembre 2013 fu concessa l'approvazione definitiva.
Pertanto il 29 novembre 2013 è stata deliberata dal Consiglio Comunale la contrazione di un mutuo di 1.500.000 euro al tasso annuo del 4,46% (recentemente rinegoziato al 4,26%) per provvedere al pagamento dei lavori necessari allo spostamento dei sottoservizi, il cui progetto fu definitivamente approvato dalla Giunta Comunale il 17 dicembre 2013.

Ma in cosa consistono esattamente i lavori in questione?
Oltre alla progettazione, ai rilievi, agli oneri di sicurezza e alle imposte, le spese più consistenti riguardano la nuova sistemazione del muro di Villa Bini, ma soprattutto lo spostamento delle condotte di acqua, fogna bianca e fogna nera, dei cavi telefonici e di quelli elettrici e della rete gas.

Ciò significa che, affinché vi sia l'approvazione del progetto esecutivo, occorre l'acquisizione dei pareri specifici nella apposita Conferenza dei Servizi di cui fanno parte tutti i soggetti coinvolti.

A gennaio 2016 il Sindaco aveva formalmente invitato i soggetti coinvolti a procedere all'approvazione del progetto definitivo al fine di dare avvio alla successiva fase esecutiva.
Quale risultato ha avuto quel richiamo?
Nessuna notizia, anche a seguito di nostre precedenti interrogazioni, e pare che dell'ultima Conferenza di Servizi risalente al 1° febbraio non sia stato neanche redatto un verbale.

Per questi motivi, tramite una interrogazione ed un contestuale accesso agli atti, abbiamo chiesto spiegazioni: chi tra Rete Ferroviaria Italiana, Acquedotto Pugliese, Telecom, Amet e 21 Rete Gas non sta ottemperando a quanto previsto perché possano partire i lavori?

Da gennaio 2014 i cittadini di Trani stanno pagando una rata semestrale di 93.000 euro per il mutuo contratto con Cassa Depositi e Prestiti!
Sono passati due anni e 4 mesi da allora!

Come la prendereste se, avendo deciso di eseguire dei lavori in casa vostra e, dopo aver ottemperato a tutti gli obblighi di legge ed aver ottenuto le autorizzazioni, dopo aver pagato il progettista, dopo aver contratto un mutuo in banca per pagare i lavori, dopo aver cominciato a pagare le rate e gli interessi, gli operai non si presentassero per cominciare e non vi fornissero alcuna spiegazione? Andreste su tutte le furie o no?
Perché nel pubblico bisogna sempre lasciar andare tutto con leggerezza?
Perché dover sopportare questi inspiegabili ritardi?
Stiamo parlando della vivibilità di un intero quartiere, di cittadini che pagano le tasse come gli altri, compiono i propri doveri civici come gli altri. Perché non devono veder riconosciuti i propri diritti?

Vorremmo inoltre un incontro con il neo Assessore ai Lavori Pubblici in cui ci dia contezza di quanto sta accadendo perché si possa poi informare la cittadinanza.

Questa pratica del “paga e zitto” delle pubbliche amministrazioni e delle aziende privatizzate che forniscono servizi pubblici essenziali, deve finire.



Luisa Di Lernia
Portavoce Movimento 5 Stelle nel Consiglio Comunale di Trani

Gli altissimi valori di elementi inquinanti quali nichel, ferro, piombo, manganese e arsenico che vengono periodicamente riscontrati da Arpa a seguito degli esami presso la discarica di Trani attestano che, attraverso il percolato, si sta determinando un forte sversamento nella falda acquifera di elementi nocivi per l’uomo, irrimediabilmente immessi nella catena alimentare tramite le acque di irrigazione delle coltivazioni a valle della discarica ed infine tramite il mare in cui confluiscono.
Questo disastro ambientale dura da almeno un anno e mezzo e sappiamo bene che deriva dal cedimento strutturale della barriera impermeabilizzante su una parete della discarica e dal cedimento del pozzo P6V.
Pozzo che non è mai stato incamiciato e che quindi permette al percolato di arrivare ancor più velocemente in falda.
Per di più da articoli di stampa si apprende che i tecnici incaricati stanno proponendo, invano sinora, una sorta di intervento che “sigilli” il pozzo P6V in modo da neutralizzare l’apporto di percolato in falda. Propongono, inoltre, di aprire un altro pozzo spia ben impermeabilizzato. Queste operazioni comporterebbero l’esborso di somme esigue rispetto al danno in corso con probabili ripercussioni sulla salute.
Chiediamo dunque all’Amministrazione e all’Amiu se è vero che con delle somme così esigue si può avere già un reale beneficio per l’ambiente e per la salute umana. E se è vero, perché allora non si comincia con questa piccola operazione? Perché si continua con il rimbalzo delle responsabilità? Perché si continua a parlare di progetti milionari che non arrivano, e non si prendono in considerazione questi primi piccoli interventi?
Noi vi chiediamo, qualora questa soluzione sia vera, di procedere senza indugio a sigillare il pozzo P6V. Pretendiamo tempi rapidissimi e soluzioni efficaci a tutela della salute dei cittadini e dell’ambiente.
A tal proposito chiediamo formalmente al Sindaco di voler procedere in tempi rapidi alla realizzazione del Piano della Salute poiché è evidente che il disastro ambientale in corso può avere riflessi importanti sulle vite dei cittadini. Lo stiamo chiedendo dal 2013 ma mai nessuno si è prodigato nel porlo in essere. E’ necessario avere sotto gli occhi i dati epidemiologici per capire lo stato di salute della cittadinanza.
Non possiamo più attendere oltre. Avete una grossa responsabilità nei confronti dei cittadini e dell’ambiente e se non fate gli interventi giusti e necessari, allora anche voi sarete annoverati tra coloro che hanno avvelenato Trani.

Antonella Papagni
Portavoce M5S Trani

Ci risulta che la Regione Puglia abbia inviato una nota al Comune di Trani con la quale afferma di essere ancora in attesa del Progetto di messa in sicurezza di emergenza del lotto III.
Senza tale progetto la Regione fa sapere di non poter dare seguito alla concessione del finanziamento di un milione di euro che la stessa ha messo a disposizione.
Sia chiaro: questo milione è solo un'inezia rispetto ai danni ambientali enormi che la Regione ha provocato a Trani imponendoci di scaricare negli anni rifiuti da ogni dove.
Però ci si pone una domanda: i nostri amministratori locali non sono interessati neanche a questi soldi? Cosa aspettano a richiederli?

Ma non finisce qui, perchè la Regione scrive anche di essere in attesa del Piano di Caratterizzazione, dell'elaborato Analisi di rischio e del Progetto di bonifica e/o messa in sicurezza permanente/operativa.
La Regione invita nuovamente il Comune di Trani, per ciò che attiene la post-gestione della discarica, ad inoltrare alle Autorità competenti il progetto di copertura e di valorizzazione del biogas dei lotti I e II. Tutto drammaticamente fermo.

Negli stessi giorni la Provincia Bat scrive all'Amiu. Questa missiva è molto interessante perché ricostruisce tutti gli accadimenti avvenuti da quando Amiu accertò il superamento dei valori soglia nel luglio 2014 sino ad oggi.
Purtroppo ne emerge che Amiu non ha mai fatto fronte alle richieste della Regione e della Provincia in merito all'elaborazione e alla trasmissione di una proposta tecnica di intervento atta a bloccare la diffusione della contaminazione. Si parla di "reiterata inerzia", di "inadeguatezza delle misure di emergenza adottate". Insomma anche da parte di Amiu uno stato di paralisi assoluta.

Ricordiamo che sono quasi scaduti i 3 mesi che il Consiglio Comunale si è dato per decidere se ricapitalizzare o liquidare la nostra società partecipata. Ad oggi non sappiamo neanche cosa stia facendo l'advisor il cui lavoro è oscuro.

Come potete vedere a nessuno di loro interessa la salute dei cittadini e dell'ambiente.
Ci domandiamo cosa vogliono fare di Amiu. Svenderla? A chi? E a chi gioverebbe tutto questo? Ai cittadini no sicuramente.

Denunciamo fermamente il comportamento omissivo sia dell'Amministrazione che dell'Amiu. A fronte di un disastro ambientale enorme come quello che è stato accertato in discarica il Sindaco avrebbe dovuto battere i pugni, non a parole, per sbloccare i fondi che sono in Oga. Avrebbe dovuto battere i pugni in Regione per far destinare più soldi per la messa in sicurezza della discarica.
Invece no. L'unico atto è stato quello di assumere 10 dipendenti in un'azienda sull'orlo del fallimento.

Preparatevi tranesi il risveglio sarà drammatico e noi vi stiamo avvisando.


Antonella Papagni
Portavoce M5S nel Consiglio Comunale di Trani

Nell'ultima seduta di consiglio comunale abbiamo assistito ad un ampio repertorio delle mostruosità amministrative del recente passato, tra esplicite dimostrazioni dell'incapacità delle precedenti cricche politiche e implicite volontà di perseverare in quegli errori.

Si va dai finanziamenti europei persi, come nel caso di 1.400.000 euro per la salvaguardia della costa per l'area del Monastero di Colonna, ai finanziamenti regionali parzialmente restituiti, come nel caso dei 107.000 euro per la ristrutturazione dell'ala nord del Palazzo di Città a favore dei servizi sociali, fino agli incarichi professionali per la riqualificazione del Monastero di Colonna, assegnati senza evidenza pubblica e quindi respinti dalla copertura dei finanziamenti europei (e alla fine pagati con le tasche dei Tranesi).

Abbiamo dovuto assistere all'ennesima puntata della fiction “photored”, cominciata nel 2011 con l'assegnazione del bando all'unica azienda che si era presentata, così come alla maxi delibera che potremmo definire “Milledebiti”, un insieme di misfatti del valore superiore ai 500.000 euro in cui spicca l'onnipresente Giorgino, Sindaco di Andria ma nostro illustrissimo concittadino, che il Sindaco Bottaro si ostina a sostenere come interlocutore nel gravissimo problema della discarica.

A proposito invece della variante approvata per la tratta ferroviaria della BariNord, l'unica che collega su rotaia l'aeroporto di Bari Palese con Bari, Andria e Barletta, un enorme progetto europeo finanziato con più di 180 milioni di euro: nessuno che abbia per tempo verificato la fattibilità di inserirsi in quel contesto progettuale, nessuno che abbia avuto l'aspirazione a collegare Trani con Andria e quindi con il più importante aeroporto della nostra Regione.
Quella è la mobilità sostenibile che qualcuno riporta con il “copia e incolla” sui programmi elettorali ma non persegue nei fatti.

Altro capitolo è quello della istituzione del Nucleo Unico dei controlli interni del Comune di Trani, sollecitata dalla Corte dei Conti e ormai improcrastinabile.
Anche qui l’ennesimo pasticcio. All’inizio erano partiti con la ricerca di 3 professionisti da ricercarsi con un avviso pubblico e poi scelti dal Sindaco.
Noi abbiamo proposto due metodi più trasparenti: far sorteggiare le tre figure professionali dal Prefetto o, alternativamente, effettuare il sorteggio tra i curricula arrivati al Comune previo idoneo avviso pubblico. Hanno invece inserito un emendamento pasticciato per cui gli anni di permanenza di queste tre figure passano da tre a uno ed il metodo di scelta sarà quello di sempre. Volevamo evitare un altro poltronificio, ma niente da fare, proseguono sulla loro strada.

E poi c’è stata la scena più ipocrita di questa consiliatura.
Erano partiti in commissione con il voler modificare tutto il regolamento del Consiglio Comunale, ma avevamo capito che era una manovra per cancellare l’articolo 15.3 relativo al limite di una commissione a settimana. E infatti hanno modificato di pochissimo altri due articoli (altro che trasparenza e partecipazione popolare).
Già in Commissione Affari Istituzionali ci eravamo detti contrari all’abrogazione dell’articolo 15.3. Abbiamo mantenuto fede a quanto detto ed abbiamo proposto due emendamenti: il primo per non abrogare l’articolo stesso, il secondo per arginare le commissioni pagate (solo 4 al mese e le altre senza compenso). Malgrado avessimo ricevuto il favorevole parere tecnico-contabile, hanno respinto tutto.

E la pena maggiore l'hanno dovuta sopportare il giorno dopo i cittadini tranesi, costretti a leggere comunicati moralizzatori dei partiti di centro destra sull'estensione del numero di commissioni retribuite.
Con l'incoerenza che li contraddistingue, in consiglio si assentano, si astengono o votano a favore, ma fuori dal consiglio parlano di etica e morale!



Antonella Papagni - Luisa Di Lernia
Portavoce M5S nel Consiglio Comunale di Trani

Il 1° emendamento presentato per evitare l'aumento del numero di commissioni.

Il 2° emendamento presentato per non far pesare l'aumento del numero di commissioni sulle tasche dei Tranesi.

In data 11 febbraio avevamo protocollato una interrogazione a risposta scritta indirizzandola al Sindaco ma soprattutto al Consigliere Comunale Rag. Luigi Cirillo, al quale da ottobre è stata attribuita la Delega al Centro Storico.

Avevamo interrogato l'Amministrazione in merito alle azioni che intende intraprendere per avviare una soluzione concreta e definitiva al problema dello stabile di cui fa parte il Fondaco dei Longobardi, per mettere fine al grave pericolo per la pubblica incolumità e per valorizzare un sito distintivo del nostro centro storico.

L'immobile, attualmente puntellato e transennato per “pericolo di crollo”, come da segnaletica apposta sulla recinzione, risulta in parte di proprietà comunale, in parte di proprietà dell'azienda pubblica Casa di Riposo Vittorio Emanuele II, in parte di proprietà privata.

L'unica decisa azione di cui si ha recente notizia in merito è proprio l'ordinanza del Commissario Prefettizio, datata 18 aprile 2015, che disponeva la delimitazione dell'area per pericolo di crollo.

Il Fondaco rappresenta una testimonianza architettonica medievale delle nobili tradizioni marittime e commerciali della Città di Trani, una invidiabile peculiarità urbanistica come passaggio tra il porto e la piazza ed una straordinaria potenzialità per divenire, anche nell'insieme dell'intero immobile, un vivace contenitore di iniziative culturali ed enogastronomiche.

Non si può amministrare immaginando solo nuovi comparti da cementare, sottraendo spazio al verde e ignorando la possibilità di recuperare e valorizzare quanto lasciato dai nostri avi.

Né vanno ripetuti imperdonabili errori del recente passato proprio riguardo a quelle aree della Città che ne confermano la sua naturale vocazione turistica radicata nel suo mare e nella sua storia.

Si pensi ad esempio alla insensata e triste trasformazione dell'antichissima chiesa di Sant'Antonio Abate in un esclusivo ristorante.
O anche alla stessa Piazza Campo dei Longobardi, frettolosamente riqualificata senza tenere conto dei sottostanti resti di due chiese del 1300, la Chiesa di San Toma e la Chiesa di Santa Maria dell'Annunziata.

E' ormai trascorso un mese nell'attesa di ricevere dettagliate notizie, e siamo più che disponibili ad un confronto approfondito, ma preannunciamo che interesseremo presto della questione anche la Soprintendenza.

Antonella Papagni e Luisa Di Lernia
Portavoce M5S nel Consiglio Comunale di Trani

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